Il coraggio di dire no.

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Michela gli sorride gettando un'ultima occhiata ai ragazzi radunati nella hole dell'albergo "Grazie per aver deciso di restare con lei, sei una brava persona, Massimo!" lui annuisce cercando di non pensare a quanto la donna abbia torto e le fa segno di andare "Vai, non pensarci, a più tardi!" lei annuisce e si allontana, senza voltarsi indietro.
Mentre la guarda andare via, Massimo cerca di farsi venire in mente almeno dieci scuse per mandare Sara a dormire senza sentire di aver fatto la cosa sbagliata, anche perché come le ha detto, non ha il costume e non ha nessuna intenzione di farne a meno, ma quando ricorda che in valigia ha un boxer nero che gli sembra perfetto per fare il bagno senza che diventi trasparente e la cosa lo rende inspiegabilmente felice, capisce di aver sbagliato completamente vita.
Quando torna nella sua camera, quasi gli prende un colpo quando sul letto, spaparanzata comodamente e con il suo libro tra le mani, ci trova Sara.
"Come sei entrata?" le chiede sconvolto, Sara lo guarda negli occhi senza tradire il minimo segno di rammarico "Ti sono cadute le chiavi dalla tasca mentre scendevi di sotto e invece di ridartele, te lo ho rubate per entrare in camera tua!" se non la amasse, Massimo si arrabbierebbe tanto, ma purtroppo la ama, e non può più.
"Vai a dormire!" lei solleva le sopracciglia "Niente piscina?" cerca di batterla con la logica "Potrebbero vederci!" ma lei schiera la testardaggine "Non mi importa! È tardi, i nostri sono tutti fuori, al massimo ci cacciano via ma non lo diranno a nessuno! Andiamo?" un ultimo tentativo "Sara..." anch'esso miseramente spazzato via dalle sue lunghe gambe che saltano giù dal letto e lo raggiungono "E va bene, io vado, se vuoi, mi trovi lì!" e finalmente Massimo trova la scusa, la scusa giusta, quella adatta, quella per fregare se stesso "Vengo, almeno se ti beccano posso dire che stavo provando a fermarti!" una risata nel buio del corridoio e Sara sguscia via, trascinandoselo dietro come una calamita dal polo opposto al proprio.

Quando Sara resta in intimo e si tuffa, riemergendo dalla superficie con un grande sorriso e i capelli sparsi come un sole scuro nell'acqua, Massimo si ritrova a pensare che non ha mai visto niente di più puro e di più sensuale allo stesso tempo, tanto che quando si serve della scaletta per raggiungerla, si sente quasi sporco, quasi di troppo, quasi come se violasse una qualche assurda legge della natura che prevede il solo contatto tra Sara e la sostanza bagnata e trasparente che la circonda.
Massimo raggiunge il bordo e ci si poggia, guardandola nuotare felice e pensando che tutto sommato non c'è nulla di male nel vederla divertirsi, non sta accadendo nulla di eclatante, in fondo, la sta solo guardando mentre fa le capriole, affonda e viene fuori spruzzando acqua a fontanella dalla bocca, la sta solo guardando ridere, la sta solo guardando avvicinarsi con una velocità tale da risultare imprevedibile e stringerglisi addosso, con le gambe intorno ai suoi fianchi, le braccia a stringerlo come una trappola e tutto il corpo premuto contro il suo, senza difese.
Massimo sussulta, mentre un calore prepotente ed antipatico si fa strada dentro di lui e lo riscalda e lo rende idiota allo stesso tempo, gli fa venir voglia di sorriderle e di farla girare, di baciarla e di dirle che per lui è l'unica al mondo.
Cercando di spegnerlo, si irrigidisce "Sara, che stai facendo?" lei gli si aggrappa al torace "Professore, ti devo dire una cosa..." e lui vorrebbe tanto non sentirla "Dimmi!" lei sospira, poi pronuncia finalmente la frase che segna l'inizio della fine.
"Credo di amarti!" e tutto nella stanza prende a girare vorticosamente e Massimo sente l'aria abbandonargli i polmoni tutta in una volta "Tu che ne sai che non sia solo una cotta?" Sara lo stringe di più "Perché quando sono con te non ho voglia di scappare da nessuna parte, mentre con gli altri non mi è mai successo, e poi me ne sono accorta anche da un'altra cosa che non ho mai provato per nessuno..." pericolo, allarme rosso "Che...che cosa?" una pausa imbarazzata, poi "Ho voglia di fare l'amore con te...". Ecco.
Massimo la allontana di scatto, nuotando il più lontano possibile da lei, ma quando Sara fa per raggiungerlo, la ferma alzando le mani "Ferma dove sei, ferma, non ti muovere, Sara..." lei lo fissa dubbiosa "Perché? Che ho detto di male?" Massimo desidera improvvisamente che un asteroide colpisca la Terra e la disintegri in un nanosecondo "Sara tu non ti rendi conto..." ma lei, indispettita, lo riacciuffa e lo incolla alla scaletta, senza più possibilità di fuga.
"No! Non mi dire che non capisco, dimmi che mi sono fatta un film, dimmi che non provi lo stesso, prendimi a schiaffi se serve, ma non mi dire che non capisco, perché capisco benissimo e capisco che preferirei vederti morto piuttosto che con un'altra e preferirei morire domani piuttosto che passare la vita con qualcuno che non sei tu, e se non è amore questo, io non so che cosa sia!" poi tace, con il respiro affannoso, esausta.
Mentre la guarda stretta al suo corpo, dopo tutte le volte in cui l'ha mandata via, capisce che se non si è mai arresa è perché lo ama davvero e si sente stupido per non averlo capito prima, per aver pensato che volesse solo vincere un qualche assurdo trofeo, per non essersi mai accorto veramente cosa ci fosse dietro ogni malizioso gioco di sguardi, dietro ogni gesto azzardato, dietro ogni tartassamento e presa in giro, e capisce che se anche lui la ama, allora non può farle del male, anche se tutto quello che vorrebbe sarebbe esaudire il desiderio appena espresso da Sara.
"Sara, piccola mia, io sono vecchio per te, sono un rottame, non sarei mai in grado di renderti felice, meriti qualcuno che possa stare con te alla luce del sole, che non scappi quando gli dici che hai voglia di lui, qualcuno della tua età che ti faccia toccare il cielo con un dito quando siete insieme e che non ti lasci piena di dubbi e di amarezza e quel qualcuno non sono io, io ti farei solo del male, ho sbagliato tutto con te, sono stato uno stupido presuntuoso ed egoista ma ora è arrivato il momento di riparare ai miei errori, vestiti, usciamo da qui, meriti una vita normale e io non te la posso dare, scusami!" Sara annuisce "Sì, me lo aspettavo professore, sapevo che sarebbe andata a finire così ma dovevi sapere, devi sapere che ti amo e so che a modo tuo mi ami anche tu, perché tu mi ami, vero?".
Silenzio.
"Allora?".
Una voragine.
"Massimo...".
Che lo inghiotte.
"Massimo...".
In un sol boccone.
"Si...".
E china il capo, vergognandosene tremendamente, Sara lo stringe a sè, per dargli coraggio e stavolta è lui ad aggrapparlesi addosso come un naufrago ad una cima e a poggiarle la testa sul torace, perso, e gli viene da piangere ma non lo fa, non vuole che lei lo veda ulteriormente fragile.
"Scusa...".
"Non scusarti, siamo innamorati...".
"Basta, Sara, devi andare avanti!" un sospiro, poi l'assenso.
Sara si allontana ed esce dalla piscina, raccoglie i vestiti e li infila anche se è tutto bagnata, poi gli lancia un ultimo sguardo colmo di tristezza.
"Hai ragione, sono stata cattiva ancora una volta, ma non ti farò soffrire mai più, stavolta è vero, buonanotte professore...".
E solo quando ormai è andata via, lui trova il coraggio di risponderle "Buonanotte, amore mio...".



Le prigioni di Garibaldi.Where stories live. Discover now