Sushi bollente

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Chiusa la porta del bagno della camera da letto sono sola.
Ho in mano i miei vestiti, cioè i suoi vestiti...cioè...non lo so...non so a cosa sto pensando. Mi metto davanti all'specchio e mi guardo ma non so cosa sto vedendo.
Cosa c'è di diverso da stamattina? Sul mio volto niente, dentro di me...tutto.
Il mio omino dell'inconscio non dice nulla, se ne sta seduto a braccia conserte su una sgabello con un sorrisetto derisorio e la testa che ciondola in segno di assenso.
Lo ignoro. Non mi è servito fin'ora non mi serve adesso.
Decido di non farmi la doccia, voglio tenere il suo odore sulla mia pelle il più a lungo possibile. Rimetto la maglia. Non ho le coulotte ma decido di rubargli un paio di slip dal l'armadio ora non mi sembra più una cosa così assurda.
Mi rimetto anche i pantaloni e sono pronta a tornare di la In fondo è tutto ciò che voglio in questa serata.

CON GLI OCCHI DI P.

Appoggiato con le mani al lavandino vedo la mia immagine nello specchio.
"Ma...che..."
Non ho frasi di senso compiuto che mi passano per la mente. Le uniche cose che continuò a rivedere sono le immagini di lei, nuda, appassionata, presa nelle sensazioni, nelle emozioni...e io che non sono riuscito a trattenermi.
"Ti è andata bene amigo..." Mi dice la mia coscienza.
"Mi è andata più che bene...poteva respingermi e l'avrei persa per sempre..."
Invece...Dios mio! Ogni cosa di lei mi fa impazzire!...nulla è stato come me lo aspettavo...tutto è stato molto meglio di come avevo immaginato!!!
Se chiudo gli occhi continuo a rivedere le immagini di noi, di lei...la sensazione di averla ancora sotto di me mi procura un brivido.
Passo le mani sugli occhi per cercare di fare chiarezza, ma non riesco a pensare, l'unica cosa che mi riesce è sentire, con ogni senso che ho a disposizione. Sentire la sua pelle, sentire la sua bocca, sentire il suo seno nelle mie mani, il suo odore nelle narici, il respiro affannato sulla pelle e...la magnifica sensazione di scivolare dentro di lei...Madre mia!!! Ma che cosa mi succede? Nemmeno fosse la mia "prima volta"! E la prima volta mi ritorna alla mente...ma con un altra persona...e non mi provoca nessuna delle sensazioni che sento in questo momento, neanche il desiderio o l'attrazione si eguagliano.
"Questa è una donna amigo! Non una ragazzina...e donne come questa... Ti possono render "loco" e tu lo sabes..."
Non posso stare ad ascoltare la mia coscienza in questo momento. Mi rivesto velocemente e torno in cucina. Lei non c'è ed è meglio così, anche se non vedo l'ora di riaverla davanti agli occhi...e magari tra le braccia...e magari...
Mi metto a preparare la cena, in fondo devo solo apparecchiare e tirare fuori il sushi che lo chef ha preparato, mentre dalla borsa di Caterina arriva il suono del suo cellulare. Chi sarà? Un ondata di curiosità mista a un pizzico di gelosia mi assale.

Dal corridoio sento il mio cellulare squillare dalla borsa. Mi dirigo nel soggiorno e lo estraggo, sul display appare il nome di mia zia Gabriella, in effetti non mi sono fatta sentire per tutto il giorno...
"Ciao Zia!" Le rispondo
"Tesoro ma dove sei? Non ti ho sentita tutto il giorno...mi stavo preoccupando..."
"Tranquilla zia...giornata molto piena oggi...non ho nemmeno avuto il tempo di guardarlo il telefono...no, tutto bene...si...no, esami...si pazienti...cioè, da fuori...si tutto il giorno...no, ho mangiato qualcosa al volo...no, zia, non passò a cena...sono troppo stanca...e sono rimasta a piedi con la macchina...no, non per strada nel parcheggio...no, non ti preoccupare mi arrangio per domani...si chiamo il meccanico...ma no, non adesso non mi risponde ...ti ho detto...no...si...ZIAAA! Sono stanca ci sentiamo domani. Buonanotte. Bacio"
Altri due secondi e riattaccavo senza salutarla!
Metto il telefono sulla mensola con la vibrazione e vado verso la cucina.
Paulo è in piedi di fronte alla penisola dove fa bella mostra di se uno dei sushi più invitanti che abbia mai visto.
"Ecco perché mi hai chiesto se mi piaceva il sushi?" Gli dico mentre ancora mi gira le spalle.
"Si...hai detto che ti piace vero?"
"Si l'ho detto..."
