Descendants - EJedit

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Buona sera, raperonzoli!

Non ho aggiornato ma per buone ragioni: Descendants mi ha tenuta molto occupata.

Ebbene, siamo nell'anno 2258 e quello che noi immaginiamo futuro (macchine volanti, tecnologia innovativa) non esiste: è stato tutto spazzato dalla Terza Grande Guerra che ha provocato quasi un tornare indietro piuttosto che un'evoluzione tecnologica dell'essere umano.

Sage, ragazza di soli vent'anni, si troverà a combattere contro un potente e temibile tiranno che costringe la sua popolazione alla povertà e a subire soprusi.

La storia, ancora non completa, si suddivide (per adesso) in sole due parti. Nella prima parte possiamo osservare come è ridotto male il mondo in cui Sage opera, testare la potenza del Maestro e comprendere quanto sia importante per la popolazione che venga eliminato una volta per tutte. Già qui ci ritroviamo ad avere a che fare con i Sovvertitori, un gruppo che contrasta il Maestro Victor.

La seconda parte, invece, ci conduce all'interno dell'Ordine dei Sovvertitori, facendoci vedere come si muovono, cosa imparano, quanto dura il loro allenamento, le gerarchie e le leggi interne. 

Questa recensione mi ha impiegato parecchio e non mi lascia per niente soddisfatta scriverla: da un lato mi trovo davanti dei personaggi ben costruiti (Sage è perfettamente coerente con se stessa, non è la solita ragazzina che appena le fanno vedere il mondo dei Sovvertitori si converte accettando passivamente i propri poteri. Allo stesso tempo pure Hunter è coerente: ha dei chiari obiettivi ed è determinato in tutto e per tutto pur di portare a termina la sua missione), un mondo ben costruito (perfetta, direi, le descrizioni delle prigioni, dell'Ordine e della stessa sala del trono di Victor).

Eppure.

Ecco, è questo eppure che stona molta, e spiego subito il perché.

Sebbene la trama della storia sia ben strutturata è una trama che ho visto e rivisto molte volte e cade troppo nel banale quando parla dei Sovvertitori (mi è sembrato, infatti, di scorgere più di una nota simile a Divergent). E non solo. Le cose primaria che non mi convincono sono lo stile e la grammatica. 

Partiamo dalla grammatica: a volte abbiamo alcuni errori di battitura, altre volte errori di consecutio. Sono delle piccolezze ma non sono riuscita a capire se c'è stata una revisione (o una rilettura prima della pubblicazione di ogni capitolo) e quindi si tratta di una correzione che camuffa i veri errori, oppure se scritti di getto e quindi normalissimi errori.

Lo stile: ci sono autori che non mettono le descrizioni e autori che abbondano in descrizioni. In medio stat virtus. Questo è il secondo caso: ci sono capitoli che sono troppo descrittivi che appesantiscono molto la narrazione, non rendendola scorrevole, e togliendo spazio ai sentimenti e alle emozioni di personaggi.

Credo, infatti, che diritto e dovere del lettore sia immaginare ciò che si sta leggendo, dare spazio alla propria fantasia per fare in modo che essa continui la storia. Le troppe descrizioni tolgono al lettore la possibilità di formare un proprio mondo nel mondo dell'autore e, dopo un po', lo annoiano.


Nonostante questo sia il mio parere, voglio sottolineare che questa storia mi ha mandata molto in confusione: non sono riuscita a comprendere del tutto i personaggi  (probabilmente a causa dell'incompletezza) e non sono riuscita molto a comprendere che stile di scrittura l'autrice abbia. Come classificarlo.

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VOTO: 8

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