Canada

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Kara si rigirava la chiave del pullman fra le mani, agitata. Non rimetteva piede negli Stati Uniti da cinque anni e calpestare nuovamente quel terreno le riportava alla mente i ricordi più atroci.
Rose era con lei e Alice era al sicuro al di là del Confine, a casa con Adam; eppure si sentiva inquieta. Aveva sperato nevicasse, avrebbe coperto più facilmente le loro tracce, e invece il cielo era limpido, oscurato appena dal fumo che si alzava dalla città in fiamme di Detroit.

Le avevano sentite da lì le esplosioni e lei si era stretta nel cappotto alla ricerca di una rassicurazione: sperava vivamente che Luther stesse bene.
Quel pazzo era voluto andare fino alla città a prendere Markus da solo. Lei lo avrebbe accompagnato, ma era riuscito a convincerla a restare. Se fosse morto, e Kara non voleva neanche pensarci, almeno Alice non avrebbe perso entrambi.
《Andrà tutto bene, vedrai che tornerà sano e salvo. E con lui Markus.》
Aveva incontrato Markus a Jericho, era stato lui a consegnare loro i passaporti per oltrepassare la Dogana e salvarli, ed era convinta che sarebbe sopravvissuto. Era riuscito a guidarli e liberarli tutti: era un eroe e gli eroi non muoiono così. Non potevano.

Annuì a Rose, cercando di risultare più positiva possibile, quindi tornò a guardare il ponte dietro di loro; cosa che stava ormai facendo da circa un'ora.
《Passeremo senza problemi, abbiamo il permesso.》
《Lo so, ma quel posto mi mette i brividi ogni volta.》
Jerry si era sacrificato per loro, per permettere ad Alice di oltrepassare il confine sana e salva, per garantire loro che fossero felici laddove il mondo non li avrebbe rincorsi con un fucile in mano, dove erano riusciti a ricominciare. Jerry no.

Rose le strinse delicatanente il braccio e le regalò uno dei suoi dolci sorrisi, al quale lei rispose con una stretta alla di lei mano.
《Arrivano》
Kara seguì lo sguardo di Rose e vide Luther salire il colle verso di loro. Fu felice e lo raggiunse gettandogli le braccia al collo. 《Oh Dio, Luther temevo di averti perso.》
Il gigante la strinse delicatamente, quindi si fece da parte per mostrarle Markus, Simon e molti androidi dietro di loro.《Dobbiamo fargli attraversare il ponte.》
Kara slacciò l'abbraccio e incrociò lo sguardo con Markus. Questi parlò prima di lei. 《Alcuni di noi sono molto gravi.》
E lo erano davvero: qualcuno di loro stava quasi per spegnersi, si reggeva al compagno, pregando RA9 di essere salvato.

《In Canada c'è uno specialista che può sistemarvi.》 Rose era avanzata, ansiosa, incespicò in un ramo, ma si riprese subito. 《Salite sul pullman, presto.》
Markus fece cenno ai propri di ubbidire e questi pian piano iniziarono a far salire i più deboli. Le sentinelle stavano ai lati del perimetro virtualmente creato da Markus.
《Non c'è posto per tutti.》 Obbiettò Luther, osservando gli androidi ammassarsi dentro il veicolo.
《Deve.》 Kara raggiunse il mezzo, si fece largo e chiese di poter salire. 《Seguite le mie istruzioni.》

Raggiunse gli ultimi posti, fece spostare una WR400 e aprì una porta nel pavimento. 《Non ci sono posti a sedere ma riuscirà a contenervi tutti quanti.》 Passò in rassegna gli androidi a bordo, quindi prese un profondo respiro e indicò quelli in condizioni peggiori. 《È terribile da chiedere, lo so, ma dovete nasconderli. Se dovessero salire e fare un controllo, saremmo fregati.》
I presenti si scambiarono occhiate dubbiose e i feriti si attaccarono ai loro accompagnatori.
《Non sarete soli. Vi prego.》
Passò qualche minuto, durante i quali pareva che stessero parlando fra di loro, escludendola, ma poi un PL600 dai capelli rossi annuì.

