40• Edmund e la sua definizione di "sballo"

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«Stai bene? Qualcuno ti ha attaccata? Sei ferita? Cos'è quel sangue sul collo? Ti ha morsa un vampiro?» Lucas iniziò a fare tutte queste domande a Reyna, parlando velocemente e senza riprendere fiato. 

«Ehy, con calma.» ridacchiò Reyna, districandosi dalle braccia di Lucas. «Respira.» 

«Sono preoccupato.» si giustificò lui scrollando le spalle. 

Reyna fece un piccolo sorriso. «Non c'è n'è bisogno. Sto bene.» Si avvicinò a Lucas timorosa e gli sistemò una ciocca di capelli che gli era finita davanti agli occhi. «Tu invece? Tutto okay?» 

Lucas annuì in fretta, gettandosi una nervosa occhiata alle spalle. «Rimettiamoci in marcia. Qui non è sicuro.» Prese Reyna per mano e la condusse a qualche metro di distanza da dove si trovavano poco prima. «Un dio mi ha attaccato.» le confessò sussurrando, senza smettere di guardarsi intorno. «Somigliava a Tarzan.» 

«Ti ha, ehm, detto…qualcosa?» balbettò Reyna ripensando al suo incontro con Poiné e al fatto che le sue parole l'avessero destabilizzata e ferita. Non era stata capace di sfoderare le armi e combattere; era semplicemente rimasta lì, ferma e immobile, ad ascoltare, mentre quello spirito le faceva rivivere i momenti peggiori della sua vita. E Reyna si vergognava per non essere riuscita a reagire: non era quello il modo di comportarsi per un pretore. 

«Più di qualcosa, in realtà. È stato molto crudele.» rispose Lucas. 

Reyna gli mise una mano sulla spalla. «Mi dispiace. Non meriti affatto di essere trattato così.» gli disse, avvertendo lo strano impulso di partire alla ricerca del dio e ferirlo a morte con la sua spada. Si rese conto che ciò che provava per Lucas non era semplice amicizia: era amore. La ragazza iniziò ad osservare affascinata ogni dettaglio del suo aspetto, soffermandosi con cura su ogni dettaglio: il modo in cui i capelli biondi gli ricadevano sulla fronte, nonostante lei avesse cercato di sistemarglieli, gli occhi azzurri, limpidi come un cielo sgombro di nuvole, l'adorabile spruzzata di lentiggini che aveva sul naso, il modo in cui le sue labbra si schiudevano in un sorriso gentile e divertito, che metteva in mostra la dentatura bianca e perfetta, le spalle ampie, le braccia possenti che l'avevano stretta in un abbraccio caldo e rassicurante fino a poco prima…

“Ma cosa ti prende, Reyna?” chiese una vocina fastidiosa nella sua testa. “Non puoi esserti innamorata di Lucas. È tuo amico e non ti vedrà mai in quel modo. E poi merita una ragazza carina e sciolta, non una come te, fissata con l'allenamento e le regole. E poi, ricorda le parole di Venere…”. 

«Non credo di aver mai visto niente di più bello.» affermò Lucas in tono sognante, interrompendo il suo flusso di pensieri e riportandola bruscamente alla realtà. 

«A cosa ti riferisci?» mormorò Reyna con lo sguardo basso. 

Lucas le alzò delicatamente il viso con due dita. «Ai tuoi occhi.» rispose con lo stesso tono. Nel momento esatto in cui aveva aperto bocca per raccontare a Reyna del suo incontro con Apate, l'aveva guardata negli occhi, perdendosi completamente in quelle iridi scure e penetranti, in quello sguardo severo, ma allo stesso tempo luminoso come un cielo stellato. 

«Non me ne sono mai reso conto, ma sono bellissimi.» continuò affascinato. 

«Sono solo occhi scuri.» rispose Reyna, cercando di mascherare l'imbarazzo. «Sono molto comuni.» 

«Sarà anche vero, ma i tuoi hanno qualcosa di diverso.» ribatté Lucas. «E io non riesco a smettere di guardarli.» Respirò profondamente. Era giunto il momento di confessare a Reyna i suoi sentimenti; aveva già rimandato troppe volte e non aveva intenzione di aspettare ancora. «Posso proporti una cosa un po' folle?» 

Olympus [1] • The hunt has just begun  Where stories live. Discover now