I Nuovi Androidi

41 4 7
                                    

Io e Markus avevamo condiviso una battaglia, ci rispettavamo a vicenda, ma non avevamo un rapporto tanto stretto da permettermi di vederlo in quello stato.

Così uscii dalla ex-CyberLife e tornai laddove avevo lasciato fuggire l'Androide ribelle, in piazza. Le tracce di Thirium erano evaporate, ma scannerizzai il terreno e la scia di sangue blu si materializzò davanti a me, nitida. Iniziai a seguirla, lentamente. La piazza aveva iniziato a ripopolarsi, e fra i presenti v'erano volontari, che aiutavano i Poliziotti a sistemare la confusione creatasi e semplici curiosi, e io passai per lo più come uno di loro.
Le macchie seguivano una direzione piuttosto contorta, zigzazzando fra vie e quartieri sempre più periferici, come se non avessero una vera e propria logica. Eppure quei movimenti tendevano a richiamare qualcosa che, se fosse stato possibile, mi accaponò la pelle.

Continuai a camminare. Sentivo la presenza di qualcuno dietro di me, come se mille e più occhi mi stessero osservando, ma più la sensazione aumentava più sapevo essere vicino alla meta. Mi fermai solo per osservare una macchia più grande di sangue e un cambiamento nella perdita del suddetto liquido al suolo. Mi inginocchiai e scansionando il terreno scoprii più di un'impronta e di diverse dimensioni. L'Androide doveva essere caduto e poi soccorso da terzi. Non potevano averlo trasportato allungo, inoltre pareva volessero salvarlo, altrimenti lo avrebbero lasciato qui, aperto e derubato dei componenti più importanti. Quindi erano solidali fra di loro.

L'ingresso si trovava dietro ad una grossa lamiera, poggiata contro un muro in fondo alla via. Ispezionai i dintorni, ma non pareva esserci presenza di nessuno. Possibile che lasciassero l'ingresso sguarnito?
Spostai la lamiera e vi entrai facendo attenzione a fare meno rumore possibile. Improvvisamente pensai che forse avrei dovuto avvertire Markus di dove mi trovassi, ma ormai era troppo tardi. Pregai nelle mie capacità logiche e deduttive, quindi seguii il corridoio che si parava di fronte a me. Senza che me ne accorsi, avevo preso in mano il quarto di dollaro e lo stavo rigirando fra le dita.

I corridoi si diramavano in una moltitudine di direzioni, scendendo sottoterra e sfociando nelle fogne. Era dunque lì che si nascondevano?
Seguii le tracce di Thirium lungo un corridoio che tendeva ad andare verso Nord e più avanzavo e più aumentava il numero di Androidi accampati al suolo. Bambini, adulti, chiunque privo di più o meno parti, probabilmente in attesa di ricevere i loro pezzi di ricambio rubati da chissà quale malcapitato.
Mi stavo chiedendo con che criterio decidessero chi aiutare e chi sacrificare, quando qualcosa accasciato sulla destra mi fece cambiare totalmente prospettiva.

Corsi da Josh che si teneva una mano premuta contro lo sterno, la schiena poggiata al muro del canale fognario e lo sguardo spento.
《Josh》 chiamai.
Questi alzò lentamente lo sguardo su di me e nel farlo il suo capo si mosse più meccanicamente del normale.
《Connor, che ci fai qui? Devi andartene. È pericoloso.》
La sua voce era un gracchiare continuo, quasi come se le sue corde vocali fossero... Lo scannerizzai e trovai il problema: gli avevano prelevato l'armottizzatore vocale.
Mi guardai attorno e capii: quegli androidi non aspettavano di ricevere componenti, ma di donarli; e non di loro spontanea volontà.
《Devo portarti via da qui》
Josh scosse la testa, quindi rantolò. 《No, non valgo più di loro.》 E indicò gli androidi attorno a noi. Alcuni mi guardavano rassegnati, altri, soprattutto un YL500 nell'angolo a destra, gridavano silenziosamente aiuto.

