72 - Uno strano trio

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28 Febbraio 2002 (Prima Parte)

Sentire la sua voce ambrata mi aveva gettata nel panico, poiché ero certa delle sue intenzioni: avrebbe tentato di salvarmi, ma questo ormai non era più possibile, perchè prima o poi sarei diventata uno di quei mostri.

Nonostante tutti questi pensieri però, quella sera non ebbi le energie per restare sveglia, poichè il mio corpo sembrava come sfinito da un male incurabile. Non era solo la stanchezza, la fame o il dolore, sentivo una strana febbre bruciarmi dentro, corrodermi i muscoli, i visceri e sempre più spesso la mia mente si abbandonava a incubi improvvisi e visioni confuse che terminavano tutte con il Lupo Bianco riverso sulla neve sporca di sangue.

Oltre alla paura che provavo, si era aggiunta anche la preoccupazione per i rischi che Stefano avrebbe corso venendo lì, sempre che non ci fosse già visto che la sua voce mi era sembrata così irrimediabilmente vicina. Percepivo le lacrime scorrere sul mio viso in quelle ore di sonno tormentate, poichè una parte di me avrebbe dato tutto purchè lui non incontrasse quella Bestia, purchè il Branco della Neve, non incontrasse mai i predatori di quei boschi.


- Alice, svegliati!-

Non percepii subito quella voce ed aprii gli occhi solo al contatto di una mano che mi scuoteva con determinazione dal mio giaciglio. Nell'ombra mi ritrovai di fronte un ragazzo dall'aria familiare con una strana treccina che gli pendeva dalla testa. Ci volle qualche secondo affinchè la mia mente provata lo riconoscesse, ma appena ci riuscii il sollievo di sapere Pablo vivo, mi scaldò l'animo in quella gelida notte.

Il suo sguardo verde bosco mi osservò preoccupato, come se le mie condizioni fisiche fossero ben peggiori di quanto avesse pensato ma, senza perdere tempo, mi caricò sulle sue spalle:- Tieniti a me, ti portiamo via di qui.-

Ero sconcertata e spossata, ma immensamente grata di stringermi a lui e alla sua schiena rovente.

"Ti portiamo via di qui"

Aveva usato il plurale e il mio cuore prese a battere disperato nella speranza, ma anche nella paura, che ci fosse Stefano con lui. Se Neri lo avesse preso sarebbe morto e se io mi fossi trasformata probabilmente mi avrebbe indotto a ferirlo, e questo non riuscivo a sopportarlo. Usando tutte le mie forze provai a mettere in guardia il Mangiafuoco che si dirigeva verso l'uscita della grotta, ma le parole mi uscirono erano deboli e sconnesse:- Io...Stefano...pericolo.-

- Non preoccuparti niῇa, no está solo.-

Sfinita da quel tentativo, mi lasciai trasportare fuori da quel gelido antro e quello che vidi mi destabilizzò. L'accampamento era stato stravolto da una serie di esplosioni, gettando in allarme il branco di predatori che sembravano correre e allontanarsi in preda alla confusione. Alcuni si erano trasformati, altri sembravano correre alla ricerca di un riparo.

Ai nostri piedi, sulla pietraia che conduceva alla caverna, un enorme lupo dal manto bianco attaccava senza pietà chiunque osasse salire verso il nostro pendio, come a voler separare i due fronti. Combatteva da solo tra le fiamme e vederlo fronteggiare tutti quei licantropi, mi gettò nel panico. Il frastuono degli scoppi che si susseguivano, era coperto solo dai ringhi, dal suono di ossa rotte e dalle grida. Quei predatori erano stati colti decisamente di sorpresa, ma non lo sarebbero stati ancora per molto poiché, in quell'istante, un oscuro e potente latrato squarciò la notte.

Guardando sotto di noi vidi la Bestia furiosa uscire dalla tenda centrale e sentii Pablo irrigidirsi sotto di me, come sconvolto. Furono alcuni passi alle nostre spalle, a restituirgli il suo autocontrollo ed io mi voltai spaventata.

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