3 - chiarimenti dal cielo

16 2 4
                                    

Il vento soffiava e la pioggia cadeva con impeto al suolo, mentre tuoni e fulmini rompevano quella che sarebbe stata una pacifica e quieta nottata d'autunno, se non fosse stato per l'improvviso temporale.
Kasai alzò le palpebre dei suoi occhi a fatica, ritrovandosi sdraiato sul suo letto, nella sua stanza.
"Sarà stato solo un sogno?" Si domandava il ragazzo sedendosi sul letto, trovando poi risposta nell'orologio di argento che si ritrovò in mano. Il giovane si ricordò poi delle parole di Jikan, portandosi il piccolo oggetto all'orecchio e concentrandosi al massimo sul suono che questo emetteva.
"Chissà se..." Kasai chiuse gli occhi e li riaprì un istante dopo, vedendo con sorpresa una piccola luce al centro della stanza. Piano piano quel "frammento" di luce si espanse, abbagliando il povero ragazzo che si trovò costretto a richiudere i suoi occhi per non bruciare la retina.
In un istante tutto si fermò. Il suono della pioggia, dei tuoni e del vento era sparita, anche la lucina era sparita; tuttavia, al posto della luce, c'era Jikan. La Dea posò una mano sulla spalla di Kasai per fargli aprire gli occhi e il ragazzo rimase a dir poco sconvolto dalla cosa.
«quindi tu... Sei reale?!»
«certamente Kasai. Te l'ho detto che sono reale. Comunque vedo che ti ha incuriosito la situazione»
«diciamo che... Non capita tutti i giorni di incontrare la Divinità del tempo e di ricevere da lei il controllo del tempo; e poi volevo alcuni piccoli chiarimenti ecco...»
«bene, cosa vorresti sapere?»
«potresti rispiegarmi come funziona? Cioè, non ho ancora capito come devo fare per controllare il tempo e soprattutto non ho capito perché tu abbia scelto proprio me per questo "esperimento".» Jikan guardò Kasai sospirando, così si sedette sulla sedia davanti alla scrivania del ragazzo mettendosi comoda, sapeva già che quella discussione non sarebbe terminata a breve.
«dunque, Kasai, tu sei stato scelto da me medesima perché, come ho detto, ultimamente il mio lavoro non viene rispettato da chi, come te, sta conducendo una vita frenetica e stressata, dunque crede fermamente che qualcuno, lassù, lo odi e che lo scorrere del tempo sia variato rispetto a come era un tempo.» Kasai sbiancò alle parole di Jikan, perché quelle parole erano state sempre pronunciate e pensate dal ragazzo, il quale evidentemente non si era mai posto il problema di chi le stesse sentendo.
«quindi- riprese Jikan -voglio vedere se, dandoti la possibilità di gestire il tempo come vuoi, avrai un po' più rispetto e ottimismo nei confronti di me e del mio legittimo lavoro.» Kasai rimase spiazzato, cogliendo fino in fondo quello che la giovane Dea gli voleva trasmettere con le sue semplici parole. Kasai aveva anche questa capacità, sapeva leggere molto bene tra le righe, anche se, in questo caso, quello che voleva dire Jikan era parecchio palese e chiaro, non serviva certo un genio per capirlo.
«dunque, ora passo a spiegarti come utilizzare il potere che ti è stato conferito. Dunque, potrai chiamarmi ogni volta che ne avrai bisogno come hai fatto pochi minuti fa e io fermerò il tempo appena prima di arrivare dinanzi a te; nel lasso di tempo in cui tutto sarà bloccato, la gente non si accorgerà di nulla e qualora si tornasse indietro tutto quello che è stato vissuto tra il momento di partenza e il momento di arrivo verrà dimenticato e, la volta successiva, non sarà mai uguale al momento originale.»
«ci sono altre cose che dovrei sapere?» domandò preoccupato Kasai a Jikan.
«ovviamente sì, tuttavia le scoprirai da solo con il tempo. Beh, spero di esserti stata d'aiuto. Se hai bisogno di me, sai cosa fare» disse Jikan con la solita soave ma apatica voce scomparendo nella stanza nonostante Kasai stesse cercando di farla rimanere con la domanda «cos'altro dovrei sapere??». Solo pochi secondi dopo, la pioggia ricominciò a battere e tutto il mondo e l'universo tornarono come alla normalità.
Certo che Jikan aveva in mano sua un potere immenso, poteva controllare l'universo. "Chissà qual'è la sua storia..." si domandò Kasai stendendosi più comodamente sul letto. Quella ragazza lo incuriosiva e non poco; forse, più avanti, le avrebbe chiesto cosa fosse prima di diventare una Dea dai poteri straordinariamente immensi. Perché lui ne era sicuro: lei non è nata Dea del tempo, lei ci era diventata, solo non sapeva nè come, nè quando, nè perché. Da dove arrivava tutta questa sicurezza? Nemmeno lui lo sapeva di preciso a dire la verità...

~~~

Hikari stava tranquilla a studiare nella sua camera da letto per l'esame di statistica che avrebbe dato il giorno successivo, quando, inaspettatamente, percepì qualcosa di strano: la pioggia si era improvvisamente fermata. La ragazza, insospettita, andò a controllare fuori dalla sua finestra e notò con sorpresa mista a sgomento che le gocce di pioggia erano rimaste fluttuanti nell'aria, per poi perdere i sensi per un secondo e risvegliarsi un istante dopo. Appena riaprì gli occhi, tutto era tornato normale: La pioggia aveva ripreso a scendere e il vento a soffiare. Hikari rimase un attimo a fissare la pioggia che cadeva provando a capire cosa le fosse appena accaduto.
"Mh... Sarò impazzita probabilmente..." Pensò uscendo dalla stanza spegnendo la luce e andando a bere un bicchiere d'acqua. Appena il padre vide il viso spaventato della figlia, lui subito le chiese cosa le fosse successo.
«t-tu non hai notato nulla prima??»
«non so di cosa tu stia parlando Hikari...»
«ma come papà?!?! La pioggia si è fermata di colpo e rimaneva sospesa in aria! Tutto si era fermato!» il padre di Hikari, Tatsuko, sconcertato da quello che la figlia gli stava dicendo, accarezzò i capelli neri e lisci della ragazza guardandola nei suoi enormi occhioni neri.
«senti, forse stai studiando un po' troppo, sarà meglio che tu ti riposi. Forza, vai a dormire»
«ma papà!»
«riposati, vedrai che ti sentirai meglio poi» Hikari strinse i pugni e tornò in camera sua irritata, spense la luce e si mise a dormire dopo aver infilato il suo pigiama. "Sarò impazzita davvero probabilmente... Però io l'ho visto davvero!" Pensò prima di addormentarsi a fatica dallo stress dovuto all'accaduto di, apparentemente, una decina di minuti prima.

~~~

"C'è davvero mancato poco..." Pensò Jikan scendendo dall'albero su cui si era arrampicata. "Caspita, proprio non so perché quella ragazzina mi sia sfuggita..." La Dea tirò un sospiro di sollievo. "Forse sono solo fuori allenamento, era da tanto che non bloccavo tutto l'universo, credo che dovrò fare più attenzione la prossima volta..." La ragazza mise le mani davanti a se con le braccia tese, come a doversi proteggere contro qualcosa e chiuse gli occhi. "Beh, non sono l'unica che dovrà prestare più attenzione da ora in poi..." Pensò infine, per poi dissolversi e tornare nel suo giardino.

時間の庭 - Il Giardino Del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora