Capitolo 1

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Pov di Diana

Drinn! suona così quella maledetta sveglia. Sono le 06:45 e oggi è il mio primo giorno di scuola. Scusate non mi sono presentata, sono Diana Smith. Ho 16 anni e frequenterò il Liceo Artistico Paul Klee. Ho i capelli lunghi e mossi, di un tinto rosso fuoco, occhi azzurri cielo, alta e minuta, dire che sono timida è un eufemismo. Sono nata a Milano e ho vissuto lì fino a pochi giorni fa, ora per via del lavoro di mio padre abbiamo traslocato qui a Genova. Non mi è dispiaciuto cambiare casa, Milano mi ricordava solo momenti tristi. Qui posso ricominciare da capo, nessuno mi conosce o sa niente di me. Non mi dispiace nemmeno per quei pochi e inutili amici che avevo.
Per fare bella impressione non ho idea di come vestirmi. Non me ne intendo molto di moda, mio padre non ha nemmeno molti soldi per comprarmi dei capi firmati. A me non interessa molto il look, infatti, sono sempre un po' trasandata. Credo che indosserò un felpone del 'H&M' bordeaux, un paio di leggins neri e le vans nere. I capelli li lascerò sciolti, mentre come trucco  metterò solo il mascara e la matita sotto gli occhi. Sono pronta per il nuovo inferno, ma prima di andare a prendere il bus, berrò una tazza di latte.

Arrivo in cucina e c'è mio padre che sta seduto a leggere il giornale.
"Buongiorno Diana" dice sorridendo.
"Buongiorno" rispondo molto freddamente.

Bevo la mia tazza di latte con qualche gocciola velocemente perché sono le 07:15. Saluto mio padre ed esco di casa, sto correndo perché la fermata del bus è lontana e non voglio arrivare in ritardo. Riesco in tempo a prendere il bus, purtroppo è super pieno e per me è un problema, perché ho paura di stare in uno spazio piccolo e affollato. Non riesco a respirare e a volte svengo, ma proprio oggi non voglio farmi già conoscere. Così decido di scendere e di correre. Stranamente riesco ad arrivare in anticipo, non è così lontana la mia scuola, vorrà dire che andrò a piedi spesso.
Vado in segreteria e dico il mio nome e successivamente vengo accompagnata  alla mia futura classe. Sembra di essere entrati nel 'Bronx'. Quando entro in classe tutti iniziano a fissarmi ed io decido di sedermi al primo banco. Sento dietro i miei compagni che bisbigliano, credo stiano parlando di me. Ad un certo punto entra la prof e ci alziamo tutti in segno di saluto.

"Buongiorno! Sono la professoressa Manuela Rossi e insegnerò Storia dell'arte. Facciamo l'appello." dice e inizia ad elencare i nomi dei miei compagni di classe, fino a che non arriva al mio.

"Diana Smith" dice con aria interrogativa e ad alza lo sguardo verso di me.

"Presente" dico e mi alzo, per poi sedermi subito dopo.

"Oh signorina vedo che è nuova di qui, spero si troverà bene." dice sorridendo mentre continua a scrutarmi. Successivamente inizia ad introdurre gli argomenti che avremmo affrontato con lei, mentre io la ascolto e prendo appunti.
Ad un certo punto la porta viene spalancata ed entra una ragazza con l'aria da "maschiaccia". È una ragazza con i capelli biondi e lunghi da una parte e rasati dall'altra, con occhi verdi smeraldo, alta e minuta come me. Ha l'ombretto nero sulle palpebre, ciglia lunghissime nere grazie al mascara, un filo di matita nera sotto gli occhi e rossetto rosso sulle labbra. È vestita con dei leggins neri, una maglietta grigia con tanti teschi sopra, una giacca di pelle nera e un paio di all star nere. Ha anche un piercing al naso ad anello. Ha proprio l'aria della classica ragazza "ribelle", un po' punk, insomma è "trasgressiva" in confronto a me.

"Scusi si deve bussare prima di entrare! Lei chi è?" dice la prof.

"Sono Lucia Mornese. Si dia una calmata, è già fortunata di vedermi il primo giorno." risponde con tono scocciato e non curante del fatto di essere stata sgarbata.

"È in ritardo di un'ora! Che non si ripeta più mi raccomando! Si sieda lì davanti." Indica il mio banco. No ti prego!

Si dirige verso il mio banco, si siede e inizia a giocare col telefono, senza nemmeno deniarsi di salutarmi.

Diana & LuciaWhere stories live. Discover now