Cosa dovevo fare? Quello era uno dei momenti in cui ancora avevo problemi nel scegliere cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Per una macchina eseguire ordini è semplice, mentre prendere decisioni poteva mandare i circuiti in panne. Inoltre, nessuno ci aveva mai insegnato cosa fosse giusto e cosa no, come un genitore al proprio figlio.
Il mio essere macchina mi spingeva a lasciare lì Josh e andare avanti e scoprire di più sui Nuovi Androidi, ma il Connor Deviante cercava in ogni modo di spingermi a prenderlo e portarlo via. Ma aveva ragione: avrei dovuto portare via tutti.

《Ascolta》 Mi rivolsi a lui, poggiando una mano sulla sua spalla e stringendo appena. 《Vado a vedere più avanti, poi andrò a chiamare aiuto e vi porteremo tutti via》
Non attesi risposta, mi alzai e il più silenziosamente possibile proseguii lungo le fognature.
Josh cercò di chiamarmi, di farmi desistere, ma ormai avevo preso la mia decisione e io portavo sempre a termine la mia missione.

Da lì in poi era difficile distinguere il sangue dell'androide fuggitomi, ma c'erano abbastanza tracce che andavano tutte nella stessa direzione da non averne bisogno.
Dopo circa 50metri iniziarono a comparire delle guardie e dovetti appiattirmi contro la parete per non essere visto. Imprecai a denti stretti. Dovevo superarli e raggiungere il centro di ogni cosa, a qualsiasi costo. Dovevo almeno capire chi ci fosse dietro a tutto questo e se avessero un piano ben preciso da portare avanti.

Lanciai un'occhiata alla moneta che avevo ripreso in mano, feci un paio di calcoli, e la lanciai davanti ai due androidi, contro una parete di metallo.
La moneta tintinnò e uno dei due chiamò il chi va là: entrambi mi avevano dato le spalle.
Li raggiunsi con un balzo e velocemente li stesi entrambi. Nessuno dei due era stato progettato per combattere e fu piuttosto facile metterli al tappeto. Afferrai una delle loro mazze di metallo e avanzai lentamente.

Il corridoio portava ad un'enorme circonferenza, che doveva essere stata la centrale dei lavori durante la costruzione delle fogne. Al suo interno si muovevano una cinquantina di androidi, tutti dediti a qualche compito, anche il più semplice come pulire a terra da... pezzi di componenti?
Mi nascosi dietro ad una grossa cassa di legno e sbirciai fuori. Vi erano lunghi tavoli bianchi sopra ai quali si trovavano diversi androidi, alcuni disconnessi altri ancora attivi. Questi ultimi si muovevano, chiedendo pietà, ma non v'era esitazione nei movimenti di coloro che vi lavoravano, asportando cuori e valvole come se stessero giocando con una...macchina. Ecco cosa mi ricordavano i Nuovi Androidi: degli automi. Pareva di essere tornati a cinque anni prima quando prendevamo ordini dagli umani senza porci domande, ubbidendo che lo ritenessimo giusto o sbagliato.

Mi guardai in giro alla ricerca di quello che doveva essere il capo, perchè più osservavo l'ambiente circostante e i lavoratori al suo interno, più mi convincevo che qualcuno li stesse controllando, così come cinque anni fa. Che fossero riusciti a reinvertire la Devianza?
Mi spostai più avanti, passando raso al muro, nascosto dall'ombra di casse contenenti cose a me ancora sconosciute.
Toccando il muro alla fine la sentii, una leggera crepa dietro di me, come una tasca e...aria. Mi voltai e mi trovai davanti un'uscita. Da lì raggiungevano l'esterno di Detroit? Mi chinai e sgattaiolai oltre l'apertura.

Se avessi potuto vomitare lo avrei fatto: era un cimitero, simile alla discarica di androidi usata dagli umani per disfarsi di noi. Rimasi immobile, impietrito davanti a tale mancanza di rispetto. Ce lo aspettavamo dagli umani, ma dai nostri?

Improvvisamente fu buio.

---------------------------------------------------------
La storia va avanti! I Nuovi Androidi saranno controllati da qualcuno? O è tutta una loro idea? Chissà ;)

Our New Hellish HomeWhere stories live. Discover now