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Entro nello spogliatoio femminile e mi ritrovo un decina di paia di occhiali puntati contro, alcuni sono velenosi come quelli di Julie, e Elodie, seguiti poi da quelli indifferenti delle altre compagne di squadra come Marisa, Clarissa ed Emily, e quelli felici e amorevoli di Annika.
Mi avvicino ad Annika,
«Ciao, sono felice di vederti. Ecco tieni, questa é la divisa» ma la porge ed io riluttante la prendo facendo un sorriso tirato.
«Che bello, non vedo l'ora» dico con finto entusiasmo, mentre vado verso un armadietto aperto e che, quindi, di conseguenza é libero.
Mi tolgo le mie scarpe e metto quelle che da in dote la scuola, su quelle non mi lamento sono comodissime. Ripongo le mie al suo interno ed inizio a spogliarmi.
Mi sento osservata e, come non detto, mi ritrovo tutti gli sguardi delle mie compagne di cheerleading, che mi fissano.
«Ehm...potreste tipo non guardarmi...mi da, come dire, FASTIDIO» marco sulla parola fastidio e con dei sorrisetti si girano e continuano con le loro cose.
Prendo la divisa e la osservo, per poco non svengo. C'è no, io svengo. Non indosserò mai, e poi mai, una cosa del genere! Ma scherziamo??? Io la gonna non la metto! Non esiste! NO! categorico.
Che poi, fosse una gonna normale! No! Avete presente quando prendete un capo di abbigliamento lo indossate ma vi sta talmente tanto piccolo che potrebbe andare a vostra sorella di due anni? Ecco, identico.
La prendo con sguardo schifato.
«Non avete altro...ad esempio dei pantaloncini?» domando cercando di mascherare il mio disgusto.
«No, mi dispiace dovrai far vedere l'enorme culo che ti ritrovi» alzo gli occhi al cielo,
«Elodie, non parlare ti te stessa per favore, non sei sempre al centro dell'attenzione» le rispondo mentre mi metto la "maglietta" se così si può definire dato che mi sembra un top e basta. Mi sta pure piccola, di seno porto una terza abbondante, ma in quel top sembra porti una sesta, mi stringe troppo.
«Ragazze, non avete una taglia in più?» so di poter sembrare una rompi scatole, ed effettivamente così potrei sembrare ma....non esiste che io metta quella roba su di me, come non esiste che io mi metta a fare balli spacca gambe e giravolte che nemmeno fossi su un'attrazione di Disneyland Paris!

Marisa si volta verso di me, e dopo aver tirato uno sbuffo mi mette una mano sulla spalla.
«Senti, lo so che non ti piace, all'inizio nemmeno a noi piaceva»
«No, a me piaceva» ci informa Elodie, seguita da Julie, alzo gli occhi al cielo come Marisa,
«Dicevo...poi dopo ci fai l'abitudine, é solo il primo periodo.» annuisco,
«Si ma state tranquille io nemmeno ci volevo venire qui, potete benissimo lasciarmi fare la custodia alle borracce» ammetto, scuotono la testa.
«Ora fai parte della squadra ed é giusto che ti alleni con noi» dicono le altre, forzo un sorriso e mi metto la gonna, che gonna non é.

Usciamo tutte insieme, mi sono fatta una coda, volevano farmi i codini ma no, non esiste, é tanto se ho messo questa sottospecie di divisa, che tra l'altro ha colori accettabili, come il nero e l'arancione.
Davanti a noi che il coach, e tutta la squadra di football, scorgo la chioma riccioluta e marrone di Aiden, e trattengo un sorriso nel vederlo incavolato nero, sono sicura che stia trucidando qualcuno con la forza del pensiero.

«Forza vieni America, ti mostro come iniziare il riscaldamento» mi dice Annika tutta contenta, io mica tanto.
La seguo e mi porta a prendere una corda, osservo l'oggetto stranita ma poi lentamente lo prendo, come lei.

Si mette in terra e posiziona la corda sotto la pianta del piede allungando le gambe, poi con la schiena si sporge all'indietro tirando la corda.
Sbarro gli occhi, non esiste che io faccia una cosa del genere.
«Ascolta, io ti voglio bene, sei anche simpatica e tutto, ma per favore, ascoltami quando ti dico che forse é meglio che io controlli le borracce» cerco di farle entrare in tutti i modi il fatto che il NON sia portata per quello sport.

Scuote la testa.
«Sciocchezze, ora forza. Prendi la corda e inizia a scaldare i muscoli delle gambe e delle braccia.» riluttante mi siedo e posizionò la corda come ha fatto lei.
Tra me e lei c'è sono una semplice e piccole differenza, le mie gambe non si allungano e rimango piegate, la mia schiena fa malissimo e sembra che stia per morire, anzi no, io sto per morire.
«Ai, Ai, Ai. No, fa troppo male, non ce la faccio, ti prego fammi fare la custode delle borracce.» mi lamento mentre smetto di  tirare, ho tutti i muscoli che stanno invocando i peggio santi.

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