Mi dispiace tesoro, so che non è quello che ti aspettavi e sicuramente sarai sconvolta. Sono stato un fallimento come padre, mi dispiace moltissimo.

Nikky, sii felice. Voglio che tu me lo prometta, promettimi che sarai sempre felice, anche se io non sarò con te, non fisicamente almeno. Io sarò sempre vicino a te Nikky, forse tu non lo crederai, ma in questi anni dove io ci sono stato poco, con la mia mente ero costantemente a te e Nathan. Ah Nikky, non dire niente a nessuno di questo. Meno persone sanno di questa cosa, meno pericoli incontreranno. So che tu ce la farai figlia mia. Ti voglio bene bruco. Per sempre.

Tuo, papà.~

Girai il foglio e vidi un numero di telefono scritto con la calligrafia disordinata di mio padre. Ero rimasta sconvolta da tutta quella storia. Pensavo stesse scherzando ma presi lo stesso il cellulare che trovai nella tasca della giacca e digitai il numero.

Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.

"Pronto?" Sentii chiedere dall'altra parte della cornetta.

"Oh, ehm i-io sono Nikky Edwards" dissi con la voce rotta dal pianto.

"Edwards? Sei la figlia di Jeremy?" Annuii ma poi mi ricordai che la persona dall'altra parte della cornetta non poteva vedermi così sussurrai un debole si.

"Oh... questi vuol dire che lui è... mi dispiace tanto" disse.

"C-chi sei?"

La persona dall'altre parte mi raccontò la storia che mio padre aveva scritto nella lettera aggiungendo qualche dettaglio e tralasciandone altri sulla 'storia d'amore' di mio padre e quella Jessica.

Mi disse poi che mi sarei dovuta addestrare, secondo il volere di mio padre.

Ma scherzavano tutti e due? Io che non avevo picchiato mai nessuno a parte Nathan? Mi stavano prendendo giro? Io? Una spia? Dell'FBI per giunta! Che poi non sapevo nemmeno da chi dovevo proteggermi. Sapevo solo che questa tipa si chiamava Catherine, nome che mi ricordava la stronzetta di Londra nella mia vecchia classe.

Sentii uno scricchiolio che non era causato dai tuoni e la pioggia che mi circondava. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo in piedi vicino alla mia moto che camminava verso di me.

"Dio, ma che l'hai una vita sociale te?" Gli chiesi alzando gli occhi al cielo appena lo riconobbi.

Si fermò davanti a me, in piedi, bagnato fradicio. L'acqua scorreva sulla sua maglietta che gli si era attaccata al corpo completamente lasciando intravedere i suoi muscoli perfetti. Il ciuffo si era afflosciato sulla fronte e gli occhi color oceano mi inondarono con tutto il loro calore. Non potei non pensare che era bellissimo anche se ero arrabbiata con lui.

"Mi farò una vita sociale quando tu sarai al mio fianco" disse e subito dopo starnutì.

"Tieni" gli diedi la mia giacca.

"Questo è un gesto carino che stai facendo nei miei confronti? Vuol dire che mi perdoni?" Mi chiese con voce di speranza.

"No, lo faccio solo per le miliardi di fan che mi ucciderebbero se tu non potessi cantare per colpa mia questa sera" il viso di Louis si rattristì immediatamente e dovevo ammettere che vederlo triste mi faceva male.

Distolsi lo sguardo dal suo corpo e tornai a fissare la lettera. Una nuova ondata di lacrime prese il sopravvento, non pensavo si potesse piangere così tanto.

"Ehi, che succede?" Disse Louis sedendosi vicino a me ed abbracciandomi. Gli mostrai la lettera e lessi con voce spezzata le prime righe.

"Mia cara dolce e bella Nikky, se stai leggendo questa lettere è perché probabilmente io non ci sono più" Louis capì immediatamente e prese a stringermi ancora di più nel suo abbraccio. Mi ricordò come le braccia di mio padre mi avevano calmato quella mattina. Diciamo che mi sentivo protetta tra le braccia di quel ragazzo.

Vidi Louis prendere la busta ed osservarne il contenuto. Tirò fuori una chiave, una lettera per Nathan ed una specie di altro testamento dove mi lasciava tutto quello che aveva. Vidi che mio padre possedeva una proprietà di cui io non avevo mai sentito parlare che si trovava a qualche chilometro da dove ero io in quel momento. Strinsi le chiavi della moto nelle mani e mi alzai iniziando a camminare sotto la pioggia.

"Dove stai andando?" Mi chiese Louis raggiungendomi.

"Sinceramente non lo so, sto andando a questo indirizzo" gli mostrai il foglio.

"Ti accompagno" Non era una domanda, ma io la presi come tale.

"No" risposi secca.

"Non era una domanda" continuò lui.

"Dio Louis, non hai un concerto, delle prove o che diavolo so io da fare?" Gli chiesi spazientita mentre la pioggia mi appannava la vista.

"No, tu sei più importante"

"Cazzate, solo cazzate"

Passò qualche minuto di silenzio ed alla fine sperai che si fosse messo l'anima in pace e che mi avrebbe fatto andare via. Da sola.

Salii sulla moto ma lui mi fermò.

"Hai visto il concerto ieri?" Mi chiese urlando leggermente a causa dei tuoni.

"Dico ma ti sembra il momento di chiedermi del tuo stupido concerto?" Gridai ma la sua espressione affranta mi fece male al cuore così, subito dopo, risposi un po' più dolcemente "No, non l'ho visto"

"Qualcuno lo ha registrato?"

"Probabilemtne si, non lo so Louis, scusami, ora voglio davvero andare in questo posto"

"Ti prego, guardalo, è importante" si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla fronte.

Nello stesso momento in cui le sue labbra sfiorarono la mia pelle sentii una scarica elettrica e brividi percorrermi tutto il corpo.

'È solo il freddo, sta piovendo, è logico che tu abbia i brividi' disse una vocina dentro di me, ma io sapevo benissimo che quella scarica era dovuta alla vicinanza di Louis.

"Ci vediamo" sussurrai prima di mettere in moto.

"Questo vuol dire che mi perdoni?" Chiese ancora con quella speranza irritante nella voce.

"Non lo so" risposi e partii senza voltarsi indietro.

"Nikky, Nikky aspetta" lo sentii gridare e frenai bruscamente sull'asfalto bagnato.

"Prendi questo" corse verso di me e mi diede una piccola agenda nera di pelle.

"Che cos'è?" Gli chiesi.

"È il mio diario, quello che ho scritto dalla prima sera che ti ho incontrata. Voglio che tu lo legga proprio come io ho fatto con il tuo" annuii impercettibilmente e ripartii velocemente lungo quella strada poco illuminata e sotto la pioggia battente che non faceva altro che sporcare ed offuscare i miei pensieri.

Heart Attack || When The Dream Comes TrueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora