Amelie e l'ufficiale-Write Dream Pen

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Buon giorno, miei cari!

Come vi sta passando l'estate? Siete in vacanza oppure come me siete sui libri?

Entriamo nel vivo.

Oggi trattiamo la storia di Amelie e della sua famiglia. Sono tempi difficili per questa povera famiglia di campagna che, nella Francia degli anni 30, faticano a rialzarsi dalla povertà dovuta dalla guerra.

Sono molti i cocci che devono essere sistemati e tante le persone che stanno soffrendo per questa dilagante povertà.

Ormai sull'orlo del baratro il padre di Amelie decide di far sposare la figlia. Ma le cose non andranno decisamente come lui si aspettava.

(No spoiler)

Ebbene, la prima cosa che risalta immediatamente è lo stile di scrittura fluido e fiabesco: ogni cosa viene descritta come se si trovasse all'interno di una bolla che la protegge, con quella mistica bellezza che è tipica delle fiabe.

Anche nei momenti più difficili e disperati al lettore non arriva la profonda angoscia che dovrebbe provare Amelie o Gèrald, bensì un lieve rammarico che si dissolve quando si comprende che tutto si risolverà per il meglio.

I personaggi slittano di fronte agli occhi del lettore, fluidi come l'acqua: Amelie, la ragazza-aquila che non permetterebbe a nessuno di imporle un matrimonio, Gérald, il fratello protettivo che affronta un viaggio di mesi e mesi pur di riprendersi la sorella e Mark, che è quello che meno convince.

Sebbene tutti i personaggi abbiano un vero e proprio ruolo all'interno di questa fiaba, Mark sembra quello costruito proprio per riempire il vuoto di Amelie e colmarla con il suo immenso amore.

Inizialmente i due non si amano proprio: Amelie è troppo arrabbiata con i suoi genitori, Mark troppo preso dalla sua riabilitazione, eppure sarà proprio quel posto così lugubre e avrei (il collegio nel quale il padre di Amelie l'ha fatta portare affinché diventi più "mansueta") che diventa spettacolo di un grande amore sbocciato.

La cosa che colpisce pure è la mancanza di sentimenti negativi all'interno della storia: anche quando il padre si infuria con Silvie, anche quando Amelie è arrabbiata con la sua famiglia, i sentimenti negativi come quello di rimorso o cattiveria non vengono fuori.

Sarà forse un modo per accentuare l'aspetto fiabesco della storia?

A livello di grammatica si notano solo alcune imprecisioni dovute alla fretta e, probabilmente, alla distrazione, ma niente che una semplice revisione non possa sistemare.

CONSIGLIO: ho notato che oltre all'ultimo capitolo probabilmente ci sarà un seguito. Ecco, secondo me, è sconveniente continuare la storia con questo tipo di scrittura. La fiaba è bella proprio perché dura poco. Se si vuole continuare il romanzo, dunque, consiglio di cambiare stile di scrittura
VOTO: 7

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