21 - Un regalo inaspettato

10.2K 560 53
                                    

4 Gennaio 2002 (Seconda Parte)

Una donna dai lunghi capelli corvini e dagli occhi color nocciola mi aprì infastidita: -Chi sei?-

- Buongiorno, ecco sono la nipote del signor Mario. Sono venuta qui con lui e la signora Rita per...-

Stavo finendo di presentarmi quando sentii mio nonno salutare:- Fedora! Dio come sei sempre uguale! Possibile che gli anni non passino mai per te?-

- Mario! Rita!- Il sorriso che spuntò sul volto della madre di Stefano era smagliante: – Che bello vedervi! Siete passati per Massimo? Venite, venite! Vi ho preparato il thè!-

In men che non si dica fummo dentro il salotto. Mio nonno e la signora Rita sedevano su un piccolo divano a lato di una grande poltrona dove stava sdraiato il nonno di Stefano. A vederlo nella vestaglia e sotto le coperte in poltrona, uno non immaginava di poterlo sentire gridare come lo avevo sentito io: sembrava così affaticato e stanco. Ogni parola che rivolgeva ai suoi ospiti era intervallata da un eccesso di tosse.

La mamma di Stefano, Fedora, faceva avanti e indietro dalla cucina per portare il thè e i biscotti caserecci che aveva appena sfornato. Io mi ero sistemata su una sedia poco dietro il divano e osservavo curiosa la casa dove immaginavo fosse cresciuto Stefano. Non c'erano foto, ma vi era un infinità di riquadri con fiori ricamati appesi su tutte le pareti. I mobili erano vecchi, ma tenuti in ordine dall'evidente cura della signora Fedora.

Mi guardavo attorno in cerca di chissà quale indizio, dopo quello che avevo scoperto sulla famiglia di Stefano. Eppure, nulla in quella casa lasciava pensare che il nonno, il padre e il nipote fossero licantropi. Non c'era un lupo, non c'era una luna disegnata o qualunque cosa che potesse richiamare l'argomento. L'unica cosa che saltava all'occhio era l'immenso camino al centro della sala che riscaldava scoppiettante l'intera stanza. Sopra di esso erano stati dipinti diversi simboli, ma ora erano mal celati dai riquadri coi fiori appesi in tutta casa.

Dopo i primi minuti passati a salutarsi e a ricordare momenti condivisi, l'attenzione del signor Massimo si spostò su di me:- E questa Mario deve essere tua nipote! Non sapevo ci fosse un'altra De Martini in paese.-

Mio nonno allegro rispose:- O ma lei non è una De Martini, o meglio il sangue è quello ma lei è figlia di mia figlia Sara, non di Enrico. Si chiama Alice Bianchi.-

Gli occhi del vecchio burbero si fecero più attenti: -Non c'è nessun Bianchi in paese.-

La signora Rita intervenne seccata: - Sara ha sposato un foreste Massimo, come mio figlio! Le nuove generazioni sono quasi tutte di sangue foreste.-

- Beh signorina Bianchi, piacere di averla conosciuta.- concluse il nonno di Stefano studiandomi con attenzione.

- Piacere mio signor De Leonibus, anzi mi scuso per l'intrusione ma i suoi amici avevano bisogno di un autista.-sorrisi impacciata.

- Chiamami Massimo, Alice. E dimmi un po', conosci mio nipote?- chiese curioso.

- Certo che lo conosce è cresciuta in paese, lei andava a scuola con la mia Chiara, quindi è poco più piccola del tuo Stefano. Fai te che erano tutti e tre su in montagna quando c'è stata quella grossa valanga.- spiegò la signora Rita, tutta contenta di farsi i fatti degli altri.

- Che paura quella valanga!- esordì la madre di Stefano, mentre posava dei biscotti sul tavolino in mezzo alla sala.

- Non dirlo a me Fedora! Alice era la ragazza dispersa. Siamo stati nel panico per 24 ore, le ore più brutte della mia vita!-

Wolf - The W seriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora