27 - insieme

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Kasai e Hikari non riuscivano a crederci. Erano proprio davanti all'edificio industriale quando l'orologio di Jikan iniziò a scottare, scottare tantissimo e poi si ruppe. Andò in frantumi, cadde dalle mani di Kasai ormai in briciole. Il ragazzo cercò di trattenere le lacrime, strinse i pugni e entrò nell'edificio, seguito da Hikari. Non tutto era andato in frantumi, erano ancora insieme. A seguirli c'erano i due gemelli ninja, Haru e Hiro, che erano portati da Hikari con una corda attorno al collo.
«ricordate, un passo falso e strattono la corda» disse Hikari con fermezza, cercando di non pensare a Jikan e Shiori. Se avesse tirato la corda i due sarebbero morti strangolati, affatto allettante come idea.
Tutte le "guardie" che erano presenti la prima volta nell'edificio ora non c'erano più. Il gruppo salì le scale e fece tutti i piani, arrivando all'ultimo, il tetto. Lì ad aspettarli c'era già Akane e Arata insieme alla loro scorta.
Akane guardò i due ragazzini con sguardo beffardo e ridacchio prima di parlare.
«allora, siete venuti qui per la cara Naomi-chan? Peccato, ha un prezzo» disse con tono innocente.
«avevamo intuito, sai? Per questo abbiamo portato loro» disse Hikari prendendo in mano la situazione dato che Kasai era più che sconvolto. La corvina spinse in avanti i due ragazzi catturati, tenendo tra le mani ben salda la corda. Appena Akane li vide, la mora scoppiò in una fragorosa e poco elegante risata.
«ma dai seriamente? Pensi davvero che mi importi di loro?» poi scoppiò nuovamente a ridere. Appena si ricompose, la donna diventò estremamente seria.
«per quando ci riguarda potete anche uccidere quei due. No davvero di loro non me ne frega proprio nulla. Noi vogliamo...» disse Akane avvicinandosi a Kasai.
«...controllare il tempo» una volta sentita quella frase Kasai si inginocchiò, quasi scoppiando in un pianto disperato. Hikari corse accanto a Kasai mettendosi di fronte a Akane.
«peccato che ormai non possiamo più controllarlo il tempo. È finita...» affermò con sicurezza la corvina rabbuiando il viso.
Akane sorrise malignamente, dando un'occhiata dietro di sé, dove avevano portato Naomi, legata e imbavagliata, che continuava ad agitarsi.
«beh, è un vero peccato...» un uomo col passamontagna caricò una pistola e la puntò alla testa della bionda, mentre Akane le si avvicinò.
«...vorrà dire che la uccideremo senza nessuna pietà» ridacchiò la mora togliendo la striscia di stoffa che non permetteva a Naomi di parlare. Appena Kasai vide sua sorella cercò di corrergli incontro ma sia lui che Hikari erano stati braccati dagli omoni incappucciati grandi il doppio di loro, tutti ben armati di fucili, pistole e, perché no, anche pugnali.
«Allora carissima Naomi, le tue ultime parole?» domandò beffarda Akane. Naomi strinse i denti abbassando lo sguardo.
«ma tu non hai un minimo di cuore, Akane? Eravamo migliori amiche sì o no?» chiede la bionda quasi iniziando a piangere dalla paura. Akane fece uno sguardo disinteressato di circostanza e girò lo sguardo sbuffando.
«tu cosa ne dici?» gli occhi di Naomi si inumidirono e qualche lacrima scese bagnando il suo viso, poi guardò il suo fratellino. Si ricordava bene quando, da bambini, giocavano insieme. Si ricordava bene quando lei diventò il suo tutore. Si ricordava bene dei bellissimi momenti passati insieme. Si ricordava bene tutto quello che aveva fatto per lui e di quanto era felice vedendo i suoi risultati scolastici. Si ricordava perfettamente di quanto gli volesse bene. La ragazza iniziò a piangere, Kasai voleva andare a salvarla, ma non poteva, non poteva maledizione! Hikari stava per scoppiare a piangere ma si trattenne e prese la mano a Kasai. Vedendo quella scena a Naomi si sciolse il cuore. Sapeva che anche se avesse lasciato per sempre quel mondo, suo fratello non sarebbe rimasto solo. Aveva la certezza che Hikari sarebbe rimasta al suo fianco, lei gliel'aveva promesso. E così Naomi sorrise con ancora le lacrime agli occhi, pronta a sacrificarsi.
«Kasai... Hikari... Voi siete persone forti, e persone meravigliose. Vivete a lungo, prendetevi cura l'uno dell'altra e non lasciatevi scappare alcuna occasione per sorridere. Perché ricordatevi che si può sorridere anche al buio. Supportatevi, vivete insieme tutti gli anni che non potrò vivere io, siate le persone che io non sono mai stata. Siate felici anche da parte mia. E vivete. Non fermatevi a piangere, andate avanti, andate oltre. Fatelo... Per me» detto questo Naomi chiuse gli occhi e sorrise, Kasai scoppiò a piangere e Hikari gli strinse la mano, avvicinandola al suo cuore e iniziando a piangere anche lei. Akane diede l'ok all'uomo incappucciato, il quale avvicinò il dito al grilletto della pistola. Kasai voleva correre, far vivere sua sorella e morire lui, ma dopo le parole di Naomi... Avrebbe fatto vivere a sua sorella un inferno, ma non solo a sua sorella... Guardò Hikari, che gli stringeva la mano, pregando per il futuro. La pistola nella fondina della sua cintura, completamente scarica. Non potevano fare nulla. Perché il mondo è spietato. Ti toglie tutto, senza dirti il perché.
Il rumore dello sparo fece eco in tutto il palazzo, ma dato l'isolamento dell'edificio nessuna persona che non fosse coinvolta avrebbe sentito nulla di sospetto. Gli uccelli volarono via spaventati e il corpo di Naomi cadde a terra, colando sangue rosso vivo.
«non ce l'avete ancora?» chiese Akane guardando i due ragazzi. Hikari sospirò affranta.
«mi dispiace... No...» disse con un fil di voce. Akane guardò Arata, il quale gli fece "no" con la testa, anche lui un po' triste e toccato dalla scena appena vista. La mora sbuffò.
«portateli via» ordinò Akane, facendo segno con il braccio agli uomini che tenevano fermi immobili i due ragazzi. Hikari e Kasai vennero buttati fuori dall'edificio. Ormai non servivano più. Hikari si fece forza e si alzò, poi tese la mano a Kasai. Lui alzò la testa, vendendo l'immagine della corvina in controluce, il sole stava tramontando dietro la ragazza. Il vento le muoveva dolcemente i sottili capelli neri tagliati dritti, i leggins e la t-shirt neri erano aderenti al corpo di lei, minuta, molto bassa e magra. I suoi occhioni neri erano lucidi, il suo sorriso amaro era più dolce del solito e le lacrime che scendevano dai suoi occhi facevano brillare le sue guance e risaltavano la sua pelle chiarissima e liscia.
«andiamo, Kasai.» disse con la voce tremante, ma con allo stesso tempo dolcezza e comprensione.
"Eccola, la persona con cui passerò il resto della mia vita" pensò Kasai sorridendo con le lacrime che ancora scendevano ininterrotte. Il ragazzo le prese la mano e lei lo aiutò ad alzarsi da terra. I due abbassarono lo sguardo appena i loro occhi si incrociarono. Insieme si incamminarono verso la casa di lui. Proprio dove il sole tramontava. Insieme, da qui per sempre.

時間の庭 - Il Giardino Del TempoWhere stories live. Discover now