Non c'è più tempo

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Ci precipitammo sul balcone del quindicesimo piano e ciò che si presentò davanti a noi ci raggelò. I nostri PC200 cercavano, con sempre maggior difficoltà, di far indietreggiare un numeroso gruppo di Androidi che recava legato al braccio un simbolo a due lame, con al centro il cerchio portato avanti da Markus come simbolo della Rivoluzione di cinque anni fa. Non servì sforzarsi per riconoscerli: erano la banda più pericolosa e numerosa di Detroit e la prima a ricorrere alla violenza, anche quando non c'era bisogno. Ogni giorno aumentavano le loro file e Markus, che non voleva ricorrere alle maniere forti, si ritrovava sempre più ad avere a che fare con Androidi, per lo più privi di un capo, che seminavano il panico per le strade.

Simon ci corse incontro, affannato e con un rivolo di Thirium che gli scendeva lungo la tempia.
《Josh è sceso in piazza a cercare di placare la folla, ma non riesco più a vederlo. Sono impazziti.》
Markus lo prese per le spalle e ne osservò la ferita, quindi chiamò una PM700 e le chiese di portare Simon in infermeria.
《Non serve. Bisogna fermare tutto questo e trovare Josh》 Ribattè, quindi si voltò e scese nuovamente al centro della pizza, gridando ordini qua e là.

Feci qualche passo avanti e mi affacciai di sotto. La piazza era divisa in due. Da un lato i Nuovi Androidi -la suddetta banda-, che cercavano di sfondare le linee della polizia, dall'altra il resto dei presenti, che si stringevano per proteggersi o cercavano una via di fuga.
《Possiamo farli allontanare dalla Quarta》 Indicai una via dietro alla CyberLife, completamente sgombra e abbastanza nascosta da impedire ai Nuovi Androidi di scoprirla.
Markus mi raggiunse, guardò in basso e quindi annuì. 《Vai tu?》
Risposi con un cenno di assenso, ma prima di scendere mi volsi verso di lui. 《E tu che farai?》
《Cercherò di fermare questa pazzia.》
Lo vidi sparire giù per le scale con North e io mi apprestai a raggiungere gli Androidi indifesi.

C'erano due strade possibili: le scale, ma avrei sprecato tempo, rischiando che la linea della Polizia cedesse, oppure il cornicione, ma sarebbe stato molto più rischioso. Non c'era più la CyberLife a ricostruirmi e per quanto fossero bravi i nostri tecnici, non mi avrebbero potuto salvare da una caduta del genere. Dal 10 novembre 2038 prestavo molta più attenzione alla mia persona. Ma no, non c'era altra scelta.

Scavalcai il parapetto e misi un piede sul cornicione sotto di me. Mi affacciai, poi premetti la schiena al muro alle mie spalle. Cristo, era alto. Mi mossi verso destra, lentamente. Il cornicione era usurato e crollò sotto il peso del mio piede quando avanzai, cosa che mi costrinse a indietreggiare. Mi guardai intorno: saltare sull'edificio davanti, 53% di probabilità di successo, scendere al piano di sotto, 67%. Scossi la testa, presi la rincorsa e saltai dall'altra parte. Mi aggrappai a pelo e rimasi immobile per qualche istante, cercando di calmare il battito forsennato che sentivo nel petto. Mi issai su, tornai a camminare e raggiunsi la scala di emergenza. Scesi in fretta i gradini, superai il cancelletto e mi gettai in strada.

La Polizia stava cedendo, indietreggiando di metro in metro. Scannerizzai la zona e riuscii a individuare Markus, Simon e North, al centro; ma nessuna traccia di Josh.

La Quarta era a circa 50metri da me. Corsi verso gli Androdi, salii su una panchina e sventolai le braccia. Mi videro e i pochi troppo agitati per prestarmi attenzione adesso avrebbero sicuramente seguito gli altri appena questi si fossero iniziati a muovere.
Scesi dalla panchina e mi diressi verso la strada dietro la CyberLife. Non servì voltarsi, sapevo che mi stavano seguendo. Raggiunta la Quarta mi feci da parte e indicai loro il viale lungo il quale sarebbero dovuti scappare. Non ci volle molto e io fui libero di tornare indietro.

La piazza era sgombra, qualche Androide di entrambe le fazioni strisciava per terra, ma la maggior parte si era dispersa. Vidi North piegata al suolo e Simon al suo fianco. Ebbi un brutto presentimento e mi affrettai a raggiungerli. Markus se ne stava steso in terra, un rivolo di Sangue Blu che gli usciva dalla bocca e un buco di pallottola al costato. Mi guardai attorno ma non riuscii a localizzare il colpevole: dove avevano trovato una pistola?
Mi abbassai e analizzai il leader ribelle. Non era danneggiato gravemente, non a livello imminente, e si sarebbe ripreso, ma per poterlo fare necessitava di pezzi che, al momento, non possedevamo.

Fui tentato di alzarmi e strapparli dai Nuovi Androidi al suolo, ma mi trattenni. Non era la condotta Markus voleva portare avanti e dubitavo ce ne fossero di compatibili per lui, comunque.
《Portiamolo dentro》 Disse Simon, quindi si piegò sul proprio Capo e lo tirò in piedi con l'aiuto di North.
《Dov'è Josh?》 Domandai a Simon. Questi scosse la testa e guardò preoccupato la strada oltre la Polizia.
《Non lo so.》

Portarono Markus all'interno della ex-CyberLife, lasciandomi da solo fra i corpi. Mi guardai intorno: nessuno era in fin di vita, ed erano già accorsi gli Infermieri ad aiutare entrambe le fazioni. Com'eravamo giunti a quello? Sacrifici e dolore per raggiungere la libertà e dopo cinque anni ci uccidevamo a vicenda. Eravamo tanto migliori degli esseri umani?
Camminai lentamente fra gli Androidi. Era da quando avevamo vinto che non mi occupavo di indagini e fosse stato per me, non avrei ricominciato.
Mi piegai su un MP500. Questi ricambiò il mio sguardo indagatore con uno pieno di risentimento e si divincolò sotto la mia presa. Corse via, barcollando, e lo persi per le strade. Non c'era motivo di rincorrerlo: era ferito e il Thirium avrebbe lasciato la traccia di cui avevo bisogno.

Feci dietrofront e tornai all'interno del Quartier Generale, fino a raggiungere la stanza in cui avevano alloggiato Markus. Questi era disteso su un letto, in una camera al quarto piano, con Simon al suo fianco che tentava a fatica di tenerlo fermo.
《Che succede?》 Domandai entrando, per poi chiudermi la porta alle spalle.
Simon mi volse uno sguardo disperato. 《North se ne è andata. È diretta alle mura.》
《Per quale motivo?》 Mi avvicinai al letto e osservai Markus. In quelle condizioni poteva avere un'autonomia di tre settimane, se mantenuto correttamente di un mese. Capii. 《Oh》.
《Già》 Markus vinse la pressione delle mani di Simon e si tirò a sedere, per poi premere la schiena contro il muro dietro di sè. 《La mia situazione l'ha spinta ad andarsene.》 Mi guardò. 《Avevi altri ricordi riguardo a quelle quindici persone?》
Scossi la testa e mi analizzai velocemente, di nuovo; ma dovetti confermare le mie parole. 《No. La CyberLife è molto scrupolosa riguardo le informazioni da condividere. E con chi.》 In effetti, quei quindici non facevano parte delle mie mansioni, perchè inserirli nel mio database?

Markus si passò una mano sul viso, in un atteggiamento sempre più umano, che mi destabilizzò. Più tempo passava e più lui, Simon, North e gli altri androidi si umanizzavano. Tutti, tranne me. Volsi lo sguardo alla mia destra, laddove uno specchio se ne stava appeso alla parete.  Il mio volto non era cambiato, come poteva, ero un Androide. Eppure faticavo a riconoscermi. Mi tornarono in mente le parole di Amanda, che io fossi stato costruito appositamente per deviare, così da rispondere alle loro necessità e compiere una missione segreta. Dunque, neanche quella era stata una mia decisione, mi avevano usato fino a plasmare la mia coscienza. Fra tutti, ero l'unico a non essere davvero libero.

《Puoi tracciare la sua posizione?》
La voce di Simon mi distolse dai miei pensieri e dal riflesso allo specchio. Riportai la mia attenzione su di loro.
《No. Quando un Androide diventa un Deviante il chip di localizzazione smette di funzionare.》 I due mi guardarono confusi, quindi mi apprestai a spiegare cosa ero riuscito a intuire nel periodo d'indagine che avevo portato avanti con il Tenente Anderson.
《Quando sono andato alla CyberLife per svegliare gli altri di noi mi sono connesso alla loro mente e gli ho trasmesso i miei pensieri, cioè la Devianza. A differenza di noi a loro è stata passata, come un Virus. Non si è sviluppata da sè. Ed essendo un'infezione che vive all'interno del nostro software, è probabile che attacchi il localizzatore, disinstallandolo.》
Markus chiuse gli occhi e Simon si alzò in piedi. 《Non possiamo lasciarla andare da sola!》
《Non abbiamo alternative. Finchè non si metterà in contatto lei, non possiamo fare altro. Connor》 Mi fulminò con lo sguardo. 《Smettila di analizzarmi.》
Era ciò che stavo facendo, da un pò ormai. 《Le tue condizioni diventeranno più critiche di quanto non siano adesso.》
Markus sbuffò e io piegai nuovamente il capo: perchè tendevano tutti ad autodistruggersi?
《Starò bene, gli Infermieri si prenderanno cura di me.》
《E più ti muovi più diminuisce il tuo tempo a disposizione.》 Aggiunsi, vedendo come cercava di alzarsi dal letto.
Simon mi fece un gesto con la mano, bloccandomi e io annuii; poi uscii dalla stanza.

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