Giorno 2: ...Vita e consapevolezza (seconda parte)

3.5K 94 11
                                    

Tutte le mie prescrizioni vengono somministrate a Isabella in rianimazione. Nessuno di noi può entrare in questo momento. Le nostre facce restano ferme nella cornice della vetrata. Io, Mariangela, Gianni e Miranda, restiamo dietro il vetro che divide e protegge isabella. Immobili, come manichini in una vetrina che nessuno si ferma a guardare. Fermi, come lo scatto di una foto venuta male, di quelle che guardi e ti chiedi "ma che faccia avevo?". Illuminati da una luce fredda e tagliente, ci guardiamo riflessi nel vetro. Facce stanche e grottesche sul palcoscenico di una vita troppo complicata, a guardare un altra vita cristallizzata, bloccata e sospesa tra tubi e monitor, flebo e medicine per il corpo ma non per l'anima.
Siamo silenziosi. Muti. Ognuno perso nelle sue domande, tra le sue parole, tra le preghiere sussurrate, inespresse.
Insomma, restiamo lì, in attesa che succeda qualcosa. Io attendo che la febbre inizi a scendere, Miranda attende che le somministrazioni siano finite, Mariangela e Gianni attendono di riavere  una figlia.
Ci spostiamo ogni tanto, poi torniamo davanti al vetro, come se qualcosa potesse cambiare.
Parlo con il responsabile del riparto e concordiamo di mantenerla in coma farmacologico finché non sarà stabile, anche per evitarle il dolore di quella costola rotta nel tentativo di salvarle la vita.
Sono passate le cinque del mattino quando la febbre arriva a 37.2, una leggera alterazione ed è già una grande notizia.
Il cuore e la saturarzione sono stabili, la pressione un po' bassa ma accettabile.
"Credo che ora dovresti andare a riposare, la situazione è sotto controllo" Miranda mi posa una mano sulla spalla mentre sono seduta su una panchina in sala d'attesa.
Alzo gli occhi e la guardo.
"Forse hai ragione..."
"Ho sicuramente ragione...hai fatto tutto quello che dovevi e anche di più...vai a riposare, se ci sono novità ti avverto. Sono in turno fino alle sette."
"Grazie"
Mi alzo stancamente. Sento  addosso tutto il peso di questa nottata. Mi dirigo verso l'ascensore, dopo aver salutato i genitori di Isabella. Spingo il tasto di chiamata mentre la testa di Miranda spunta dalla porta del reparto. La guardo dubbiosa, temendo possa essere successo qualcosa.
"Caterina?..."
"Dimmi..." Pronuncio mentre mi volto a guardarla"
"Vivi!"
"Come, scusa?"
"Vivi. Vivi tutto quello che la vita ti propone...c'è chi non può farlo perché è in un letto d'ospedale..."
E scompare dietro la porta con il suo solito sorriso.
Entro nell'ascensore con in mente le prole di Miranda.
"Vivi..."
Ma, do l'impressione di non vivere? Mi domando mentalmente mentre sto scendendo.
"Lo sanno tutti che spesso tieni il freno a mano tirato! Non far finta di non saperlo..." L'omino inconsistente, si fa vivo con la sua vocina. Parla in modo pacato, cosa che non è  proprio da lui, ma questa notte deve averlo segnato.
"Sai perché mi comporto così...quindi non perdo nemmeno tempo e forza per spiegarti..."
"Certo che lo so! Magri però potresti toglierlo quel freno..."
"Mi sembra di averlo fatto."
"Parzialmente"
Mi dirigo alla macchina, salendo e partendo velocemente. Le strade sono sgombero dal traffico, guido con calma ignorando qualunque altra cosa il mio amico voglia dire.
Sono troppo stanca per mettermi a pensare, discutere, riflettere o analizzare. Non voglio pensare a niente. Voglio la mente sgombera da tutto. Voglio lasciare tutto nell'oblio del silenzio e riposare, solo riposare e tornare a casa. A casa da Paulo.
Non ho nessun problema ad ammettere che è lì che voglio ritornare, mentre l'ominide sta in un angolo, silenzioso ma sorridente.
Ferma ad un semaforo penso che non ho le chiavi per entrare e quindi devo per forza chiedergli di aprirmi. Suonare il campanello a quasi le sei del mattino svegliando anche Alicia non mi sembra una buona idea.
Starà dormendo? Mi domando. In ogni caso se voglio varcare la soglia della porta sono obbligata a chiamarlo.
Dai comandi dell'auto invio la chiamata.
Lui risponde quasi immediatamente.
"Ciao meraviglia...come va?"
"Ciao...sto tornando"
"Isabella come sta?"
"Un pochino meglio...la febbre è scesa...per il resto dobbiamo attendere...so che ti disturbo, ma non ho le chiavi...puoi aprirmi? Non volevo suonare il campanello e svegliare tua madre."
"Certo che ti apro...e ti aspetto."
"Grazie...tra dieci minuti sono lì. Ciao"
Chiudo la telefonata e guido per i restanti chilometri senza pensare a nulla. Ascolto solo la stanchezza che mi pervade e il desiderio di essere ancora con lui.
Meno di dieci minuti dopo sono a destinazione. Il cancello è aperto.
Parcheggio. La porta posteriore scatta subito e in un secondo sono su un altro ascensore.
L'ingresso dell'appartamento è socchiusa, le luci dall'interno sono basse. Entro, appoggio la borsa e il piumino sul divano. Mi passò le mani nei capelli e sulla faccia, mi sento svuotata e stravolta.
Paulo appare all'improvviso alle mie spalle. Non lo sento arrivare, come sempre.
Mi abbraccia da dietro attirandomi a se con naturalezza e con un pizzico di qualcos'altro che non riesco a definire. Mi lascio andare contro di lui. Poggio le mie mani sue che sono strette intorno alla mia vita e poggiate sul mio addome. Sospiro e lui mi stringe un po'di più.
Mi volto per averlo davanti senza uscire dal suo abbraccio. Poso le mani sul suo volto e mi avvicino alla sua bocca senza pensare a niente.
Le nostre labbra si incontrano e si trovano immediatamente. Ci unisce un bacio delicato. Il contatto con lui, la sensazione di essere di nuovo tra le sue braccia, dentro quel cerchio magico che le sue braccia sanno creare intorno a me, mi fa sentire protetta e al posto giusto. Continuo ad accarezzare il suo viso e a strofinare il mio volto sul su tenendo gli occhi chiusi.
"Ben tornata bellissima creatura..." Mi parla a bassa voce, infilandomi una mano nei capelli, posando le labbra sul mio collo.
"Grazie.." Dico stringendomi di più a lui.
"Puoi stringermi un po' di più Paulo...per favore.."
"Claro...nina"
Delicatamente mi abbraccia più forte, il mio corpo aderisce di più al suo e le mie braccia si stringono al suo collo. Sento un nodo dentro che si scioglie, qualcosa che si rompe lasciando uscir le emozioni. Faccio un profondo respiro perché sento le lacrime pizzicarmi gli occhi.
Lui percepisce qualcosa.
"Ehi..."
Mi scosta un po' per guardarmi in faccia. Le lacrime sono rimaste sospese da qualche parte, ma la cosa non gli sfugge.
"Sei stanca...hai bisogno di rilassarti...vieni con me"
Mi prende per mano e mi porta nel bagno degli ospiti dove si trova, cosa a cui non avevo mai fatto caso, una grande vasca idromassaggio.
"Non avevo mai fatto caso a questa vasca..." Dico guardandola mentre si riempie d'acqua.
"Eri troppo indaffarata a far star meglio mia madre l'ultima volta che sei entrata qui."
In effetti ha ragione. Alicia era sul pavimento e lei era l'unica cosa che mi interessava in quel momento.
"Hai ragione..."
"Adesso invece devi solo pensare a rilassarti..." Lo dice posandomi un bacio sulle labbra e aiutandomi a sfilare la felpa.
L'idea di infilarmi in quella vasca dopo le ore trascorsa in ospedale è più che allettante.
Lascio che mi aiuti a togliermi i vestiti. Non ho nessun imbarazzo di fronte a lui, non c'è nulla che mi faccia sentire a disagio.
In pochi minuti sono nuda e  mi sto infilando nell'acqua dalla perfetta temperatura. Raccolgo i capelli con un elastico e appoggio la testa al bordo della vasca chiudendo gli occhi. Gli rivolgo uno sguardo mentre mi sta fissando con le mani poggiate al bordo.
Non ho bisogno di dire niente. Inizia a togliersi la maglia e tutto il resto, in pochi istanti entra nella vasca e spinge il pulsante dell'idromassggio.
"Vieni qui..." Mi tende la mano e io l'afferro spostandomi verso di lui. Mi ritrovo appoggiata con la schiena al suo petto, le sue braccia e le sue gambe mi circondano.
Appoggio la testa sulla sua spalla e la sensazione di benessere mi pervade tra il contato con il suo corpo e e le bollicine dell'acqua.
"Sei comoda?" Mi bisbiglia all'orecchio
"Comodissima" gli rispondono accarezzandogli le gambe dove i muscoli sono definiti dagli allenamenti.
"Bene..." Dice posandomi un bacio leggero su una guancia e poi vicino all'orecchio.
Rimaniamo in silenzio per un po', appoggiata a lui ho chiuso gli occhi, mi arriva solo il sommesso rumore delle bollicine che mi massaggiano, il suo respiro ritmato che mi culla e la sensazione delle sue braccia e delle sue gambe che mi circondano.
Nella mente mi torna ciò che mi  ha detto Miranda prima di uscire, quel "vivi!" Imperativo, che non ammette repliche.
In questo momento pensò che ha totalmente ragione, sarei folle a non voler vivere tutto questo, a non assaporarne ogni istante, ma contemporaneamente potrei essere folle anche nel viverlo.
Scarto la seconda opportunità, l'adesso e l'ora hanno più importanza di ogni mio retaggio mentale, di ogni mia barriera eretta a protezione, lascio che ogni dubbio si allontani dalla mia mente.
Mi muovo un po' per sistemarmi meglio e lascio che un sorriso si stenda sulle mie labbra.
"Sei ancora più bella quando sorridi..." Mi dice a voce bassa
"Grazie..."
Socchiudo gli occhi per guardarlo. Il mio cuore accelera di colpo il battito. È così bello che ho paura che tutta quella meraviglia non sia lì per me, non sia lì con me e che da un momento all'altro aprirò gli occhi e tutto sarà svanito.
"Cos'hai?...todo bien?"
"Si...si, tutto bene..."
Prima che possa chiedermi altro a cui non sarei chiaramente in grado di rispondere avvicino le mie labbra alle sue nella muta richiesta di un bacio che immediatamente viene soddisfatta.
Mi accarezza il viso in modo delicato almeno quanto sono delicate le sue labbra.
Si scosta e mi guarda serio.
"C'è il grosso pericolo che io possa diventare dipendente dai tuoi baci sai?...e non solo da quelli..."
Rido. Quel complimento mi da una strana sensazione di euforia, o forse è l'eccessiva stanchezza.
"Stai ridendo della mia dipendenza?"
"No! Trovo che sia un...complimento...non far caso a quello che dico...sono troppo stanca..."
"Appunto...rilassati"
Dal porta sapone di fianco prende una spugna naturale è un barattolo di non so cosa ma con un piacevole profumo.
"Cosa fai?" Chiedo
"Ti aiuto a rilassarti...chiudi gli occhi"
Faccio come mi dice.