Kara rimase a sorvegliare l'imbarco fino alla fine, quindi chiuse la porta e uscì fuori. 《Anche voi due dovreste nascondervi.》 Disse, rivolta a Markus e Simon, i quali si erano seduti a terra. Anche Markus pareva ferito. Questi annuì.
《Va bene. Simon...》
Dalla sua espressione, Kara intuì quanto dovesse costargli farsi vedere in quelle condizioni e dover chiedere aiuto, tanto che si volse per lasciargli quell'intimità che lei non aveva il diritto di oltrepassare.

Si fermarono, però, appena prima di salire le scale e Markus guardò sia lei che Rose. Kara ne condivise improvvisamente la sofferenza.
Salì anche lei, si sistemò davanti e il pullman iniziò a seguire l'auto di Rose.

Fortunatamente non ebbero problemi a superare nuovamente la Dogana. Dalla sua posizione riusciva a vedere Rose e Luther che consegnavano i documenti, quindi i soldati che li lasciavano passare. Un gruppo di turisti in visita in Canada.

Kara, Luther e Alice vivevano insieme a Rose e suo figlio, in una casa fuori città vicino alla villetta di suo cognato. L'uomo li aveva accolti a braccia aperte, felice di poter allargare la sua ben misera famiglia, che comprendeva lui e un cane a forma di salsiccia di nome Paul.
Avevano vissuto i più bei cinque anni della loro vita e ogni volta che avevano bisogno, c'era il Dr. Hem ad aiutarli.
Lo stesso dottore che stavano aspettando da quando erano giunte a casa, un medico chirurgo di San Francisco, votato alla causa degli androidi, che era stato licenziato quando aveva proposto di trattarli al pari degli esseri umani. Così si era trasferito in Canada e aveva portato avanti la sua missione, aiutando coloro che riuscivano ad oltrepassare il confine.

Avevano adibito la sala da pranzo a sala di ricovero, spostando il tavolo contro la parete e sistemando coperte e cuscini a terra. Non erano necessari, non agli androidi, ma psicologicamente parlando, li avrebbe aiutati.
La cucina era diventata la sala operatoria e la lavanderia il magazzino per i pezzi di ricambio e Thirium che erano, col tempo, riuscite a procurarsi, anche con l'aiuto del Dr. Hem.

Markus si era rifiutato di stendersi con gli altri, preferendo starsene sotto il portico, seduto sulla sedia a dondolo. Aveva mandato via anche Simon, che ora stava dando una mano a spostare i feriti, ed era rimasto lì in silenzio, le mani in grembo e la testa bassa. Aveva sperato in un futuro prospero ed era stato tradito dalla sua stessa gente.

Kara gli lanciava occhiate dalla finestra ogni volta che vi passava davanti, portando lenzuola, tubi, sacche di Thirium, finché non posò il tutto a terra e uscì fuori.
Markus e Alice si guardavano fissi negli occhi, senza fiatare, senza muoversi e per un istante l'AX400 temette che si fossero spenti entrambi. Ma poi Alice girò la testa a guardarla e lei potè rassicurarsi.
Si avvicinò loro e poggiò una mano sulla spalla dell'YK500.
Aveva già visto Alice comportarsi così, cinque anni prima: si era connessa con l'amante dell'androide morto a casa di Rose. Non le aveva mai chiesto cosa gli avesse detto.

《Entra.》 Parlò poco dopo, rivolta a Markus. 《Il dottore sarà qui a breve.》
Il leader non rispose subito, si prese il suo tempo, mentre il silenzio del luogo pareva avvolgerli e schermarli dalla realtà.
Alla fine si alzò, con difficoltà, e Alice lasciò la mano di Kara per aiutarlo. Markus parve colpito, piacevolmente, da quel gesto e Kara non poté che sorridere, commossa. Alice sarebbe sempre rimasta dolce e innocente, non importava cosa avesse affrontato nella vita.

All'interno tutti si voltarono verso la porta al loro ingresso, per Markus, non per lei né per Alice. Markus sorrise loro, tirato ma incoraggiante e Kara gli indicò le scale: era meglio che stesse separato dagli altri, così da non mostrare le proprie debolezze. Ogni essere vivente ne ha, ma loro havevano bisogno di vederne l'invincibilità e Markus non lo era affatto adesso.

Fu Simon ad accompagnarlo su assieme a Rose e Alice, mentre Kara rimase al piano terra, per poi aprire la porta quando suonarono al campanello.

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