"Ehi, Harry." Rose si mise vicino a me e gli rivolse un sorriso. Lui voltò la testa verso di lei e fece un cenno con il capo, tornando poi a concentrarsi su di me. Corrugai la fronte e distolsi lo sguardo, abbassandolo a terra. Lui si accigliò di fronte al mio comportamento e lanciò un'occhiata a Rose.

"Scusami, posso rubartela?"

Rose annuì velocemente, quella piccola traditrice. "Sì, certo!" E mi spinse leggermente verso la figura alta e ben messa. Le lanciai un'occhiataccia con tutta la ferocia che potessi radunare in me. Lei sorrise e aprì la portiera dell'auto. "Vi shippo così tanto," mormorò e Harry si imbronciò.

"Scusami? Shippo?" chiese confuso e la testa di Rose scattò in alto.

"Oh! Uh ... nulla. Nulla. Ciao ragazzi!" disse e velocemente salì in macchina, chiuse la portiera e avviò il motore, allontanandosi prima che potessi farla esplodere con la mia mente.

Lo sentii tossicchiare dietro di me, ricordandomi della sua presenza, così mi voltai.

"Mi d-" iniziò ma io lo fermai subito.

"No. Ba-Basta." Era come se mi avesse consegnato lui stesso la balbuzie di nuovo. "Non dire che ti di-dispiace di nuovo," sputai e lui si accigliò.

"Non mi stai lasciando parlare."

"Perché non vo-voglio sentire cosa hai da di-dire."

"Elizabeth," strinse la mascella e si tolse gli occhiali, "Ti ho chiesto di incontrarmi con il solo scopo di spiegarti tutto."

Sospirai e incrociai le braccia, corrugando le labbra. "E se io non vo-volessi ascoltarti?" chiesi e i suoi occhi si scurirono per la rabbia che stava contenendo.

"Onestamente, ora, non me ne potrebbe fregare di meno," ringhiò e assottigliò lo sguardo.

"Beh, che ge-gentleman," sputai e i suoi occhi diventarono due fessure. "Sai co-cosa, Harry? Basta, non de-devo stare a sentire nessuna delle t-tue bugie." Cominciai ad allontanarmi ma prima ancora che facessi il primo passo, lui mi afferrò per l'avambraccio.

"No, per favore. Io ... io devo assolutamente parlarti," disse e mi sorprese sentire qualcosa che sembrava quasi tristezza genuina nascosta dietro la sua frustrazione. Ma poteva benissimo essere la sua grande dote da eccellente attore.

"Di co-cosa vorresti pa-parlarmi?" Allontanai la sua mano da me. "Cos'è? Un'altra ragazza ti ha ri-rifiutato e io sono la tua ru-ruota di scorta?" dissi secca, rivolgendo il volto a terra così che non potesse notare quanto fossi ferita. Lui invece aveva un altro piano, perché mise un dito sotto il mio mento e mi costrinse a sollevare la testa per fronteggiare la sua espressione furiosa.

"Smettila. Di. Parlare," ringhiò, ciò che conteneva la sua rabbia era esploso, incatenò i suoi brillanti occhi verdi con i miei. "Ti ho già detto che quello che hai capito tu non era ciò che volevo dire io, quindi smettila di farti strane idee. Hai sentito solo ciò che volevi sentire e nient altro, ho cercato un sacco di volte di scusarmi con te. Non capisci quanto sia strano per me correrti dietro, e se per te non è abbastanza, allora non so cosa diavolo possa fare."

Allontanai la testa dal suo tocco di scatto e aprii la bocca per protestare ma lui mi lanciò un'occhiata di avvertimento. "Ti ho detto di non parlare," disse a denti stretti. "Mi sto sforzando come mai prima per non essere un completo stronzo con te. Pensi veramente che mi interessi se non piaccio o se spavento qualcuno? No. Infatti probabilmente lo istigo ancora di più. Ma tu, oh tu. Tu sei fottutamente speciale perché odio come mi stai guardando ora."

"Quindi st-stai dicendo che forse si-significo qualcosa per te e n-non come una delle tue tante ragazze?"

Lui strinse i denti e serrò gli occhi, le mani si chiusero in due pugni. "Smettila di dire stronzate del genere," sbottò.

Mend the Broken [Italian Translation]Where stories live. Discover now