Capitolo5

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Lauren si alza da terra frastornata e, sedendosi sul marciapiede, cerca di capire la situazione. Sente il sangue colarle giù dal naso e la bocca all'interno è piena di esso ed ora si mette a sputarne un po'. È caduta di faccia dopo aver aperto la portiera. Probabilmente avrà sbattuto con le labbra.
Si guarda intorno. Nessuna ombra della Ferrari bianca di Tyrone. "Perfetto" pensa imbestialita.
Fortunatamente il bus è dista meno di dieci minuti da dov'è ora, perciò si fa coraggio e si alza barcollando leggermente prima di trovare stabilità.
Durante quella silenziosa camminata i pensieri si affollano nella testa facendo un gran caos. Un urlo dietro l'altro. Un ammasso di parole che strillano silenziosamente procurandole dolore alle tempie.
Il tragitto sembra infinito e quando le sue gambe stanno per cedere, intravede da lontano, come un miraggio, il bus. Inserisce il codice una volta arrivata e la porta si apre facendo un piccolo bip per poi richiudersi velocemente alle sue spalle.
Butta la sua borsa dove capita, si avvia verso il bagno per medicarsi ma il suo telefono inizia a squillare e subito lo prende tra le mani sperando di non aver svegliato nessuno. Sul display esce il suo nome...
«Ehi Laur» risponde una voce dall'altro capo
«Ehi Laur? Ehi Laur.» ripete a denti stretti «Mi stai prendendo per il culo Demetria?»
«Beh, calmati» ridacchia
«Davvero? Stai scherzando? Mi dovrei calmare dopo che fai la poco di buono con quella cagna da quattro soldi?»
«Non capisco cosa ti importi. Non c'è nulla tra di noi, sei una tra le tante, perciò..»
«Sí, infatti, Demetria» la interrompe «Una tra le tante»
«Quindi, non capisco la tua...»
«Buonanotte.» risponde fredda, chiudendole il telefono in faccia

Butta un sospiro di frustazione e serra la mascella respirando a fatica mentre le parole della Lovato rimbombano nella mente.
«Una tra le tante» ripete più delusa che arrabbiata
«Ci sono più troie nella comunità LGBT che in altri posti» afferma qualcuno nella penombra
Alza il capo e riconosce il viso della cubana appena illuminato dal chiaro di luna che entra dal finestrino.
«Lauren che.. che è successo?» domanda preoccupata
La latina alza un sopracciglio poi si ricorda del naso e della bocca sanguinanti e della sfuriata con quel cretino.
«Non sono affari tuoi» accenna con tono acido
«Non mi interessa cosa pensi. Mettiamo da parte l'odio reciproco per un secondo, devo medicarti» si affretta a rispondere avvicinandosi a lei con affare sicuro
«Stai lontana da me» si scansa sbarrando gli occhi
«Per una volta fidati, per.. per favore»
Le porge la mano facendole capire di avere solo buone intenzioni. Lauren la scruta per qualche secondo e deglutendo rumorosamente l'afferra provando a buttarsi e lasciarsi andare.
Le due si chiudono in bagno, Camila accende la luce, fa sedere Lauren su uno sgabellino e, dopo essersi legata i capelli disordinatamente, prende un kit e inizia a medicarla.
Per un secondo gli occhi verdi e penetranti della latina entrano in quelli nocciola finendo per far distrarre "l'infermeria".
«Ahi» geme Lauren riportandola alla realtà
«Scu-scusami» si morde il labbro inferiore «Scusa»
«Perchè eri sveglia a quest'ora?»
«Ho sentito il tuo cellulare e poi la tua conversazione con Demi.. ehm, vuoi dirmi cosa ti è successo? È stato Ty, vero?» si irrigidisce nel pronunciare le ultime parole
«Sono solo caduta, tranquilla» mente
«Sai cosa mi piace di te? I tuoi occhi non sanno mentire» risponde con un sorriso sghembo «Quindi?» torna seria «Come ha osato metterti le mani addosso? Su una donna..»
«Basta così Camila» la zittisce «Non ti allargare troppo»
«Volevo solo fare la persona gentile»
«L'hai fatto, te ne sono grata, ma ora possiamo tornare ad odiarci come prima. Non serve fingere» distorce le labbra
«Perfetto Jauregui» farfuglia con lo stesso tono «Allora finisci sola»
Molla il batuffolo di cotone nella grande mano di lei ed esce dal bagno tornando a infilarsi sotto le coperte della cuccetta.

Grahana ||CAMREN||Where stories live. Discover now