Tra noi non c'è tensione, ma quel sottile filo su cui si cammina quando sei stato molto intimo con qualcuno e non sai come è da dove riprendere qualcosa che si è interrotto.
Mi avvicino agli  sgabelli e mi allungo sul tavolo, non resisto e prendo un Hosomaki di riso e me lo infilo in bocca intero, il sapore è divino.
"Uhm...che buono..."
Paulo si gira e mi sorride, con quel sorriso che mi rivolta lo stomaco e mi riporta alla mente ogni istante che ho appena passato con lui.
"Scusa ma non ho resistito..." Gli rispondo praticamente a bocca piena. È lui ride,ancora.
"Lo vedo..." Il suo sguardo e' malizioso, non credo si riferisca solo al mio sushi rubato...
"Ti riferisci a qualcosa in particolare?..." Gli rispondo con altrettanta malizia nella voce e nello sguardo mentre afferro un altro pezzo di sushi.
"Non oserei mai essere così ...maleducato...però stai prendendo un altro pezzo di sushi senza aspettarmi..." Si appoggia con le mani sul ripiano.
"Ma io ti sto aspettando...l'ho preso per te...vuoi che ti imbocchi?" Il terreno si sta facendo pericoloso...ma tanto che mi importa? Mi sento stranamente a mio agio e ho voglia di vivermi  tutta questa situazione e tutte le sensazioni che mi procura...quando può ricapitarmi?
"Mi vuoi imboccare davvero...? Mi guarda con fare sensuale.
"Certo...devo farti anche l'areoplanino...vrummm" mi viene da ridere, mi sento allegra e rilassata e vederlo ridere mi fa stare ancora meglio.
"Allora?"
Alzo la mano verso di lui ondeggiando come fosse un elicottero. Lui mi afferra il polso e tiene la mia mano ferma davanti alla sua bocca. Mi guarda negli occhi e io ricambio sorridendo. Si avvicina alla mia mano sempre tenendomi il polso. Apre la bocca e si prende il sushi che tengo tra le dita, ma anche loro finiscono tra le sue labbra. Lascio il pezzo di sushi che ingoia velocemente e prima di lasciarmi il polso il mio pollice e l'indice finiscono tra le sue labbra e vengono accarezzati da una sensuale carezza delle sue  labbra e della sua lingua. Mi viene la pelle d'oca perché trovo che il gesto sia erotico e intimo, dolce e malizioso insieme.
"Era rimasto del riso sulle dita" mi dice
"E si, me ne ero accorta...mai sprecare il cibo"
"Dovresti provare a farti imboccare sai?...è piacevole..."
Prende un pezzo di sushi e me lo mette davanti alle labbra.
E io non mi faccio pregare. Apro la bocca e mi prendo il pezzo che mi porge. Mastico e ingoio.
Mentre sta ritirando la mano lo blocco afferrandogli il polso per rendere la pariglia.
Infilo in bocca prima il pollice, poi l'indice che tenevano il cibo ma non mi fermo alle due dita. Con calma, passo ogni dito della sua mano nella mia bocca e più vado avanti più le dita affondano tra le mie labbra, accarezzo ognuno con la lingua mentre lui mi guarda quasi ipnotizzato. Non so nemmeno io dove trovo la sfacciataggine di fare queste cose. All'ultimo dito libera la mano, la infila nei miei capelli e mi attira a se. Le nostre bocche si uniscono in un bacio lento, voluttuoso che vorrebbe non finire più.
Non ho la forza, la voglia e l'intenzione di opporre resistenza. Le nostre bocche sembrano conoscersi da sempre è tutto sembra così naturale, ovvio.
Non c'è fretta in questo bacio, non c'è volontà di dimostrare qualcosa all'altro. C'è solo piacere. Il piacere di sfiorarsi, di stuzzicarsi, di lasciare libera la fantasia, di farsi invadere dall'altro.
Alla fine dobbiamo staccarci, il mio stomaco emette un brontolio non tanto sommesso.
"Forse è meglio usare la bocca anche per mangiare...anche se questa situazione è molto piacevole..."
E mi sfiora ancora le labbra. Ho fame non posso negarlo, ma starei li, tra le sue braccia, appoggiata al suo corpo con le braccia intorno al suo collo, le mani nei suoi capelli.
"Scusa...il mio stomaco stasera è invadente e rumoroso..."
"Non hai mangiato praticamente niente chica...es natural"
Sciolta dal suo abbraccio mi siedo su uno sgabello e lui fa lo stesso. Iniziamo a mangiare e l'impressione che il sushi sia ottimo è confermata. Mangiamo rilassati,sembra quasi che sia una situazione abituale è non lo è per niente.
Sento vibrare il mio cellulare sulla mensola ma è solo un messaggio e non me ne preoccupò.
