4~ In quale universo parallelo

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Alice sta continuando a parlare.

Ora, il fatto che Alice stia parlando dovrebbe significare che io la stia ascoltando.

Il punto è, invece, che Alice sta continuando a parlare ininterrottamente da quando io sono entrata in camera, circa mezz'ora fa.

Non è che io non voglia bene ad Alice, anzi. Le voglio molto bene, siamo amiche da quando sono arrivata ad Hogwarts e lo sarò per sempre, molto probabilmente.

Solo che Alice sta parlando a macchinetta, e io mi sono irremediabilmente persa.

-Capito?! Capisci?! E adesso mi chiede pure di stare calma! Quella è una sgualdrina che gli gira attorno e lui fa finta di niente!-

Sono abbastanza sicura, dopo quest'ultima affermazione, che si stia riferendo al suo storico ragazzo Frank Paciock.

Però, senza sapere chi sia la ragazza che a detta di Alice ci sta provando con lui, faccio la cosa che mi riesce meglio.

Sorrido e annuisco.

-Non mi stavi ascoltando, vero?- capisce lei.

E all'improvviso ogni facciata e ogni difesa sono da gettare al vento, perché Alice ha capito.

E ora parte la ramanzina.

***

Ho sempre trovato la ronda affascinante.

Girare per scuola, immersa nel silenzio, del tutto autorizzata.
È sempre stato piacevole.

Soprattutto perché, a fare la ronda con me, c'era Remus Lupin, e la sua compagnia non è poi così sgradevole, per essere un malandrino.

Ma adesso la ronda è diventata l'incubo che mi sono aspettata, con Potter al mio fianco che non smette di parlare per un dannato secondo.

È peggio di Alice, e ce ne vuole.

-Capisco che il tuo amore per la tua voce sia spropositato, Potter, ma smetteresti di cianciare un minuto per esercitare i tuoi doveri da Caposcuola?-

Potter mi guarda stralunato, come se avessi appena detto che il cielo è viola e i porcospini volano.

-Evans, mia dolce rossa...-

Comincia, e giuro che se non smette di chiamarmi così gli faccio diventare i capelli rosa shocking.

-Io ti stavo raccontando di come fossero andate le mie vacanze estive. Ma se tu invece preferisci fare altro... be', non potrò fare altro che accontentarti.-

Se uno sguardo potesse uccidere, Potter sarebbe già a terra a contorcersi in preda alle fiamme.

-Potter...- ringhio -Ti devo forse ricordare che io ho già un ragazzo? E anche se dovessimo lasciarci, di certo non sarebbe per un individuo come te.-

Un lampo di malinconia passa nel suo sguardo.

Io sono un'ottima osservatrice, modestamente.
Mi accorgo subito di ogni cosa, e posso garantirlo con certezza.

Solo che, stavolta, non faccio neanche in tempo a rendermene conto, che è già sparito.

Ed ora, se a causa di Potter io perdessi la mia abilità nel notare le cose, be', avrei un motivo in più per odiarlo.

Solo che quel lampo c'è stato davvero.
Forse.
Credo.
E non è nella mia natura odiare una persona triste.

-Lily.- mi chiama lui.

Ed io mi sto odiando, odiando seriamente, perché sto pensando a com'è strano il suo tono.

Com'è strano il mio nome sulle sue labbra, come suona.

Come se fosse un segreto, un qualcosa di prezioso da tenere vicino al cuore.

Il punto è, che sto pensando tutto questo con una meraviglia piacevole, ed è riferito a James Potter.

E James Potter con piacevole non possono essere messi in uno stesso contesto.

Però è come se avessi la lingua incollata al palato, come se le mie labbra non ne volessero sapere di parlare, di correggerlo.
Come se a loro andasse bene che Potter pronunci il mio nome.

-Mi dispiace per tutte le cose che ti ho fatto negli anni passati. Sul serio. Sto cercando di rimediare.-

E se fossi un'altra persona probabilmente adesso cadrei al suolo come una pera cotta, perché James sono-il-re-del-mondo Potter si è appena scusato.

Invece sono io, e mi chiedo in quale universo parallelo sono finita.

Perché all'improvviso mi sembra di essere fuori dal tempo e dallo spazio, sospesa nel vuoto, in questo momento che è così diverso da quelli trascorsi con Potter in questi anni.

Ed è piacevole, questo momento con lui.

E di nuovo piacevole e Potter sono in uno stesso contesto, per due volte nella stessa ora.

-O-ok, va bene.- mi esce.

E a questa risposta così banale dò la colpa certamente alle inaspettate scuse.

Destinati ||JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora