L'attaccapanni

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Era un pomeriggio come gli altri, durante i quali Mycroft Holmes, per sconfiggere la noia, studiava per i test di ammissione all'università.
Era tutto così silenzioso, tranquillo e perfetto finché la porta della stanza si aprì ed entrò un piccolo Sherlock saltellante.
"Mycroft" disse il bambino mentre gli tirava una manica della camicia, "facciamo una partita a scacchi?"
"Non ho tempo ora" rispose lui mentre girava la pagina del libro di testo.
"E allora quando?" chiese Sherlock.
"Dopo" rispose secco il fratello.
"Dopo quando?" gli domandò il bambino mentre si arrampicava sulla scrivania.
"Quando avrò finito qui" rispose seccato.
"E quanto ci metti?" chiese con maggiore insistenza.
"Dipende, se stai zitto e fermo, finirò prima"
Sherlock si sedette sulla scrivania e cercò di stare il più fermo possibile.
Per qualche minuto riuscì a stare in perfetto silenzio, ma poi iniziò a giocare con le penne che erano appoggiate sul tavolo.
"Sherlock," borbottò Mycroft, "sta fermo"
Il bambino depositò le penne e sospirando si mise a guardare la stanza.
In quel posto era tutto perfettamente in ordine, non c'era nulla che non fosse in armonia con il resto della stanza. I vestiti erano perfettamente piegati ed erano appoggiati sul letto perfettamente rifatto; i libri erano perfettamente ordinati in ordine di autore sulla piccola libreria accanto alla finestra e perfino le tende erano perfettamente allineate sulla finestra semi aperta.
Per Sherlock era tutto troppo ordinato, così da bravo fratello minore decise che era ora di dare una sistemata. Scese dalla scrivania e, senza farsi vedere dal fratello, iniziò a stropicciare i vestiti, disfò il letto e si arrampicò sulla scrivania per prendere un libro, ma fu lì la sua rovina. Cadde a terra e si tirò addosso tre quarti dei libri, Mycroft si voltò subito per vedere che cosa stava combinando quella peste di suo fratello e, quando vide tutto quel disordine, ci mancò poco perché facesse un infarto.
Si alzò in piedi, tirò fuori suo fratello dalla pila di libri e lo prese in braccio.
"Hai finito finalmente!" esclamò il piccolo, quasi totalmente ignaro del disastro che aveva combinato.
Senza perdere la calma e prendendo un bel respiro, Mycroft si avvicinò alla porta e appese il fratello per le bretelle all'attaccapanni in ferro della porta, poi l'aprì e iniziò a mettere in ordine tutto quel caos.
Quando ebbe finito, uscì dalla stanza e lasciò suo fratello appeso.

Sherlock HeadcanonsWhere stories live. Discover now