Il ristorante

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"Sono tornato, John." voleva gridare Shelock Holmes dal finestrino della Jaguar di suo fratello. Erano passati due anni da quando non vedeva John Watson, il suo migliore amico, e adesso non vedeva l'ora di poterlo riabbracciare e raccontargli ogni singola cosa che gli era successa durante quell'arco di tempo interminabile.
"John, mio carissimo John." Pensava mentre scendeva dalla macchina e entrava nel ristorante più costoso di tutta Londra. Entrando si tolse il cappotto, lo consegnò a un cameriere e si diresse verso il tavolo dove sedeva il suo blogger, spostò la sedia vuota e esordì dicendo: "Hey John!"
John Watson alzò il viso dal menù spazientito, era stata una giornata pesante e non aveva intenzione di fare conversazione con un tipo strampalato.
"Scusi signore, credo che lei abbia sbagliato tavolo."
"John, sono io! Sherlock!" rispose sconcertato Sherlock.
"Sherlock chi, scusi?" John lo guardava come se quel nome non si significasse niente, come se non ricordasse chi era il suo migliore amico.
"John" borbottò Sherlock disordinato.
"Senta signore, io non la conosco e ora potrebbe lasciarmi in pace? Sto aspettando una persona piuttosto importante" rispose secco.
L'unico suono che uscì dalla bocca di uno meravigliato Sherlock fu: "Si, certo. Buona serata".
Il detective si alzò dalla sedia e si diresse con passo lento alla porta. Prima di uscire dal ristornate si voltò per guardare John, la persona che stava spettando era finalmente arrivata, una donna bionda si era seduta davanti a lui e rideva. Sherlock uscì dal ristornate proprio mentre una lacrima gli rigava il viso.

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