23 - nemiche dal principio

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Jikan scoccò la prima freccia, puntata dritta allo stomaco di Shūryō. La donna però bloccò la freccia parandola con la sua falce nera, ridacchiando malignamente.
«pensi davvero che una misera freccetta possa finirmi? Sono la Dea della morte infondo» ghignò beffarda. Jikan strinse i denti scoccando un'altra freccia verso la fronte della donna, colpo che venne ancora fermato dalla falce.
«povera illusa» il tono di voce di Shūryō era acido e beffardo, e i suoi occhi illuminati di luce rossa erano ancora più cattivi del solito, bramavano sangue, il sangue di Jikan.
«tanto sai già che posso riaprirti la ferita in un secondo» detto ciò il suo sguardo si fece cattivo come il suo ghigno e il vestito di Jikan iniziava a lacerarsi e a macchiarsi di sangue nella zona del fianco alla sua sinistra. L'albina fece una smorfia di dolore stringendo i denti e socchiudendo gli occhi, prendendo la sbarra al centro del cerchio di luce che si trasformò in una spada e prese il cerchio che divenne uno scudo. Chi vuole vivere combatte e si difende fino alla fine. Jikan voleva vivere. Shūryō no. Ecco perché erano diventate quello che sono diventate.
«stronza» disse stringendo spada e scudo tanto forti da far diventare le nocche delle mani bianche.
«vuoi proprio che io ti uccida per la seconda volta eh?» disse la dea della morte sferrando un colpo con la falce che Jikan riuscì a parare con lo scudo, venendo però scaraventata a qualche metro più in là di distanza.
«maledizione» sussurrò la più giovane.
«se solo tu non fossi mai nata» a Jikan salì l'acido e si fiondò su Shūryō sferrando un colpo con tutta la sua forza che l'altra paró con il manico della falce e scaraventando Jikan ancora più lontana.
«chissá come mai ma, nonostante tu fossi così imbranata gli ultimi membri dell nostro clan apprezzassero solo te»
«nostra madre voleva che noi restassimo sempre in buoni rapporti... »
«noi non siamo mai state in buoni rapporti. È comunque Shinju non c'entra nulla.»
«ECCOME SE C'ENTRA INVECE! LEI ERA NOSTRA MADRE!»
«e allora?» l'atteggiamento disinteressato di Shūryō fece ribollire il sangue nelle vene a Jikan che andò su tutte le furie.
«"e allora"?! "E ALLORA"?! SE È QUASI MORTA DAL DOLORE È STATA SOLO COLPA TUA!»
«appunto. E allora? Tanto poi è morta comunque, assassinata da nostro padre impazzito. Tanto io la odiavo, come lei odiava me.»
«lei non ti odiava! Lei... Era solo... Preoccupata...»
«preoccupata, preoccupata eh? Certo, ovvio! Preoccupata... Tsk, come se a lei fosse mai importato di me dopo la tua nascita.»
«t-ti sb-sbagli! Lei era davvero preoccupata p-per te...»
«Jikan, non ci credi nemmeno tu. Non sei mai stata in grado di mentire, mai.» Jikan non sapeva più che dire, i ricordi la stavano divorando, stava mollando piano piano la presa della spada, mentre Shūryō si avvicinava a lei.
«io... Io volevo solo aiutarti... Sorella...» la corvina si fermò a puntò a terra il manico della falce.
«e come pensavi di aiutarmi? Facendomi diventare gelosa della tua spensieratezza?» l'albina era in lacrime ormai, lacrime che si mischiavano al sangue che colava dal suo fianco, e che non smetteva di scorrere. Jikan avvolse le sue braccia intorno alla sua vita digrignando i denti.
«se dev'essere questa la nostra fine, tu credi davvero che a questo punto ti mentirei?»

~~~

Nella stanza buia il corpo di Naomi giaceva inerme e indifeso. Era morta? Era solo svenuta? Ecco la paura di Kasai appena vide sua sorella davanti a sé, incapace di agire in qualche modo. E si sentiva estremamente responsabile di quello che sarebbe accaduto al suo gruppo, se loro fossero morti o se a loro fosse accaduto qualcosa, il responsabile sarebbe stato lui. Forse avrebbe dovuto evitare di raccontare il suo segreto in giro. Ma perché Jikan gliel'aveva permesso? Forse perché Jikan si fidava di lui e delle persone di cui Kasai si fidava. Chi l'aveva tradito? Forse mentre il gruppo parlava qualcuno era passato e aveva origliato. Chissà... Tutti questi dubbi tormentavano Kasai che non sapeva davvero cosa fare con Naomi in quella situazione. Ma il suo tentennamento stava per essergli fatale, infatti un'ombra gli si fiondò addosso atterrandolo e cercò di conficcargli in fronte il pugnale che impugnava, ma fortunatamente il rosso riuscì a schivare e a dare una gomitata in faccia all'uomo con il volto coperto e a toglierselo di dosso. Ma un'altra ombra gli arrivò dietro correndo e lo spinse in avanti, buttandolo contro al muro del parcheggio sotterraneo del capannone abbandonato. L'ombra gli tirò un pugnale contro ma Kasai riuscì a schivare anche quel colpo rimediandoci solo un graffio su un dito della mano, che venne tagliato da un altro pugnale che colpì il muro accanto al primo coltello. Il ragazzo digrignò i denti dal dolore e prese svelto uno dei coltelli lanciandoli addosso al nemico per guadagnare tempo, ma nel frattempo anche l'altro ragazzo mascherato si riprese dalla gomitata di Kasai, alzandosi in piedi e affiancando il suo alleato. Kasai si girò a guardare i due incappucciati, pronti a scattare verso di lui con i pungali in mano, quando sentì una mano prenderlo per il polso e trascinarlo via. Girandosi, il ragazzo vide una ragazza esile, un po' bassina ma con la presa salda e con dei capelli sottili e lisci, nerissimi. Hikari.
«Hikari cosa succede?» disse lui iniziando a urlare perché la sua voce era coperta dal rumore di spari proveniente dal piano superiore.
«Shiori sta ancora combattendo, dobbiamo andarcene da qui!»
«ma avevo trovato Naomi!»
«la verremo a prendere ma non siamo abbastanza preparati per affrontare tutta questa gente! Dobbiamo andarcene!»
«ma Naomi-»
«fidati di me, sta bene!» Kasai decise di lasciar fare a Hikari e iniziò a correre più in fretta affiancando la ragazza. I due raggiunsero la scala che portava al piano di sopra, dopo aver superato un fitto labirinto di portoni di sicurezza e corridoi scarsamente illuminati. Davanti alla scala di cemento coperta da vetri rotti, il rumore degli spari dal piano superiore era sempre più forte e rimbombava tantissimo mentre la porta dietro i due ragazzi si spalancò rivelando i due ragazzi incappucciati con cui Kasai stava combattendo prima. I due incappucciati si scambiarono uno sguardo d'intesa e si tolsero cappuccio e passamontagna.

時間の庭 - Il Giardino Del TempoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora