CHAPTER 8: Not gonna come back

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La porta esplose in mille schegge.
Grosse fiamme bloccavano l'entrata dove si trovavano gli sconosciuti che avevano bruscamente irrotto nell'appartamento del mercenario. 
Wade era inginocchiato a terra e teneva un braccio attorno alla ragazza dai capelli rossi che tremava come un foglia. 
- Grandioso...avete idea di quanto mi sia costato quest'appartamento?! - gridò il mercenario cercando di guadagnare tempo, mentre pensava a un piano di fuga. 
- Non volevo arrivare a questo, signor Wilson, non sono qui per lei, ma vede purtroppo ha rubato qualcosa che non le appartiene e io sono qui per riprendermela. Mi dia la ragazza e non ci saranno altre spiacevoli conseguenze. - disse Hector avvicinandosi di un passo. 
- È una minaccia? - domando Wade con un sorriso di sfida.
- Non ho intenzione di ripetermi. Mi restituisca la ragazza. - lo esortò lo scienziato protendendo una mano verso di lui. 
Wade guardò l'uomo, poi si voltò verso Kate. 
I suoi occhi lo imploravano di non farlo ma lei non disse nulla. 
- Va bene....-
Il sorriso di Hector si allargò malvagiamente.
- ....l'hai voluto tu. - concluse il mercenario estraendo la pistola dalla cintura e sparandogli in pieno viso. 
L'uomo urlò e cadde a terra premendosi l'occhio insanguinato nel tentativo di fermare l'emorragia. 
- AMMAZZATE QUEL BASTARDO E CATTURATE 418! - gridò Hector ai suoi scagnozzi che iniziarono a sparare contro di loro. 
Wade si mise davanti a Kate e la trascinò con sè dietro a un mobile. 
- Andrà tutto bene, resta qui. Non ti muovere. - disse il mercenario rassicurandola prima di uscire allo scoperto facendo una capriola a terra e iniziando a sparare ai suoi opponenti. 
Aveva quattro proiettili, doveva usarli bene. 
Sparò uno scagnozzo al petto.  
Tre
Altri tre uomini si avvicinarono.
Ne colpì uno alla gamba con un proiettile, diede un calcio al secondo e una testata al terzo.
Due.
Un energumeno lo bloccò da dietro. 
Wade si diede la spinta con le gambe e afferrandolo per un braccio lo scaraventò davanti a sè, sparandogli in fronte. 
Uno.
Diede una gomitata a un nemico che stava arrivando, lo finì con un pugno facendolo crollare a terra e sparò a un uomo che lo stava raggiungendo da destra.
Zero.
Era a secco.
A quel pensiero si distrasse per qualche secondo. Lasso di tempo che servì a uno dei nemici per coglierlo di sorpresa saltandogli addosso, facendolo cadere a terra con un tonfo e assestandogli un gancio in faccia. Poi un altro, e un altro ancora. 
Wade lo bloccò afferrandogli le braccia. Rimasero a fare forza, uno contro l'altro, senza che nessuno dei due riuscisse a prevalere del tutto sul proprio opponente, finchè uno sparo non colpì lo scagnozzo di Hector facendolo crollare addosso al mercenario.
Deadpool lo scaraventò via girandosi verso la fonte dello sparo, vedendo Kate, nella sua camera, davanti al borsone pieno d'armi, con due pistole in mano. 
- Ti avevo detto di non muoverti! -
La giovane gli venne incontro, scrollò le spalle e gli lanciò una Beretta 92FS.
- Non mi piace seguire gli ordini. - disse accennando un sorriso. 
Il mercenario rise ed entrambi spararono a due uomini, poi si accovacciarono dietro al divano per evitare di essere colpiti dai proiettili.
- Io a destra e tu a sinistra? - 
- Con piacere. - disse Kate superando il divano con un salto, andando addosso a uno degli avversari, sparandogli un paio di colpi prima di alzarsi.
- Hai davvero deciso di combattere 418? -
Nonostante ci fossero diversi uomini nella stanza il campo visivo della ragazza, all'udire di quella voce, si era ristretto e l'unica cosa che riusciva a vedere era Hector, lì in piedi a pochi metri da lei.
Si schiantò contro di lui e lo inchiodò a terra. Mettendosi a cavalcioni sul petto dell'uomo, gli tempestò il viso di pugni quasi accecata da una furia scarlatta. Improvvisamente delle immagini iniziarono a scorrere nella mente della ragazza. Gli ultimi residui dei suoi poteri, le stavano permettendo, attraverso quel contatto di leggere involontariamente nella sua mente. 
Rivide il momento prima che Deadpool irrompesse nel laboratorio. Era incatenata, le avevano iniettato un liquido azzurro nel sangue. Sentiva delle voci. Dicevano che si trattava di un nuovo tipo sperimentale di droga che mischiata ai suoi poteri l'avrebbe resa potentissima. Dovevano fare attenzione. Sarebbe diventata un'arma di distruzione di massa. La sua arma. Tutti si sarebbero piegati al suo volere. 
Hector riuscì ad afferrare un coltello dalla sua cintura e contrattaccò ferendola all'altezza delle costole. La ragazza trattenne un grido di dolore, si alzò e indietreggiò di qualche passo premendosi il taglio con una mano e sollevando con l'altra la pistola contro l'uomo guardandolo con astio. 
Hector la fissò con un occhio, l'altro chiuso per il colpo che Deadpool gli aveva inferto. 
- Non puoi sfuggire al tuo destino 418. -
- Sta zitto! Se credi che avrai la meglio su di me una seconda volta...ti sbagli di grosso! - urlò la ragazza e fece pressione sul grilletto ma non uscì nulla a parte quell'odioso rumore che non avrebbe mai voluto sentire: "click", "click", "click".
- Cazzo! - imprecò arrabbiata scaraventando l'arma a terra, tornando a puntare lo sguardo sullo scienziato che era scoppiato in una fragorosa risata. 
Quell'uomo le dava i brividi.
- Beh, a quanto pare avrò la soddisfazione di ucciderti con le mie mani! - disse la rossa correndo nella sua direzione con un pugno alzato, ma lui la schivò, la colpì con una siringa al collo e infine le assestò un pugno alla bocca dello stomaco che la fece cadere in ginocchio, ripiegata su se stessa. 
La vista di Kate si stava facendo improvvisamente appannata. Tutto intorno a lei girava come un ossesso. 
Alzò gli occhi su Hector. 
- Cosa....cosa....mi hai...fatto...? - 
Faticava persino a respirare.
- Non ha importanza, non ti preoccupare, tra non molto ti troverai di nuovo nella tua cella. E siccome mi sento buono, fingeremo che non sia successo nulla, okay? - le rispose l'uomo con un ampio sorriso sul volto macchiato di sangue. 
Kate avrebbe voluto picchiarlo e insultarlo ma non ne aveva le forze. 
Si limitò ad abbassare lo sguardo contro il pavimento e a soffrire in silenzio. 
La temperatura nell'appartamento era altissima e solo allora si era accorta della presenza di alte fiamme attorno a lei. 
Si concentrò sui colori accesi del fuoco, cercando di non perdere i sensi.
- FireDust! Prendi 418 e torniamo al laboratorio! - gridò Hector all'unico scagnozzo rimasto, un mutante in grado di manipolare il fuoco, che stava combattendo contro Deadpool.
Fu solo allora che Wade notò Kate raggomitolata a terra. 
- Kate! - esclamò ma nel momento in cui si distrasse il mutante gli diede un pugno e corse nella direzione della ragazza sollevandola di peso e gettandosela in spalla. 
- Lasciala andare fiammifero! - gridò il mercenario. 
Fece cadere a terra la cartuccia vuota dalla pistola e caricò rapidamente l'arma iniziando a sparandogli contro. FireDust lanciò una fiammata in direzione di Wade. 
Il mercenario la schivò prontamente e gli saltò addosso pugnalandolo con la sua spada, recuperando Kate e atterrando con un salto. 
L'uomo cadde al suolo con un tonfo. 
Deadpool posò la giovane a terra con delicatezza. La vide combattere per non chiudere gli occhi, mentre si premeva convulsamente la nuova ferita all'addome dalla quale continuava a uscire sangue. 
- Hey, Kate...ascoltami, va tutto bene, cerca solo di restare sveglia, ok? Tra poco sarà tutto finito. - 
- Non...non riesco....- gli ripose la rossa con un filo di voce scuotendo, debolmente, la testa e ricacciando indietro le lacrime. 
Wade le accarezzò la guancia scostandole i capelli dal volto ma le palpebre della ragazza, stanche, si chiusero. 
Deadpool puntò la spada verso Hector che si stava avvicinando. 
- Non ti muovere, bastardo. -
- Credo di averla sottovalutata signor Wilson. Ha ucciso tutti i miei assistenti, complimenti. Ma se pensa che mi limiti a questo si sbaglia di grosso. Non è finita qui. -
- Sta zitto! - gridò Wade e si alzò scagliando un fendente su di lui che però sferzò semplicemente l'aria. 
Lo scienziato era sparito. 
- Non è l'unico ad avere delle abilità speciali, signor Wilson. - 
La voce di Hector echeggiò tra le mura della stanza seguite da una risata fredda.
Il mercenario si guardò attorno ma non vide nessuno. 
Al diavolo.
Prese in braccio la ragazza, corse in camera, tirò su il kit del pronto soccorso e saltò giù dalla finestra scendendo le scale antincendio e abbandonando l'edificio alle sue spalle.

~

Note:

~ Can you hear me screaming for you?
(Puoi sentirmi gridare per te?)
I'm afraid I'm gonna die down here
(Ho paura di morire qua giù)
I can't save, I can't save myself
(Non posso salvare, non posso salvare me stessa)
Get me out, get me out of hell
(Fammi uscire, fammi uscire dall'inferno)
I'm suffocating waiting for you
(Sto soffocando aspettando te)
'Cause the angels don't fly down here
(Perchè gli angeli non volano qua giù)
I need you because no one else
(Ho bisogno di te perchè nessun altro)
Can get me out, get me out of hell
(Può farmi uscire, fammi uscire dall'inferno) ~

Ciao a tutti (^o^)丿
Anzitutto, vi ringrazio per essere qui a leggere il mio ottavo capitolo. Il fatto che stiate occupando il vostro tempo leggendo quello che scrivo mi rallegra molto. Vi prego di commentare se qualcosa vi è piaciuto o vi ha colpito particolarmente. <3
Detto questo ho voluto condividere con voi, un breve testo tratto dal lyrics di una canzone, che trovo molto azzeccata per la mia storia, e che ho ascoltato durante la realizzazione di questo capitolo. L'ho tradotta perchè possa essere comprensibile a tutti.
La canzone si chiama "Out Of Hell" degli Skillet.
Fatemi sapere nei commenti se anche voi ascoltate gli Skillet, se vi piacciono le loro canzoni e il genere oppure no. :)

❀ 𝑺𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ❀《𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆》Kde žijí příběhy. Začni objevovat