Lui
"...so che probabilmente non risponderai a questo messaggio...forse stai lavorando...mi dispiace per stasera...non c'era veramente motivo per ricevere quel messaggio...non ho niente da dirle...e anche questo forse non ti interessa...insomma...non riesco a dormire...e ti scrivo...senza molte speranze..."

Rileggo più di una volta. Non so perché ma le sue parole mi toccano perché stavolta mi sembra sincero, senza malizia o giochi di parole.
"Rispondigli!" Dice imperativo il mio amico.
"Forse non è una buona idea..."
"Lui ha fatto un passo in modo sincero, apri uno spiraglio in quel l'armatura che ti porti addosso! Fallo per te stessa!"
Forse ha ragione lui.

Io:
"Non devi scusarti...sto lavorando al PC...almeno ci provo...per ora tutto qui tace...come vedi, non sei l'unico ad essere sveglio"

Lui:
"Se ti chiamo rispondi?"
Oh Dio! Perché vuole chiamarmi?
"Forse vuole sentirti? Lascia che ti chiami..." Mi incita l'omino

Io:
"Lo scoprirai solo provando" Scrivo e invio prima di ripensarci.

Perché gli ho scritto così? Non so se ho voglia di sentirlo...non so se tutt'a questa storia è una buona idea...forse non avrei dovuto...
"Puoi smettere di pensare per un secondo e fare solo quello che senti?" Mi domanda l'invertebrato.
"Non so se è una buona idea fare quello che sento..."
"Perché cosa senti? Interesse? Attrazione? Desiderio? Voglia di fidarti?..."
"Stai chiedendo troppe cose...datti una calmata!"
Il cellulare posato in modalità vibrazione sulla mia scrivania inizia a illuminarsi. Subito appare la scritta con il suo nome e il cuore inizia a galoppare più forte, lo stomaco fa una capriola e io continuo a guardare lo schermo.
"Rispondi! Oppure riattaccherà"
L'ho fatto chiamare per non rispondere?
Nemmeno io riesco ad essere così perfida. Alla fine afferrò il telefono e apro la chiamata.
"Pronto..." Dico incerta, più incerta di quanto vorrei mai essere.
"Credevo che non avresti risposto...pensavo..."
"Pensavi che ti avrei fatto chiamare per riattaccarli il telefono in faccia? Non sono ancora così stronza...più o meno..."
Lo sento sorridere dall'altra parte. E non so cosa si scioglie dentro di me.
"Non l'ho mai pensato...più o meno"..
Stavolta sono io a sorridere alla sua battuta che riprende la mia.
"Come stai?" Mi domanda, con la voce più bassa e seria come se qualcuno potesse sentirci.
"...beh, abbastanza bene credo...in realtà appena te ne sei andato ho vomitato se lo vuoi sapere..." Ma perché gli sto dicendo queste cose? Non ha senso!
"Sei stata male? Per colpa mia?...mi dispiace...io" lo sento veramente affranto e mi sbrigo a rispondergli.
"No, no! Non ti preoccupare...non è stata colpa tua, mi succede qualche volta quando sono molto sotto stress...do di stomaco, così, di punto in bianco...oppure ho preso un piccolo virus...può essere in questo periodo"
"Lo stai dicendo per non farmi sentire in colpa o è vero? ...perché comunque mi sento in colpa..." Dice piano
"Davvero! Può essere un virus e comunque mi capita qualche volta...non sentirti in colpa, non hai questi poteri deleteri su di me." Cerco di sdrammatizzare.
"Ah no? Avrei giurato di sì! Perché di solito finisce che mi prendo un morso o mi butti fuori dalla stanza...così per citare un paio di occasioni..."
"Se tu non facessi di tutto per farmi incazzare potrebbe non succedere..."
"Ma riesco a farti incazzare alla grande..."
"Direi di sì..."
"Allora dovrò rimediare..."
"Uhm...cosa piuttosto complessa!" Gli rispondo
"Sono dispiaciuto per il messaggio di Ant..."
