VOLUME 3: se - CAPITOLO 10

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Mi accarezzò fino a che tutto il mio corpo quasi non andò a fuoco: solo allora mi lasciò andare. Ero incapace di alzarmi, quindi rimasi sdraiato mentre lui si tirava su e cominciava a sbottonarsi gli abiti leggeri.

Il suo corpo così simmetrico era ancora molto bello: solo guardandolo, il mio cuore patetico ne rimase scosso. Avevo la mente come febbricitante ed ero incapace di distogliere lo sguardo, potevo solo guardarlo.

Un uomo di già 40 anni... Vedendolo così, appariva veramente molto giovane, come se fosse invecchiato solo di dieci anni.

Il suo viso era sempre pulito e bello, le gambe snelle e robuste, le spalle diritte e ampie, la vita sottile, senza neanche una traccia di grasso.

Guardando la sua vita flessibile mentre si piegava verso di me, il mio corpo da caldo si fece rapidamente freddo: volevo quasi mettermi a ridere.

La differenza era davvero troppa.

Confrontato con il suo, il mio corpo asciutto e magro... cos'era?

All'inizio avevo semplicemente l'aspetto di un quarantenne, ma dopo un anno in ospedale ero dimagrito al punto che non c'era rimasto quasi più niente. Una differenza d'età di quattro anni non si dovrebbe vedere ma sembrava che io mi fossi affrettato ad invecchiare, rispetto a lui, diventando un vecchio raggrinzito.

Se entrambi fossimo peggiorati, allora ok.

Ma lui era rimasto molto in forma.

Se avesse visto la mia cassa toracica così in evidenza e il mio addome così molle, forse gli sarebbe passato l'appetito.

Dopo che mi ebbe sfilato il golf da sopra la testa, allora iniziai a fare resistenza, mentre tentava di sbottonarmi rapidamente la camicia. Mi abbracciavo stretto, senza nessuna volontà di lasciare andare, nessuna intenzione di lasciare che me la togliesse.

"Che succede?"

Non dissi niente, non sapevo che dire. Coprii rigidamente la pelle esposta che non volevo che vedesse.

"Ancora non vuoi?"

Sembrava leggermente deluso, per cui mi sentii dispiaciuto.

"Vorrei aspettare un po'..." Balbettavo. "Aspettare un altro po'..."

Forse se avessi fatto dello sport sarei migliorato: anche se non sapevo per quanto tempo avrei dovuto lavorare per vedere risultati, almeno sarebbe stato meglio che in quel momento.

"Perché?" Non aveva ancora allontanato la mano con la quale mi aveva afferrato con forza le braccia. "Non hai appena detto... che volevi che stessimo insieme? Ti sei sentito improvvisamente ripugnato?"

"Non è questo!" Guardai il suo viso, serio e un po' debole: avrei davvero voluto abbracciarlo.

"Allora... Hai ancora paura di me?" Stava ancora cercando di capire. "Non ti farò del male, davvero..."

"Non ha a che fare con te." Cercai vagamente di spiegare, sotto il suo sguardo sospettoso. "È solo che all'improvviso non mi sento a mio agio. La prossima volta, la prossima volta noi..."

"Perché non ti senti a tuo agio? È un grosso problema?"

Stavo sempre cercando di proteggerlo, ma non trovavo altre parole da dire. Lui mi guardò per un po', poi allontanò le mani senza aggiungere altro.

"Vado a fare un bagno." Sussurrò dopo essere rimasto seduto per un po', quindi si alzò, si sistemò i pantaloni semi-aperti e si allacciò di nuovo la cintura.

Il suo improvviso silenzio e disorientamento mi fecero stare male. Questa mia noiosa autostima cos'era? Sarebbe stato meglio fargli vedere il mio vecchio corpo e disgustarlo, piuttosto che rattristarlo.

*****

"Lu Feng..."

"Sì?"

Lo abbracciai per la vita, con il viso vicino al suo addome. "Io... posso usare la bocca, per darti sollievo."

Rimase sorpreso per un po', quindi alzò la mano per toccarmi la fronte: "Maledizione, ma non è la cosa che odi di più?"

"Se fa piacere a te, allora va bene." Gli slacciai la cintura. "Io..."

"Stupido." Sembrava che stesse contenendo la rabbia. Mi picchiò forte sulla fronte. "Credi che voglia stare con te solo per il mio basso addome?!"

"..."

"Vorrei stare con te." Riusciva a stento a mantenere il controllo sulla sua voce. "Ma se non vuoi, non importa."

Gli affondai il viso nella pancia. "... è molto brutto."

"Eh?"

"Il mio corpo... è davvero brutto, completamente diverso dal tuo... ancora non l'hai visto..."

*****

Rimase un attimo in silenzio, poi all'improvviso mi spinse bruscamente sul letto. Si avvicinò a me con le labbra serrate: non capivo se stava ridendo o era molto arrabbiato, ma il suo sguardo era feroce.

Il secondo successivo mi aveva strappato la camicia: non avevo avuto il tempo di emettere un suono, che mi aveva sfilato anche i pantaloni. Ero ancora sorpreso, mentre mi premeva giù con il suo corpo duro e caldo.

Mi forzò ad aprire le gambe, spingendole ai lati. Mi sistemò un cuscino sotto i fianchi, per sollevarli, nonostante fossi nel panico e continuassi a ripetergli "aspetta un attimo". Continuò a baciarmi petto e addome fino a che non diventarono rossi e bollenti; anche il punto più segreto era stato leccato ripetutamente, i miei tentativi di lottare e resistere erano inutili.

Davanti e dietro ero completamente umido a causa della sua lingua, quell'oggetto morbido, flessibile, caldo e umido che continuava a stuzzicarmi. Io potevo solo contorcermi disperatamente, allungando le mani per afferrare i suoi capelli e implorare pietà, con la gola che riusciva a emettere solo suoni strani, il corpo così gonfio da sentire male, eppure ancora non potevo neanche chiudere le gambe.

Di quando in quando continuavo a implorarlo "Smetti di leccare", ma allontanò generosamente le labbra soltanto quando ebbi raggiunto il limite.

Allora riuscii anche ad allungare le gambe, fino a quel momento premute giù e quasi paralizzate. Ma ebbi il tempo di rilassarmi solo per un momento: l'attimo dopo ero sdraiato su un lato, con lui seduto sotto una gamba e l'altra appoggiata sulla sua spalla.

I miei legamenti non potevano sopportare uno stress del genere, quindi iniziai subito a piagnucolare. Non sentivo davvero dolore, ma mi sentivo informicolito e addormentato. Quando mi toccò dietro con le dita fredde, potetti solo respirare disperatamente, irrigidire il corpo e afferrare le lenzuola.

"Non avere paura, starò molto attento."

Anche se aveva parlato con tono serio, quella voce bassa che usciva dalla sua bocca faceva sentire la gente solo ancora più a disagio.

A Round Trip to LoveWo Geschichten leben. Entdecke jetzt