4 Libertà illusoria

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Sentii qualcuno entrare dentro la stanza, era il padre di Itou mi osservava con un espressione autoritaria e distaccata.

" Echiko, volevo ringraziarti per quello che hai fatto ieri, hai salvato mio figlio!" disse con gratitudine,ma nonostante tutto lo diceva con un tono di voce piuttosto contenuto,sembrava non volesse sbilanciarsi più di tanto.

" E' stato questo braccialetto, io non lo avrei mai fatto... se fosse stato per me suo figlio sarebbe già morto...per quel che me ne riguardi!" affermai acidamente.

"Non devi dire questo genere di cose, il tuo compito è quello di proteggerlo, sei il suo robot..." disse con un tono di voce piuttosto pacato.

"Ed io non vorrei esserlo!"controbattei.

Mi rivolse uno sguardo di disappunto e poi mi domandò " Ti sta per caso trattando male?"

" E' insopportabile ed è così sgradevole..." gli risposi criticandolo aspramente.

"Non ti preoccupare ci parlerò io... ma la cosa importante è che tu non perda la bussola..."

"Cioè?" domandai non capendo a cosa si stesse riferendo.

" Il tuo obiettivo in quanto robot è quello di proteggere il tuo padrone qualunque carattere egli assuma, anche se lui ha un carattere difficile, tu devi farlo! Ci siamo ben intesi?"

Lo disse con una foga ed un eccitazione,che sembrava suonare come un rimprovero, così preferii non controbattere ed annuire.

"Riguardo ieri...mi chiedevo cosa cercasse quella ragazza dagli occhi blu dentro la testa di Itou..."

"Echiko non farti queste strane domande... doveva trattarsi di qualche robot malato di mente, molti robot perdono la testa di questi tempi finendo per dire e fare cose prive di senso..."

"Quindi era un robot... come me..." dedussi da quello che aveva appena detto.

Si limitò a rispondermi con un si secco e poi uscii silenziosamente dalla stanza.

Era un tipo insolito il padre di Itou, portava sempre un camice bianco e aveva quasi sempre tutti i capelli scompigliati, poi non usciva quasi mai da casa almeno lo avevo visto poche volte uscire da quando lo conoscevo.

Stava sempre rintanato nel suo laboratorio, il luogo in cui mi aveva dato la vita e poi era un tipo piuttosto silenzioso durante i pasti rivolgeva poche domande al figlio, le sue domande sembravano di circostanza, erano sempre le stesse " Come è andata a scuola?" oppure " Tutto apposto, studiato oggi?"

Itou rispondeva sempre nella stessa identica maniera " Si, tutto apposto" oppure diceva "Si, ho studiato tanto! Infatti sono stanco morto!"ovvero tutte bugie.

Dopo un po' avvertii una fitta fortissima al petto, la ferita ancora mi doleva, mi alzai a fatica dal letto per dare un'occhiata ai libri riposti sui vari scaffali.

Non c'era nulla di interessante, così mi accasciai nuovamente nel letto sbuffando dalla noia.

"Eccola qui..." disse Itou aprendo la porta della mia stanza, non mi guardò neppure in faccia,mentre Sayoko mi salutava allegramente dandomi dei fiori che aveva comprato appositamente per me.

"Come stai?" mi domandò Sayoko piuttosto in apprensione.

" Meglio..." risposi piacevolmente sorpresa dalle sue premure.

"Io vado nella mia stanza, ciao Sayoko" disse Itou avvicinandosi a lei per darle un bacio sulla guancia, mentre mi stava bellamente ignorando.

Uscii rapidamente dalla stanza, come se volesse evitare in qualunque modo di poter minimamente incrociare il mio sguardo.

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