Passa la spugna sul mio viso in modo delicato. Sento un profumo piacevole arrivare alle mie narici.
"Non aprire gli occhi o il sapone te li farà bruciare...."
"Uh...uh..." È la mia risposta
Mi sciacqua con le mani delicatamente il volto, attento a non far entrare il sapone negli occhi e nel naso, mi sento come un bambino appena nato che viene lavato con cura per essere pronto ad iniziare una nuova vita.
"Todo bien?"
"Si...benissimo"
Il massaggio continua lentamente. La spugna passa sul mio collo, scende sul mio seno muovendosi in piccoli cerchi concentrici che hanno l'inevitabile effetto di rendere turgidi i miei capezzoli, ma la sensazione è troppo piacevole, troppo rilassante, troppo delicata per formulare solo il pensiero di interromperla.
Si dedica alle mie braccia con quei gesti che sembrano togliermi la patina della stanchezza e levigare le asperità della mia anima.
Lo sento passare alle mie gambe, dalla coscia al polpaccio e ritorno.
Sono priva di qualsiasi volontà. Svuotata di ogni forza. Trasportata in un mondo lontano, dove sofferenza e angoscia non esistono, dove l'ansia e i sensi di colpa sono cancellati, un luogo dove tutto passa attraverso i sensi, dove le parole sono poche e la comprensione, comunque è totale.
Passa sul mio addome e provo quasi un fremito, un desiderio, una voglia che però lascio sopita, galleggiante tra l'acqua, le bollicine e le sue mani.
Respirò profondamente e mi sembra di percepire che tutto in me si rilassi, si alleggerisce, perde quel peso che ho sempre sentito gravarmi addosso.
Nel mio mondo di sensazioni capisco.
Capisco che Miranda ha ragione, devo vivere.
Capisco che i sogni in cui appare mia nonna hanno senso, il senso della lotta.
Capisco che non sono mai stata così, che mi sono sempre proibita di provare tutto questo.
Capisco che sono composta di tante parti, ed ognuna un giorno trovera' il suo posto.
Capisco che posso provare in tutti i modi  a negare a me stessa che lui mi piace, posso anche riuscire a crederci, ma la verità è che mi sono innamorata, ed è una certezza che non posso più nascondere.
L'ammissione di questo fatto mi fa sentire più leggera, mi dà quasi una sensazione di libertà.
Mentre tutto ciò diventa  chiaro nella mia mente, Paulo ha abbandonato la spugna e mi sta accarezzando con le mani, quasi sciacquando con infinita delicatezza.
"Dove sei chica?" Mi domanda a voce bassissima.
"In un posto meraviglioso...."
"Esta lecos?...è lontano il tuo posto meraviglioso?"
"No, e tra le tue braccia...dove sono ora"
"Uhm"".quindi faccio parte del posto meraviglioso?"
"Direi che ne sei il centro..."
Apro gli occhi per guardarlo. Le sue pupille così vicine e di quel colore così intenso hanno una sfumatura che non so definire. Sembra che stia pensando.
"Nessuno mi ha mai detto una cosa così bella..." Mi dice con una voce che sembra quasi tremante.
"Allora stavolta sono io che non sono banale"
"Credo che tu non sia in grado di essere banale nemmeno se lo vuoi..."
Si abbassa avvicinandosi alle mie labbra in un contatto tenero, un tocco delicato ma deciso che fa nascere un bacio che mi sembra soave, morbido e leggero.
È un contato dal valore intrinseco, carico di significati di cui mi rendo conto solo in parte.
Le nostre bocche comunicano, sembrano articolare un discorso che può essere sviscerato solo così, solo lì, solo in quel modo, solo in questo momento.
Poggiò una mano sulla sua guancia e lo sento quasi sospirare, mi stringe un po' di più e continuo a sentirmi sciogliere dentro, vorrei non finisse più, ma respirare è fondamentale è il distacco, seppure malvolentieri avviene.
Restiamo a guardarci negli occhi mentre le parole da dire restano tra noi, sospese a mezz'aria come un palloncino trattenuto da un filo sottile.
Capisco che sta per dire qualcosa e lo fermo. Poggio le dita sulle sue labbra.
"Non parlare...non dire niente...è così perfetto che non serve aggiungere nulla e tu lo sai"
Capisce perfettamente. Da un bacio alle mie dita ancora posate sulla sua bocca.
"Credo sia ora di uscire dall'acqua..."
"Mi sa di sì....mi sto raggrinzendo..." Dico ridendo
Esce dalla vasca prima di me e dalla mia postazione privilegiata mi godo lo spettacolo del suo fondoschiena e delle sue spalle su cui le goccioline d'acqua creano linee impossibili da afferrare.
Infila un accappatoio e il mio spettacolo si conclude.
Prende l'altro accappatoi appeso, lo apre e mi dice semplicemente "vieni..."
Obbediente e mansueta, mi alzo con calma. Sento i suoi occhi che percorro ogni curva del mio corpo e lanciandogli uno sguardo capisco che tutto ciò che vede gli piace e io mi sento quasi una Venere che esce dall'acqua, perfetta e splendida.
Mi aiuta a infilare la morbida spugna e con quella mi stringe in un abbraccio che asciuga la mia pelle e fa esultare la mia anima.
"Hai freddo?" Mi chiede
"No, assolutamente..."
"Bene. Allora vai in camera, mettiti qualcosa e infilati a letto prima che possa cambiare idea..."
Mi sfugge una risatina ma faccio come mi dice.
Sul letto rifatto trovo l'intimo è una mia maglia.
Infilo tutto con una certa lentezza perché sento che il bagno mi ha rilassato ma ha aumentato la mia stanchezza.
Lui arriva prima che possa stendermi, sposta le coperte e mi fa segno di sdraiarmi.
Ha infilato un paio di pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte.
Mi sdraio sul letto avvicinandomi a lui in maniera automatica.
"Che ore sono?" Domando
"Quasi le otto...hai sonno?"
"Si! Incredibilmente sonno..."
"Ora ti la sciò dormire..."
"No!" Dico velocemente
"No...non te ne andare...resta finché non mi addormento"
"Certo che resto...ma tu chiudi gli occhi e riposa..."
"Dovrei controllare Alicia..."
"Sta ancora dormendo, non preoccuparti..."
"Si, ma quando si sveglierà io starò dormendo nel tuo letto...che cosa le dirai?"
"La verità...che hai avuto una nottata pesante e hai bisogno di dormire...è una persona comprensiva e discreta..."
Sento la sua mano che mi accarezza la schiena lentamente e non ho altre forze e domande da fare.
Mi lascio andare avvolta in una totale sensazione di benessere.

Spazio autrice
Care amiche, chiedo scusa se ho impiegato un po' di tempo prima di aggiornare.
Spero che almeno, sia valsa la pena di aspettare questa nuova parte, per questo attendo i vostri commenti.
La storia sta arrivando a un punto cruciale, e siccome nemmeno non so quando le parole sono pronte ad uscire, vi confesso che capire cosa Caterina e Paulo vogliono fare non è sempre facile. So che sembra da "matta" parlare di due personaggi come fossero "reali" persone con cui dialogare ma io ho bisogno di "vivere"  con i miei protagonisti, ho bisogno di sentirli per dargli corpo...si in effetti è proprio da matta! 😆
In ogni caso sto già scrivendo...abbiate pazienza se ci metterò un po'. Intanto fatemi sapere cosa pensate del nuovo capitolo. Attendo i vostri pareri e le vostre ⭐️nel frattempo vi ringrazio e come sempre vi abbraccio. Velmachelly

L'altro battitoWhere stories live. Discover now