"Possiamo non parlarne? Mi hai chiamato per discutere del messaggio di Antonella. Perché se è così è con lei che dovresti essere al telefono in questo momento è non con me! La cosa non mi riguarda."
La rabbia o forse una vena di insensata gelosia mi pungono subito nel l'orgoglio e non riesco a trattenere le parole.
"Non mettere giù il telefono! Non ho chiamato per questo...volevo scusarmi e basta...in generale...forse oggi ho esagerato con le parole nei tuoi confronti...quindi qualcosa per cui scusarmi credo di averla..."
"In effetti...ora che ti sei scusato stai meglio? Puoi dormire?" La vena acida non mi abbandona.
"Non lo so...tu non dormi?"
"Io sono di turno in ospedale...."
"Non riposi nemmeno un po'?"
"Si, forse, se non ci sono problemi...mi stenderò a riposare"
"Dove dormi?"
"Perché me lo chiedi? Che importanza ha?"
"Tutto ciò che ti riguarda è importante...e mi interessa."
"Il divano del mio ufficio diventa un letto, se non ci sono problemi riposerò li"
"Con la porta chiusa a chiave e spero..."
"Perché dovrei chiudere a chiave! Se hanno bisogno di me come fanno ad entrare?"
"Ci sono uomini in turno con te stanotte?"
"Come sempre! Alcuni infermieri sono uomini non lo sai? Ma che ti frega scusa?"
"Potrebbero entrare e vederti addormentata..."
"E allora?"
"Quando dormi sei uno spettacolo irresistibile. Qualcosa di meraviglioso e poetico...la tentazione potrebbe essere forte..."
Rimango seriamente stupita dalle sue parole. "Meraviglioso e poetico" non me lo aveva mai detto nessuno. Ma non posso fargli la soddisfazione di avermi colpita.
"Sono due infermieri sopra i cinquant'anni Paulo! potrei essere la loro figlia...tu piuttosto dovresti dormire."
"Lo so, ma faccio fatica ad addormentarmi..."
"Soffri d'insonnia?"
"No! Della tua mancanza nel letto...se fossi qui mi sarei già addormentato"
L'omino si alza in piedi e applaude mentre io sono schioccata e allo stesso tempo la cosa mi lusinga e mi fa sentire importante.
"Abbiamo dormito solo una volta insieme..."
"È più che sufficiente per capire cosa ti fa stare bene..." Mi risponde sicuro e l'omino continua a battere le mani mentre io...io continuo a sentire qualcosa che si scioglie dentro.
"Ci sei ancora...?" Mi chiede visto il mio silenzio.
"Si, sono qui..."
"Già, purtroppo sei lì...e io sono qui"
"Beh, usa l'immaginazione..." Ma cosa sto dicendo?
"Per cosa?" Mi domanda con voce lievemente più maliziosa
"Per immaginarmi vicino a te...così ti addormenti..."
"Ah...secondo te, se ti immagino qui di fianco immagino solo di dormire?"
La conversazione sta prendendo una piega inaspettata, il mio stomaco rotola un altra volta e inizio ad avere caldo.
"Con la fantasia puoi immaginare quello che vuoi..."
"Appunto...e se ti avessi qui la prima cosa che farei non è dormire...credimi"
La gola mi si secca, deglutisco a fatica mentre l'omino sta letteralmente ballando.
"Non ho motivo di non crederti..." Gli rispondo.
Prima che la conversazione continui su un terreno che mi sta facendo mancare il fiato qualcuno bussa alla porta, un infermiere mette dentro la testa dicendomi che Isabella non si sente bene. A quelle parole torno alla cruda realtà.
"Devo andare Paulo..." Gli dico alzandomi
"Ho sentito...cos'ha Isabella?" La sua voce è sinceramente preoccupata.
"Aveva un po' di febbre...ora controllo come sta...buonanotte."
"Fammi sapere le sue condizioni appena puoi...un beso."
"Ok. Anche a te." Attaccò e sono già in corridoi, diretta alla stanza 21.

L'altro battitoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن