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Nathiel
Ormai ero alla corte di Ezolbat da circa un mese.
Il palazzo dove alloggiava era qualcosa di spaventoso,capace di suscitare le tue paure più profonde solo con uno sguardo.

Era completamente nero,con grandi colonne rosse che presentavano bassorilievi di scene orripilanti:guerre,mutilazioni,morte...
Il salone dove risiedevano le riunioni era impressionante,in stile gotico con gargoyle che spuntavano da ogni angolo.
Il trono su cui sedeva Ezolbat era alto all'incirca due metri,fatto interamente di scheletri.
Io alloggiavo invece in una modesta camera al secondo piano,arredata in modo spartano,avevo una scrivania che dava sulla finestra,il cui unico panorama erano fiumi di lava, nuvole di fiamme e pioggia di sangue,attaccato al muro vi era un letto ad una piazza,un armadio molto piccolo e una poltrona all'angolo della camera,quasi a voler dare un tocco di calore all'ambiente.

In quei giorni ogni demone era impegnato ad allenarsi al campo per la grande guerra.
Io che ero il generale,invece mi recai nella sala consiliare per prendere parte ad un lungo discorso su come usufruire dei punti deboli degli angeli,ed io che avevo vissuto per un po' con loro,fui costretto a dire ogni cosa che sapevo.
"Gli angeli,sono esseri,possiamo dire...perfetti,il loro unico punto debole è il loro altruismo." Dissi,mentre nella mia testa si mettevamo sempre più a fuoco i volti di Michelle e Gabriel
"L'ho sempre detto che l'altruismo non porta a nulla di buono" la sua voce,la riconobbi immediatamente:Ezolbat

"Mio signore,cosa ci fate qui?"
"Porto cattive notizie,non è bastato rapire suo padre e il suo fratellastro e far andare via la sua matrigna per dissuaderla a prendere le parti degli angeli,oramai Michelle è solo una minaccia"

I miei occhi brillarono a quell'affermazione,ero felice che alla fine avesse scelto la cosa giusta,ma mi sentivo triste e consapevole di rivivere per la seconda volta la tragedia di Vanessa.

La riunione terminò,io uscì dal palazzo per cercare di schiarirmi le idee.
Attorno a me l'ambiente era sempre lo stesso:fuoco e dannazione.
Ci sono abituato,quel posto era casa mia,ma dopo aver visto la Terra non riesco più ad ambientarmi qui.
È vero,la Terra non sarà perfetta,ma di sicuro è un posto dove molte persone cercano di dare il loro contributo per riuscire a salvare il pianeta.

Mi ha sempre colpito la forza d'animo degli umani,non si arrendono facilmente,li ho sempre ammirati e qualche volta invidiati,specialmente per una cosa:la mortalità.

Sembrerà strano,ma essere mortali a parer mio era molto meglio che vivere per sempre,poiché loro possono scegliere come passare i loro anni sapendo che non torneranno più indietro,perciò li vivono come meglio possono.

Qui invece non è così,non si ha un vero motivo per svegliarsi la mattina,è una cosa automatica,ci si sveglia e si fanno le solite cose, arrivare alla sera e dormire per poi ricominciare a fare le stesse cose il mattino seguente e così gli altri.

Mi stupì di me stesso,fino a due mesi fa pensavo solamente a come cercare di far passare il tempo e consumarmi lentamente,in quel momento invece sentì il desiderio irrefrenabile di vivere per vedere ancora una volta il sorriso dolce di Michelle che mi annuncia che la colazione e pronta.

Vivere per l'ennesimi litigio con Gabriel e per dare un senso a tutto il tempo sprecato in questi ultimi decenni.

Senza neanche accorgermene, mi addormentai.

Feci uno dei miei sogni ricorrenti: due bambini di cui uno sarei dovuto essere io, un altro invece di nome Gabriel e una donna accanto a noi che continuava a piangere disperata continuando a chiamarci "figli miei".

Mi svegliai molto confuso e col battito accellerato, qualcosa mi diceva che quello che accadeva nel sogno era davvero accaduto e poi quel bambino... Gabriel


The city of angelsWhere stories live. Discover now