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La figlia di Ursula si pettinava l’ultima ciocca di capelli rimasta sciolta prima di farsi un’ultima treccina. “Uma!” esclamò Harry spazientito entrando nel bagno. “Che vuoi?” domandò lei, ricambiando il tono di voce. “Gil è di nuovo rimasto incastrato nella rete da pesca. Io non lo sopporto più, non sono il suo diamine di babysitter, perché lo molli a me?” “Sta’ zitto e fai il tuo lavoro.” Ordinò la ragazza. Si mise il suo cappello da pirata e poi si sistemò la collana che la madre le aveva donato quando era bambina. “GIL! Esci subito da lì!” esclamò autoritaria la pirata. “Ma- ma io non ci riesco!!” le rispose il figlio di Gaston, rimasto incastrato per la quarta volta – di quella settimana – nella rete da pesca. “Qualcuno lo tiri fuori! Harry tiralo fuori per diamine!” aveva perso la pazienza, come sempre.
Quando il figlio di Capitan Uncino liberò il povero Gil, per poco non lo ferì con l’uncino di suo padre. Una voce proveniente dalla cucina, chiamò Gil per avvisarlo che le uova erano arrivate e lui corse a prenderle e poi tornò da Harry.
“Gil, puoi non morire? Mi servi” pensò Uma ad alta voce, mentre Gil si strozzava con un pezzo di guscio d’uovo che gli era andato di traverso. “Vai a bere dell’acqua.” Lo cacciò via Harry. “Per favore, ricordami perché lo teniamo ancora nella ciurma, Uma.” Il ragazzo era stufo di Gil e non faceva che pensare di cacciarlo via. “Ci serve, la sua forza almeno perché credo che il cervello non lo abbia.” Rispose la ragazza andandosene. “Continui a ripetertelo che serve eh? E poi- non basto io come forza?” fece Harry alzando la voce sull’ultima frase, visto che Uma era lontana.
“AA!” strillò Uma. “Che succ-” Harry si bloccò appena sullo schermo vide l’Auradon News, che annunciava l’attesa dell’incoronazione del figlio della Bestia e il ballo reale, dove Mal sarebbe diventata Lady. “Ha sempre tutto lei! Perché deve avere sempre tutto lei? Toccava a me, Harry! Toccava a me andare ad Auradon, io sarei riuscita a fare tutto quello che lei non ha fatto perché si è innamorata! Pff, l’amore è una cosa idiota!” sbottò tutt’un fiato Uma. “Già, non meritava nulla di tutto questo, toccava a te Uma. Ma ciò che è successo è successo. Ora si può solo rimediare.” La consolò la sua fiduciosa spalla destra. “Oh puoi scommetterci che rimedierò, eccome se rimedierò!” esclamò Uma. “Rimedierai a cosa? Al tuo soprannome e a ciò che ti ha fatto Mal?” si intromise Gil. Lui aveva questo magico talento di dire la cosa sbagliata sempre al momento sbagliato. “Perché non ti ricordi?” continuò sempre il figlio di Gaston, vedendo che Uma non rispondeva.
Eccome se ricordava. Ricordava benissimo quando da piccola, Mal finse di affogare e lei, la sua amica più leale, si buttò per salvarla. Ma il tutto si rivelò un inganno, perché Mal voleva solo buttarle dei gamberetti in testa e farla chiamare gamberetto da tutta l’Isola. Da quel giorno, aveva sempre odiato Mal. D’altronde, Ursula l’aveva avvisata di non fidarsi della figlia di Malefica e che ci sarebbe stata sempre guerra tra quelle due famiglie. E, alla fine, Ursula aveva ragione. Uma rimase da sola, con tutti che la prendevano in giro, fin quando non riuscì a crearsi una gang tutta sua di pirati. Tra i suoi partner più leali c’erano Harry Uncino, il figlio di Capitan Uncino. Era alto almeno un metro e ottanta, muscoloso e portava sempre alla mano l’uncino del padre. Non gli importava se non aveva davvero perso la mano, lo portava comunque e guai a chi lo toccava. Gil invece, era il figlio di Gaston, e proprio come il padre, aveva più muscoli che cervello. Ma questo almeno, si girava a favore di Uma, che poteva usarlo quanto più voleva, perché non si sarebbe mai ribellato.
“Gil! Hai preso il necessario?” domandò Uma, ignorando la domanda precedente del ragazzo. “Sì. Erano libri di incantesimi dal negozio di Jafar e una barchetta dagli gnomi, giusto?” rispose fedele. Uma annuì. “Bene. Andiamo alla barriera.”

Era pomeriggio quasi inoltrato e i tre pirati camminavano ormai da un bel po’. “Siamo ad Auradon? Cioè, sul serio?” continuava a chiedere Gil, sempre più stupefatto. Harry si tratteneva dal ficcargli l’uncino in bocca per tagliargli la lingua e farlo stare zitto.
Aveva cominciato a piovere da un po’ e man mano pioveva sempre di più. I tuoni aumentavano e anche la pioggia. Era sicuramente perché avevano reso la barriera dell’Isola più debole.
“Voi due andate al museo a cercate di prenderne uno comunque e per favore non fatevi beccare. Harry controlla Gil.” Harry provò a ribattere ma Uma non lo sentì, perché era ormai troppo lontana.
Il castello della Bestia era enorme, e lei sapeva solo cosa doveva cercare. Un petalo della Rosa. Probabilmente la Bestia ne aveva tenuto almeno uno.
Quando scattò la luce, fu il momento perfetto.
Si intrufolò in una stanza e si mise a frugare. Sentiva dei rumori, ma non ci fece molto caso. Finché non capì che quei rumori provenivano dall’interno della stanza e non vide quella luce che la inquadrava. Scappò via il più in fretta possibile, ma dei suoi capelli rimasero incastrati e se ne accorse solamente dopo che uscì dal castello, perché una delle sue trecce era sciolta e molti capelli da quella ciocca le cadevano. Sperò solo che non avrebbero ricondotto nulla a lei.

Hey guys!
come state?
oggi è il mio compleanno yayy ^^
comunque volevo avvisarvi che questo sarà l'ultimo capitolo che pubblicherò regolarmente, dato che gli altri devo ancora scriverli. La scuola mi ferma un sacco ma spero di portare la storia avanti nonostante questo.
Byee🤗

Il bene nel maleWhere stories live. Discover now