Tango argentino

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Il tango argentino? Mi viene da ridere da sola...Ho quasi la certezza che Miranda oggi abbia dei problemi. Almeno mi ha fatto ridere e ci voleva.
Finisco il tramezzino, bevo mezza bottiglietta d'acqua d'un fiato, mi sa che oltre ad essere affamata mi stavo disidratando. Prendo la tazzina del caffè, ci verso mezza bustina di zucchero, giro e bevo d'un fiato anche quello.
Vorrei avere la testa libera, essere totalmente lucida, ma non ci riesco, continuo a pensare a quell'anomalia nel tracciato. Prendo la cartella di Dybala che ho portato nello studio, la sfoglio per vedere se ci sono precedenti, qualche segnale, ma ovviamente non trovo nulla.
La richiudo, cosa speravo di trovare? Magari risposte alle mie domande? No. L'ho fatto solo per "dare un occhiata"..."è una sbirciatina alla sua data di nascita..." Ecco che torna il mio subconscio! Era qualche ora che non si faceva sentire e poteva continuare così. Si, va bene, ho guardato la data di nascita e allora?
"...e' più giovane di te...la cosa ti mette a disagio? Non te la senti di far sesso con uno nato nel 1993?"
"Ma questo è scemo! Ma che ca... Stai dicendo cosa c'entra il sesso adesso? Cercavo una relazione tra l'età è una possibile patologia...ma tu pensa questo!"
"Stronzate! Miranda ti ha messo la pulce nell'orecchio...tango argentinoooo...ole'"
Il dialogo con l'omino del mio inconscio o subconscio oltre che surreale sta diventando fuori luogo! Questo ha preso la tangente o si è fatto di cose che non sono legali! Per l'ennesima volta nel corso della giornata lo mando a quel paese.
Sono le 16.00 quando decido di alzarmi, darmi una sistemata al trucco e preparare l'attrezzatura.
Apro la porta dell'ufficio per uscire e dietro ci trovo Miranda con la mano alzata che sta per bussare.
"Miranda...mi devi dire qualcosa?"
La sua faccia e' interdetta e il suo modo di fare un po' insicuro, cosa che non le si addice per nulla.
"Dottoressa, credo che sia meglio se fa un salto in sala d'attesa..."
"Ah sì...ok vado." Lei cerca di dirmi qualcosa ma io sto già andando verso la sala.
Appena appaio vorrei aver sentito cosa voleva dirmi Miranda.
Davanti a me c'è gran parte della dirigenza della Juventus che si volta nella mia direzione.
Nedved, Marotta, un uomo che non conosco, un ragazzo più o meno della mia età e naturalmente Paulo.
Questa è una di quelle situazioni in cui mi chiedo perché stamattina non mi è venuta l'influenza!
Non posso tirarmi indietro, non posso scappare. Posso solo recuperare in un secondo  la mia sicurezza.
"Buonasera signori. Sono la Dottoressa Caterina Donati.Siamo quasi pronti a procedere"
Così dicendo tendo la amano a Marotta che la stringe prontamente. Di seguito conosco il primo medico dello staff Juve e per ultimo il fratello di Paulo. Moreno, suo procuratore, o almeno così mi sembra di capire.
Marotta mi rivolge la parola.
"Dottoressa, non voglio mettere in dubbio le sue capacità, ma vorrei sapere se questo accertamento e' veramente necessario...non ci sono mai state avvisaglie"
Sta mettendo eccome in dubbio le mie capacità, il che mi da la scossa.
"Dott.Marotta...lei crede che io sarei qui a proporle un accertamento se credessi che questo è superfluo? Le assicuro che non ho tempo da perdere e molti altri pazienti da visitare. Se ritiene di voler attendere il prof. Castellani può dirmelo subito, non c'è alcun problema è la capisco perfettamente. Altrimenti stiamo facendo chiacchiere inutili. In ogni caso, il signor Dybala e' qui presente e come paziente ha tutto il diritto di rifiutarsi di procedere. Non c'è molto da aggiungere direi."
Non proferiscono più parola. Mi guardano e basta. Marotta mi fissa intensamente, ammesso che veramente mi stia fissando, non è proprio facile capire la direzione del suo sguardo. Nedved ha quasi un sorriso, Paulo invece sorride chiaramente. Cosa ci sarà poi da ridere. In quell'istante vedo apparire una figura vestita di scuro oltre la porta a vetri satinata della sala. Dalla valigetta che tiene in mano capisco che si tratta di un informatore scientifico. La porta scorrevole si apre e appare la faccia di Stefano, informatore di strumenti biomedicali molto amato dalle infermiere per i suoi occhi di ghiaccio e i muscoli. Personalmente mi ha sempre fatto ribrezzo. Sta per muoversi verso di noi al grido di "Dottoressa Donati...che...piac..." Le parole sono condite da un rarefatto sorriso troppo bianco per essere vero.
I miei nervi ne hanno abbastanza. Alzo il braccio destro e gli punto contro l'indice.
"Non ti azzardare a oltrepassare quella soglia Stefano! Non ho tempo da perdere con le tue chiacchiere oggi. L'ultima volta i tuoi strumenti sono durati meno di 48ore quindi non voglio vederti nemmeno in cartolina! Chiaro?"
Tutti gli occhi sono puntati su di me e sul mio braccio alzato in segno decisamente intimidatorio. Pavel sorride, Marotta ha messo le mani in tasca e abbassato la testa per non mostrare la sua reazione, Paulo ha alzato un sopracciglio e aperto le labbra in un sorriso che se non dovessi scacciare questo essere probabilmente mi avrebbe scatenato una vampata, Il fratello è fermo con il telefono in mano e si è leggermente scansato dalla traiettoria di tiro del mio braccio.
Stefano e' rimasto immobile, un po' perché spiazzato un po' perché si è reso conto di chi sono le persone con cui sto parlano, ma per non mollare la presa da maschio alfa decide di riprendersi e sfoderare un altro sfavillante quanto fasullo sorriso.
"Dottoressa, capisco le sue rimostranze...mi permetta di farmi perdonare invitandola a cena.."
"Ti ringrazio ma anche no!...come se avessi accettato! Se vuoi ripresentarti Miranda ti darà un appuntamento. Ora puoi lasciarci. Grazie"
Con un buonasera e un semi inchino fa dietrofront e se ne va.
"Quindi signori che cosa vogliamo fare?"
Tutti si voltano verso Paulo, in fondo è lui la parte in causa e lui che deve decidere.
Non ci mette molto a parlare con quella cadenza melodiosa che ho già sentito.
"Ho già detto che quiro hacer la visita."
Tutti fanno cenno di sì con la testa. E io pure acconsento.
"Benissimo. Procediamo subito. Miranda..."
"Si dottoressa?"
"Prepariamo la sala per l'ecografia. Faccia accomodare il signor Dybala"
"Subito. Prego signor Dybala mi segua"
Mi passa davanti e segue Miranda, ma prima di sorpassarmi completamente riesce a guardarmi negli occhi e a sorridermi, non so come ma riesco a ricambiare quel gesto.
Marotta mi saluta perché deve tornare in ufficio, il fratello di Paulo mi saluta perché deve prendere un areo per l'Argentina, insomma resta solo Pavel che poi farà dovuto rapporto a chi di dovere.
Mi avvio verso la sala ma lo faccio passando prima dallo studio. "Sei stata grande" mi dice l'omino dell'inconscio. "Sono folle!" Gli rispondo io. E mentalmente prego "Signore, fa che la mia intuizione sia giusta, fa che vada tutto bene", e mi dirigo in sala ecografia.

L'altro battitoWhere stories live. Discover now