Prologo

307 49 9
                                    

Era appoggiata al muro freddo e ruvido della vecchia stanza. Lo sporco le incrostava i capelli e le piccole nuvole di polvere che si levavano dal pavimento di legno marcio la soffocavano.

Un fascio di luce pallida lunare penetrava dalla finestra impolverata e dai vetri rotti, illuminando i suoi occhi azzurri come il ghiaccio, che faticavano a restare aperti, annacquati dalle lacrime, e la fronte imperlata di sudore. L'unico suono percepibile era il suo respiro affannato e disperato.

Avrebbe voluto muoversi, ma la ferita alla gamba glielo impediva. Avrebbe voluto gridare, ma non ne aveva le forze.

Il sapore metallico del sangue le invase la gola, mentre le sue mani tremanti e macchiate di rosso cercavano invano di coprire il profondo taglio alla coscia.

Era finita, lo sentiva nelle ossa. Sarebbe morta così, in una vecchia casa abbandonata, sola e piena di rimpianti e parole non dette.

I ricordi iniziarono a scorrere veloci davanti ai suoi occhi, mentre una lacrima solitaria le rigava il viso pallido, sporco di polvere e sangue. Di tutti quei pensieri confusi, solo uno prevalse sugli altri: lui. Solo lui. Cosa avrebbe fatto quando l'avrebbe trovata distesa morta su quel pavimento? Avrebbe pianto? Avrebbe sofferto? Avrebbe rinunciato alla fuga per non abbandonarla?

Elisabeth sapeva che l'avrebbe fatto: sarebbe rimasto al suo fianco, a cullarla fino a quando non avrebbe riaperto gli occhi, fino a quando non li avrebbero trovati. E sarebbe stato tutto inutile.

No, non voleva morire, non voleva lasciarlo. Voleva alzarsi, cercarlo, sprofondare tra le sue braccia e rimanerci per l'eternità. Come avrebbe fatto a dirgli tutte le cose che ora le vorticavano in modo confuso nella mente?

Ma, dannazione, non poteva fare nulla se non rimanere seduta ad aspettare.

In quegli ultimi istanti, prima che tutto cambiasse inesorabilmente, non poté fare a meno di ricordare a se stessa che tutto ciò non sarebbe accaduto se lei non avesse preso quella decisione tanto stupida. Pensava davvero che sarebbero riusciti a fuggire lasciandosi tutti i problemi alle spalle?

Era un piano impossibile, folle, insensato, per nulla pianificato e pieno di complicazioni che lei non era riuscita a vedere. Ma Ryan l'aveva seguita comunque. Si era fidato di lei, e ora sarebbe stato travolto da una valanga che nemmeno lui sarebbe stato in grado di fermare.

Si rese conto che gli aveva rovinato la vita; l'aveva rovinata ad entrambi. E non si sarebbe mai perdonata per questo.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Left (#Wattys2018) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora