Capitolo 1

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Camminai velocemente verso l'aula di recupero. Stavo ritardando di quindici minuti e avevo paura che Ty, il nuovo ragazzo che mi avrebbe aiutato a recuperare matematica, fosse già andato via. Avevo cambiato circa cinque volte i neo-insegnanti che mi assegnavano poichè essi si stancassero dei miei frequenti ritardi e ultimamente sembrava che stesse succedendo la stessa cosa con Ty.
Quando passai di fronte all'aula magna sentì una canzone risuonare in quella che sembrava essere una chitarra acustica. Erano le quattro e un quarto, era possibile che quella ragazza avesse il permesso di suonare? Forse stava aspettando il suo professore ed i suoi compagni di classe?
Vidi il corpo minuto di una ragazza seduta su uno sgabello del palco, concentrata negli spartiti sorretti da un leggio.
Non ci feci caso più di tanto e andai nell'aula di recupero. Purtroppo quando entrai e vidi che non ci fosse segno di Ty sbuffai e buttai il mio zaino su un tavolo.
"Dannazione!" urlai "È già andato via!" in realtà aveva fatto più che bene ad andare via : avevo ritardato di circa quindici minuti e il ragazzo avrà sicuramente pensato che non fossi venuta quel giorno, oppure si era semplicemente stancato di aspettarmi, ma la verità era che ero solita a ritardare e perdevo quasi ogni volta il recupero nonostante mi impegnassi a non farlo.
Rimisi lo zaino in spalla sbuffando e quando mi avvicinai di nuovo all'aula magna sentì ancora quel dolce suono acustico amplificato che odiavo da anni.
Odiavo le chitarre ed il suono che usciva da esse a causa dei brutti ricordi che mi avevano portato a farmi odiare quello stumento musicale tanto amato dagli adolescenti, ma nonostante ciò quella ragazza poteva essere la mia unica distrazione : mia madre era a lavoro e sarebbe venuta a prendermi alle diciotto, quindi sarei dovuta rimanere con forza due ore.
Entrai nell'aula e sentì i miei passi echeggiare nell'enorme stanza.
Mi sedetti alla terza fila a partire dall'ultima e guardai la ragazza con più chiarezza.
"Ugh" esclamò con frustazione quando sbagliò una nota e girò indietro uno spartito, ritornando a suonare la solita melodia che mi sembrava familiare "Dannazione!"
La ragazza sembrava non aver notato la mia presenza ed io ne fui grata : non ero per niente socievole; se volevi diventare mio amico avresti dovuto lottare per settimane, o addirittura mesi se mi stavi antipatico, proprio come era successo con Normani, la mia migliore amica.
Provò a fare un altro accordo di cui non ricordavo il nome ma che era senza dubbio un barrè. Il suono non uscì come avrebbe dovuto sicuramente a causa delle sue dita troppo deboli per fare un barrè al primo tasto, dove le corde sono piuttosto tese e più difficili da premere senza ricevere qualche livido ai polpastrelli. Stava riprovando a fare il barrè, forse il Fa ma non ne ero sicura. Il suono stavolta uscì meglio rispetto a prima e ritornò a suonare la dolce e familiare melodia.
Pensai di girare per la scuola e comprare qualcosa alle macchinette e così mi alzai dalla sedia e feci qualche passo verso l'uscita dietro di me ma in quel momento la ragazza mi notò poichè non sentì più la chitarra risuonare nella grande stanza e mi fermai non sapendo esattamente cosa fare.
Maledizione.
"Ciao" disse e in quel momento roteai gli occhi prima di girarmi verso di lei. Sapevo che sarebbe stata una conversazione lunga e dolorosa.
"Ciao" risposi e lei mi guardò con fare incuriosito.
"Sei nuova?" domandò, riferendosi forse alla sua eventuale classe musicale.
"No, odio suonare" risi immaginandomi con qualche strumento musicale tra le mani.
Lei mi guardò come se stesse guardando qualcosa di inspiegabile e paranormale.
"Non ti piace proprio nulla?" domandò, ed io mi avvicinai al palco, sapendo che sarebbe stata una lunga conversazione. Misi le braccia conserte sul suolo del palco.
"L'unico strumento che mi piace è quando la campanella scolastica suona per la ricreazione" dissi con ironia e provocai una risata da parte sua che echeggiò nella stanza.
Ha una bella risata.
"Come mai sei qui?" domandai "Non è vietato suonare senza il consenso del professore che segue la tua attività extrascolastica?"
"Ho chiesto il permesso infatti; posso suonare solo qui perché a casa non..." si bloccò e io non capì il perché.
"Perché a casa non...?" la spinsi a continuare e non seppi perché quella ragazza mi stesse incuriosendo. In fondo io odiavo chiunque suonasse quella cassa armonica con sei corde.
"A casa ho una chitarra che non suono da anni, ma ho detto al prof che in realtà non ne ho comprata ancora una"
Non capì il perché ma non mi spinsi oltre a saperlo poichè capì che le portasse quasi disagio parlare di ciò.
"Capisco" dissi soltanto "A che ora finisci?"
"Alle sei"
"Anche io. Cioè, dovrei" risi "Il mio neo-insegnante non è venuto oggi oppure è andato via" spiegai "Quindi non ho nemmeno iniziato ma devo restare qui altre due ore perché mia madre lavora"
"Fai parte del recupero?" io annuì con la testa "Quello di matematica?"
"Come lo sai?" in fondo c'erano diversi recuperi di diverse materie e fui stupita che lei indovinò la materia in cui andavo male.
"Sei con me nell'ora di matematica" rise, sicuramente prendendomi in giro per come fossi sbadata e aveva ragione "Hai sempre preso brutto voti, diciamo che eri la studente più odiava Lovato ed era impossibile non notarti"
"In effetti" fui d'accordo; sapevo quando Lovato mi odiasse e le stessi sul naso nonostante varie volte l'avesse negato "Come ti chiami?"
"Camila, tu?"
"Lauren"
"Mi piace" mi sorrise ed io ripagai.
Qualcosa mi diceva che l'avessi già conosciuta ma non mi veniva in mente nessuna persona a mia conoscenza col suo nome.
"Sei sicura che non vuoi provare?" capì che intendesse suonare quello strumento a sei corde che odiavo.
"No" dissi "Non mi piace, sul serio" fui sincera e lei mi guardò titubante.
"Perché non ti piace?"
Cosa avrei dovuto dirle esattamente? Ero abbastanza strana, non avrebbe compreso i miei motivi e poi non avrei parlato ad una sconosciuta del mio passato, sì, del passato, perché se odiavo tanto quello strumento musicale era stata colpa di una persona che non avrei mai dimenticato in vita mia e che non era più con me, al mio fianco.
"Non mi piace e basta" dissi, facendole capire che non mi andasse di parlarne.
"Vieni" mi invitò a salire sul palco ed io mi sentì un pò a disagio senza sapere esattamente il perchè ma feci come mi disse e salì gli scalini.
Si alzò dalla sedia e mi fece segno di sedermi mentre lei teneva la sua chitarra tra le mani, che dopo mi porse.
"Metti il corpo dritto" quella voce mi ricordò tante cose, così tante che sentì quasi le lacrime agli occhi.
"No, non voglio" mi opposi, sembravo quasi disperata e sono sicura che chiunque avrebbe riso vedendomi in quel modo così disperato solo perché avevo una cassa armonica su di me, eppure lei non rise.
"È facile, ascoltami" era così gentile che per un attimo pensai di ascoltarla ma purtroppo l'attimo dopo mi alzai e le porsi la chitarra.
"Davvero, io... io non voglio" dissi e lei mi guardò non capendo "Non mi piace" fui sincera. Odiavo quello strumento così tanto.
"Come vuoi" vidi un pò di tristezza nei suoi occhi e mi sentì imrpovvisamente in colpa, così presi la chitarra dalle sue mani e mi sedetti.
"Cosa devo fare?" sospirai e vidi i suoi occhi illuminarsi.
"Tu suoni ed io canto" disse, prendendo il microfono da un lato del parco. Il filo era abbastanza lungo per arrivare fino a dove ero io.
"Camila, non so suonare" dissi, grattandomi la nuca.
"Lo so" disse ed io alzai un sopracciglio "Aspetta" dopo ciò andò dietro le quinte del palco e poco dopo comparse con uno sgabello, per sedersi anche lei. Prese la chitarra dalle mie mani, porgendomu poi il microfono "Sai che note sono queste?" domandò ed io non ricordai.
"A vuoto?" dissi.
"Giusto, ma voglio sapere le note" io ci pensai per qualche secondo e vedendo che non risposi mi disse lei la risposta "Mi acuto, Si, Sol, Re, La, Mi grave" nel frattempo che le disse le illustrò suonandole "Si contano dal basso verso l'alto"
Io restai in silenzio, non avendo alcuna voglia di imparare.
"Hai capito?" domandò conferma ma io ormai avevo scordato tutto e fui certa che lo capì dalla mia espressione poichè dopo rise "Va bene, ho capito che non hai davvero voglia di imparare, quindi ascoltami e basta" io annuì felicemente e lei girò il leggio verso di sè per leggerne gli accordi e ripeterli con la chitarra "La conosci?" domandò mentre suonava.
La solita e dolce melodia che amavo da piccola ma che in quel momento non riuscì a riconoscere.
"Merrily we fall out of line, out of line. I'd fall anywhere with you I'm by your side. Swinging in the rain, humming melodies..." senza rendermene conto le parole uscirono automaticamente e lei mi sorrise "Scusa" mi scappò e lei smise di suonare.
"Sei molto brava a cantare"
E in quel momento mi venne in mente un bel ricordo.

"Non devi vergognarti. Sei molto brava a cantare" disse la bambina ed io arrossì "Un giorno creiamo una band?" sembrava molto felice e lo ero anch'io. Lo ero solo quando ero con lei.
"Sì, la chiamiamo Two Harmony?" proposi.
Eravamo sedute sull'erba del prato di casa sua ed era appena salita l'alba mentre lei suonava con la sua carissima chitarra che avevo sempre amato imparare a suonare ma che a causa della povertà della mia famiglia non ebbi mai avuto l'opportunità.
"È bellissima!" esclamò con felicità, dandomi un rapido bacio sulla guancia che mi fece arrossire.

"Grazie" sussurrai, persa nei pensieri mentre lei ritornò a suonare la melodia che fece evocare tanti ricordi nostalgici che mi fecero male "Karla" mi scappò dalle labbra pensando a quella bambina e Camila si voltò verso di me con uno sguardo che non riuscì a decifrare, ma poco dopo ritornò a suonare ignorando il nome che pensai fosse estraneo per lei, ma che in realtà le fosse più familiare di quanto pensassi.
"Forever is a long time. But I wouldn't mind spending it by your side. Tell me everyday I get to wake up to that smile. I wouldn't mind it at all. I wouldn't mind it at all. You so know me. Pinch me gently. I can hardly breathe. Forever is a long, long time. But I wouldn't mind spending it by your side. Tell me, everyday I get to wake up to that smile. I wouldn't mind it at all. I wouldn't mind it at all" sentì che sussurrò l'ultima parte e giurai di non aver mai sentito una voce più bella e dolce come la sua.

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Zaooo! Sorpresa!
Yes, avevo detto che mi sarei dedicata allo studio ma ho capito che non riesco a restare senza Wattpad e storie da pubblicare, quindi eccovi un'altra fanfiction. Forse quando inizierà la scuola pubblicherò di meno ma spero che voi continuiate a leggere le mie storie.
Fatemi sapere se questa storia vi ispiri e lasciate un commento con una vostra opinione, ci tengo eh ❤️

PS. Se notate ho raddoppiato le parole nei capitoli e adesso i capitoli sono molto più lunghi.

I wouldn't mind ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora