1~ Su un piatto d'argento

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La Evans si volta verso di me lentamente, con gli occhi che mandano scintille.

Mi fulminare con lo sguardo, ed io non posso che trovarlo così divertente.

Mi passo una mano fra i capelli, perché so che la fa imbestialire.

E infatti i suoi occhi diventano due fessure, e trovo tutto questo ancora più divertente.

-Potter.- ringhia.

-Evans! Ti sono mancato?- domando, brioso.

Lei mi volta deliberatamente le spalle.
A me.
A tutto il ben di Dio che ha davanti.
Questa ragazza è pazza.

Tuttavia non mi lascio scoraggiare, e mentre il treno comincia a partire ed Evans si incammina verso la cabina dei Caposcuola, la tallono come neanche il miglior Cacciatore di Quidditch potrebbe fare.

-Ehi, Evans.-

-Evans.-

-Evans.-

-Evaaaaans-

-Evansevansevansevans...-

-POTTER. Mi spieghi per quale insulso motivo sei qui a rompere i bolidi a me , invece che stare a strozzarti con le Cioccorane insieme ai tuoi amici?!-

Be', almeno mi ha parlato.

-Te lo spiego immediatamente, dolce rossa. Volevo farti beneficiare della mia straordinaria presenza, ma sembra che tu rifulga al mio splendore. E per ciò mi chiedo: ti abbaglio?-

Ok. Forse ho esagerato.

La Evans è leggermente rossa, più o meno come i suoi capelli legati in quella coda alta che odio così tanto.

Sembra stia per implodere e, per quanto divertente possa sembrare vedere gli studenti ricoprirsi di interiora di Caposcuola, fidatevi: non è così.

-Affatto, Potter. Tu non mi abbagli affatto, per il semplice motivo che non splendi. Ma se vuoi posso darti fuoco, e allora ammetterò di fuggire a causa del calore insostenibile che emaneresti.-

Oh, ma me la sta servendo su un piatto d'argento!
Come faccio a non replicare?!

-Mi stai implicitamente chiedendo di ardere di passione, per te, Evans?-

Lei fa per ribattere, ma ecco che qualcuno ci interrompe.

E non è che io odi gente a caso, nemmeno se è il Cercatore di Tassorosso che alla penultima partita della stagione mi ha soffiato il boccino dalle dita, dico sul serio.

Il fatto è che la Evans gli sorride.
Gli sorride, ed è così bella quando lo fa.

E non è che io non mi impegni per farla sorridere, è solo che con me ha la solita espressione che esprime tutto il suo disprezzo nei miei confronti.

Non che sia meno bella, perché lei è bella sempre.
Ma quanto sorride è qualcosa di spettacolare.

È che io sono geloso marcio, fino all'ultima unghia del dito, e che non posso fare altro che guardare, mentre in faccia mi stampo il sorriso più sarcastico che riesco a fare mentre il ragazzo di Evans la saluta con un bacio divi-NO.

È che la Evans sembra proprio non calcolarmi, e questo fa male, per quanto possa fingere il contrario.

È che mi sono reso conto di amarla troppo tardi, quando per anni non ho fatto altro che farmi detestare da lei, e adesso ho la sensazione che sia troppo, troppo tardi per farmi perdonare.
Checché ne dica Remus.

Destinati ||JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora