<<Non servirà a niente. I dormitori sono già pieni. Ormai devi rimanere qui. Sei davvero fortunata sai?>> Dice mantenendo quel fastidioso sorriso sulla sua faccia da schiaffi.
<<Esci e basta.>>
<<Oh, intrapendente la ragazza. Non mi sarei aspettato di uscire con te cosi presto->> Dice uscendo anche lui.
<<Zitto e cammina.>>
<<Andiamo a prenderci una pizza allora.>>
Almeno sente ciò che dico?
<<Non ho intenzione di uscire con te, stiamo andando dal preside.>><<Noioso. Meglio una bella pizza. Per festeggiare la tua permanenza qui, al dormitorio maschile della USPA con John Thompson, il coinquilino migliore che ti potesse mai capitare.>> Dice rimettendosi gli occhiali da sole stringendo in mano un paio di chiavi, della sua macchina immagino.
<<Il peggiore semmai...>> dico roteando gli occhi al cielo mentre lui si dirige verso l'ascensore.
<<Che fai vieni?>>
Sbuffo e decido di seguirlo. Riuscirò a portarlo dal preside e a risolvere le cose, poco ma sicuro.
*****
<<Mentre aspettiamo le pizze direi di cominciare a conoscerci. Quattro anni di convivenza sono tanti, per cui cerchiamo di farli passare nel modo più piacevole possibile.>> Comincia a dire mentre ci sediamo ad un tavolo aspettando che ci vengano servite le pizze che abbiamo ordinato.
<<Non passerò quattro anni nel dormitorio con te.>> Rispondo secca. <<Andrò dal preside e->>
<<Il tuo nome?>> Mi interrompe ignorando completamente ciò che stavo dicendo. <<Sai già il mio, posso sapere il tuo?>>
<<Sai di essere davvero irritante?>> Chiedo squadrandolo male.
<<Non mi conosci affatto se pensi questo.>>
<<Sei il tipico ragazzo stronzo e popolare che si vedono nei libri e nei film.>> Dico a bassa voce voltando lo sguardo. Dalla risata che sento provenire da lui, capisco che mi ha sentita.
Si schiarisce la voce e ricomincia a parlare con un tono serio.
<<È alto, ha dei bei capelli neri, occhi altrettanto neri e magnetici->>
<<Cosa stai->>
Mi zittisce subito, fingendosi infastidito.
<<Mi sto descrivendo come se fossi in uno dei libri che tanto leggi.>> Mi spiega e non posso fare a meno di guardarlo stranito. Non sta parlando sul serio. <<Stavo dicendo prima che mi interrompessi...>> Continua lanciandomi uno sguardo di fuoco, riassumendo il tono serio di prima.<<...occhi magnetici, labbra né troppo sottili né carnose, un naso assolutamente perfetto...>>Arriva addirittura a descrivere il suo naso? Trattengo una risata e come notandolo, lui sorride.
<<Mascella scolpita, corporatura nella media. Sicuramente sotto la maglietta che porta nasconde degli addominali ben scolpiti.>> Si ferma subito. <<Beh per quelli ci sto lavorando, ma fa finta che ci siano già.>>
Accenno ad una piccola risata. Questo ragazzo non è normale.
<<So che è il tipo di ragazzo popolare e stronzo e so che è stato con un sacco di ragazze, ma sapere di averlo tutto per me per quattro anni, mi eccita!>>
<<Questo dovrebbe essere un mio pensiero?>> Chiedo mentre lui rimane vago.
<<Dopo questa descrizione da libro credo di meritarmi di sapere il tuo nome.>>
<<Nessuno te l'ha chiesta.>> Ribatto accennando ad una piccola risata ripensando a ciò che ha detto. <<Ma per avermi fatto ridere ti accontenterò. Sono Emily Electra Evans.>> Mi presento facendo comparire un sorriso sul suo viso mentre le pizze finalmente arrivano.
Here I am:
Già non mi convince. Ah che pizza. Ci ho provato però.
Avviso subito che le virgolette dei discorsi ora saranno così <<.>> per problemi miei che mi obbligano ad usare per forza quelle 😅😅hahah
Alla prossima (che non so quando sarà. È già strano se ho riscritto qualcosa.)
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Quel vicino irritante! (Da riscrivere)
RomanceEmily Electra Evans è una ragazza abbastanza allegra e tormentata dal suo passato: da quando sua madre è morta in un'incidente stradale nulla è stato come prima. Dopo vari traslochi si ritrova a dover tornare nella sua città natale che non fa altro...