In un impeto di affetto, fingo di muovermi nel sonno e mi avvicino ancora di più al corpo muscoloso del mio fidanzato.

L'ultima notte.

L'ultima notte con il mio primo amore.

Perché se con George era amore, quello che provo per Gabri è amore elevato alla millesima.

E con questi pensieri mi addormento profondamente.

Mi sveglio solo poche ore dopo e, cercando di non fare rumore, mi alzo dal letto, districandomi dall'intreccio di gambe e braccia.

Devo partire. Devo farlo. Devo ritrovare me stessa.

Afferrando il mio borsone, precedentemente riempito con i miei pochi vestiti, mi allontano dalla camera in cui dorme il mio amore.

Lancio un'ultima occhiata al suo corpo e sono tentata di scoccargli un ultimo bacio, ma mi trattengo, spaventata dall'ipotesi che si possa svegliare.

Prendo il telefono e mi dirigo verso l'uscita.

Ma, proprio come sospettavo mi perdo nell'immensa casa e quasi senza accorgermene entro in un salottino il cui stile è completamente differente rispetto al resto dell'abitazione.

Se quest'ultima è ultra-moderna, la stanza in cui mi trovo è il suo opposto!

Una fioca luce proveniente da una lampada poggiata distrattamente su una mensola rischiara il buio all'interno di quella stanza.

Un caldo parquet ricopre tutto il pavimento e della carta da parati occupa tutte e quattro le mura, creando un ambiente accogliente.

Di fronte a me, a ridosso del muro, c'è uno scrittoio che ha la parvenza di essere molto antico.

Incuriosita, mi avvicino, evitando il divanetto candido posto in mezzo alla stanza, attorno a un tavolino di legno, su cui sono stati lasciati degli occhiali e un giornale, con accanto una tazza ormai vuota.

Sento una forza potente che mi attrae verso quello scrittoio e, con passo felpato, mi ci avvicino.

Rimango delusa quando noto che ci sono solamente delle penne lasciate disordinatamente su tutto il ripiano e qualche foglio ancora bianco.

Un luccichio attira la mia attenzione e, da un cassettino semichiuso, afferro una chiave quasi arrugginita.

La rigiro tra le mani, domandomi cosa potrebbe aprire quella chiave così piccola da poter essere anche definita insignificante.

Il mio sguardo vaga indefinito per tutta la stanza cercando ciò che quella chiave potrebbe celare, ma non vedo niente di strano e uno strano presentimento mi si infila nelle membra della mia mente.

Ovvero che non riuscirò mai a sapere qualcosa su quella chiave perché il mio tempo è limitato purtroppo.

Ma proprio quando sto per perdere le speranze, una timida idea prende possesso della mia mente.

Dedico nuovamente tutte le attenzioni sullo scrittoio e comincio a perlustrarlo per notare anche una più piccola anomalia.

Apro tutte i cassetti, fino a trovare uno scrigno decorato finemente.

I toni volgono sul rosso sangue, con alcune decorazioni in oro che lo rendono estremamente delicato e prezioso.

La mia mano trema quando avvicino con trepidazione la chiave al suo presunto ingresso.

E sospiro contenta quando mi accorgo che la chiave è entrata.

Mi siedo comodamente sul divanetto, sentendomi come una ladra e con ansia apro lo scrigno.

Un'intrigante scommessaWhere stories live. Discover now