"Alguno te cerca...non rispondi?"
"Può attendere...ho troppa fame.."
"A tua zia hai risposto però ...forse è tua madre.."
Lo guardò un attimo chiedendomi se è un modo per sapere qualcosa di me oppure è tanto per parlare.
Decido che in ogni caso non ho nulla da nascondere.
"Si ho risposto a mia zia altrimenti mi avrebbe dato il tormento! E...io non ho una madre..."
La sua faccia si paralizza, rimane con un pezzo di sushi a metà strada, vedo che sta per dire qualcosa ma non gli lascio il tempo di farlo.
"...mia madre è morta quando avevo quattro anni, mio padre non l'ho mai conosciuto. Era una ragazza madre che poi si è ammalata ...non ricordo quasi niente di lei. Mi ha cresciuto mia nonna, quando è mancata anche lei avevo quindici anni, mia zia, sorella di mia mamma, mi ha preso con se....mia zia, mio zio e le mie due cugine sono la mia famiglia. Gli devo tanto...tantissimo...e si preoccupa un po' troppo..."
Mi guarda dritto negli occhi, mi ha ascoltato con estrema attenzione. Non c'è traccia di pietà o compassione e questo mi fa piacere.
"Non deve essere stata una vita facile...perdere un genitore è una sensazione che conosco"
"Lo so, conosco la tua storia...ma vedi per me è diverso...io non ho ricordi di lei. Per me mia madre è stata mia nonna e poi mia zia...tu, hai perso qualcuno con cui hai condiviso molto..."
"Non credo sia stato comunque facile per te...come hai fatto a studiare a vivere..."
"Beh, studiare è sempre stata la cosa che mi è venuta meglio...sono sempre stata piuttosto solitaria...poi andavo bene, all'università mi sono mantenuta con le borse di studio, mia nonna mi ha lasciato l'appartamento in cui vivo..."
"Parese tutto così semplice detto da te...ma tuo padre non l'hai mai voluto conoscere?"
"Si, l'ho cercato quando avevo 17 anni, non l'ho trovato e mi sono detta che in fondo uno che non mi ha mai voluto vedere..."
"Forse non valeva la pena cercarlo..."
"Esatto!"
Intanto il sushi è finito.
Mi alzo e iniziò a sparecchiare ho approfittato anche troppo dell'ospitalità. Prendo i piatti e mi dirigo sicura alla lavastoviglie, una donna sa sempre dove trovare una lavastoviglie!
Faccio avanti e indietro un paio di volte, infilo i piatti nella rastrelliera mentre lui rimane seduto a guardarmi e sorride.
"Perché ridi?" Gli chiedo
"Sembri una perfetta "mogliettina"..."
"Certo! Sono una perfetta donna di casa cosa credi?" Gli rispondo mentre infilo gli ultimi piatti.
"Dove sono le pastiglie per la lavastoviglie?"
"Indovina" risponde
"Sotto il lavello!?"
"Ovvio.."
Mi chino sotto il lavello e ne estraggo una, sto per metterla nello sportello ma non mi sono accorta che si è alzato e me lo trovo alle spella.
"Ti aiuto..." Mi dice prendendomi la pastiglia dalle mani e mettendola nell'apposito congegno.
"Secondo te era troppo difficile inserire il detersivo..."
"Sei un ospite..."
Tutto si svolge mentre si trova dietro di me, sento il suo corpo sfiorare la mia schiena, le sue braccia mi circondano perché tiene le mani appoggiate allo sportello. Sono bloccata ma non  ho intenzione di scappare da nessuna parte.
In questa posizione spinge i tasti per accendere l'elettrodomestico.
"L'ospite è sempre sacro...non lo sai?"
Una mano si stacca dallo sportello ancora aperto, mi sposta i capelli di lato e in un secondo sento le sue labbra poggiarsi delicate sul mio collo. Chiudo gli occhi perché la sensazione mi procura immediatamente i brividi. I suoi baci sulla mia pelle continuano sulla spalla che ha scoperto e ritorno verso il collo e l'orecchio. Quando si sposta verso il lobo mi scappa un sospiro. Questa cosa è una tortura!
Con una mano mi costringe a girarmi verso di lui, mi spinge piano verso il ripiano della cucina e il mio peso fa chiudere lo sportello della lavastoviglie con un piccolo rumore.
Il suo viso è a pochi millimetri dal mio.
"Fai sempre così la lavastoviglie?" Chiedo più per cercare un minimo di respiro normale che per altro.
"Sinceramente no...ma potrei farci l'abitudine...una piacevole abitudine..."
Non c'è tempo per dire altro, la sua bocca si avvicina e io sono più che pronta ad accoglierlo, smanio dalla voglia di baciarlo ancora e ancora.
Il suo corpo mi inchioda al ripiano della cucina e mentre sono totalmente presa dalla sua bocca mi rendo conto che le mie mani stanno scendendo verso le sue natiche ma chi se ne importa, sto vivendo il qui e l'ora.
Mi fa impazzire il suo sedere sodo! Non posso non toccarlo e non attirarlo verso di me.
Sento la sua eccitazione premere sul mio ventre e la mia eccitazione aumentare. Il calore e l'umido invadono la mia intimità e potrei sciogliermi.
Con un rapido movimento mi ritrovo seduta sul bancone della penisola, non mi chiedo nemmeno come è successo, come ha fatto, quando mi sono spostata. Le mie gambe sono intrecciate alla sua vita, la sua bocca sta scendendo verso il mio seno.
Sento le sue mani che si infilano sotto la maglietta per togliermela e agevolo il movimento alzando le braccia.
A seno scoperto la mia pelle ha un brivido, ma non per il freddo, per la sua bocca che si è posata su un capezzolo.
Gemo. Prendo il collo della maglia e gliela sfilo, i miei seni sono tra le sue mani e io mi sento divinamente. Con un movimento lascio le sue mani percorrono la mia schiena fino al bordo dei miei pantaloni, senza fatica mi solleva e fa scivolare slip e tuta giù dai miei fianchi.
Essere nuda in questa casa sta diventando un abitudine. Il suo respiro accelerato sul seno mi dà alla testa, mi tira verso di lui prendendomi per le natiche.
Inizia a baciarmi il ventre scendendo sempre più giù...e nella mia mente prende forma l'idea di quello che sta per fare...
Ma la sua bocca all'altezza del mio ombelico mi costringe a stendermi sul piano della penisola. Il contatto con l'acciaio è freddo ma non sento niente. Solo le sue labbra che sono quasi giunte alla mia intimità. Alzo la testa per guardarlo e lui mi fissa con occhi che esprimono una sola cosa...lussuria...pura lussuria.
"...te l'ho detto che l'ospite è "sacro" ... E va trattato bene..."
"...concordo su tutta la linea..."
"...ottimo...allora puoi rilassarti e ....goderti il momento..."
Quel marcato accento su "goderti" mi fa pensare che quest'uomo sa quello che vuole, come ottenerlo e ci prova pure gusto.
Con le mani mi divarica le gambe costringendomi ad espormi completamente a lui, Poggio i piedi sulla penisola, non potrei essere più divaricata di così. La sua bocca si poggia sulla mia intimità, sento la lingua percorrermi dal punto più umido fino a raggiungere il clitoride. Un brivido è un grido nemmeno sommesso mi percorrono il corpo, la sensazione è qualcosa di fantastico. Quando sento le sue labbra prendere il clitoride e succhiarlo leggermente credo di impazzire.
Il ragazzo sa decisamente cosa fare e come farlo dannatamente bene! Faccio fatica a respirare, e mi devo muovere. Metto le mani nei suoi capelli  come a indirizzarlo verso il punto in cui voglio si fermi, ma non ne ha bisogno, sa bene dove stuzzicarmi. La lingua inizia a stimolare il clitoride e io sono completamente persa, sensazioni di piacere mi invadono in ogni centimetro.
"Oh Dioooo...Paulo"
Non mi risponde e non voglio che lo faccia. Continua a stimolarmi con la lingua e sento l'orgasmo che sta montando da lontano. Vedere la sua testa tra le mie gambe mi manda in estasi.
Continuo a incitarlo senza riuscire a respirare regolarmente. Le sue mani mi obbligano a piegare le ginocchia verso di me, mi accarezza l'interno coscia per impedirmi di chiuderle è maledettamente esperto in quello che fa, la posizione non mi dà scampo, non posso sottrarmi, muovermi, o sfuggirgli in alcun modo. La situazione amplifica le mie sensazioni e sento l'orgasmo arrivare sempre più velocemente, come una serie di onde che raggiungono la spiaggia.
"Siiii, continua...non fermarti...siiii....così...ti ADORO!!! SIIII...li Paulo li...ancora...oh siiii...sto...per venire..."
Non sento nemmeno la mia voce che parla, l'ennesimo colpo della sua lingua sul clitoride fa esplodere un orgasmo che mi travolge.
Sono scossa da spasmi che mi costringono a gridare come credo di non aver mai fatto prima. Lascio che le endorfine del piacere mi invadano mentre lui mi accarezza le cosce facendole stendere e posandomi piccoli baci sul ventre vicino all'ombelico.
Mi sento in paradiso. Il respiro corto, il cuore che mi batte forte nel petto. Non sento nemmeno il freddo dell'acciaio nella schiena.

L'altro battitoWhere stories live. Discover now