OS: Hanleia

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Ispirato a: "Perfect" - Ed Sheeran

Han Solo/Leia Organa

Richiesto da: polveredilettere

Il silenzio era ormai calato nel villaggio degli Ewok e il cielo notturno di Endor non era mai apparso così bello -- soprattutto ora che non c'era alcuna Morte Nera in vista

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Il silenzio era ormai calato nel villaggio degli Ewok e il cielo notturno di Endor non era mai apparso così bello -- soprattutto ora che non c'era alcuna Morte Nera in vista. Una volta celeste gremita di stelle e limpidissima, come limpidi erano gli animi di tutti i Ribelli, che, a seguito della tanto sofferta vittoria contro il malvagio Impero Galattico, si godevano il loro meritato riposo.

Tutti tranne due.

Gli astri brillavano nelle iridi di Han e Leia, che stavano comodamente seduti sull'erba di una radura non lontana dal villaggio, stretta nell'abbraccio degli alberi circostanti.

La principessa aveva lo sguardo perso nel cielo ingioiellato di stelle e Han ne approfittò per carezzare con un dito la manica del vestito che gli Ewok le avevano messo a disposizione, tastandone ogni piega. Poi andò a coprire il dorso della piccola mano di lei con la propria.

«Leia...»

La principessa volse la testa; il suo dolce viso ovale, illuminato da una luce argentea, era incorniciato da setosi capelli scuri che le cadevano morbidi sulle spalle e scendevano lungo la schiena. Fu solo allora che si accorse della posizione della mano di lui e gli sorrise timidamente.

Han sospirò. Probabilmente non si sarebbe mai abituato alla facilità con cui quella donna e i suoi dolci occhioni scuri gli facevano perdere la testa e ci mise un po' per ritrovare il proprio contegno.

«Devi dirmi qualcosa?» lo incalzò la principessa.

Han soppresse una risata e scosse la testa. «No, niente... Lascia stare, è stupido...»

«Han.»

Il pilota si inumidì le labbra. Ma sì: in fondo, che cosa aveva da perdere?
«Ti va di ballare?» le propose.

Leia inclinò la testa lateralmente. «Ti sei già dimenticato che abbiamo ballato fino ad un'ora fa?»

«Tu, gli altri -- e quelle pallette di pelo -- avete ballato. Lo sai che non mi piace avere gli occhi di tutti addosso...»

«Non c'è nemmeno la musica» notò la principessa.

«Chi ha detto che serve la musica?» ribatté Han, alzandosi con un verso di sforzo. Poi fece una cosa che lasciò Leia piuttosto interdetta: si sfilò gli stivali, lasciando che l'erba gli solleticasse le piante dei piedi nudi.

«Ma che stai facendo?»

«Fallo anche tu!»

Ma Leia non pareva ancora molto convinta.

«Dai!» la esortò il compagno, porgendole una mano. «Lasciati andare per una volta!»

Alla fine la principessa si decise e, servendosi della mano di Han come supporto, si tirò su. Poi anche lei si tolse gli stivaletti marroni che aveva ai piedi. In un attimo che le sembrò un'eternità, sentì le forti braccia del Corelliano avvolgerle dolcemente la vita e stringerla al suo petto; una stretta gentile, ma che non dava cenno di volersi sciogliere.

Erano in momenti come quelli in cui i trenta centimetri che li separavano saltavano all'occhio più di quanto già non facessero e Leia, esilarata, sbuffò quasi impercettibilmente nel notare che la punta del suo naso non riusciva a toccare nemmeno la clavicola di Han.

Alzò lentamente lo sguardo fino ad incontrare quello tenero e amorevole del pilota, che, come lei, non aspettava altro che quel momento. Leia ricambiò il suo sorriso e si strinse di più a lui, poggiando la testa sul suo petto e sorridendo tra sé, mentre entrambi iniziarono a muoversi a ritmo di un lento improvvisato.

"No, non lo merito" pensava Han, mentre si premurava di accompagnare la sua compagna tra un passo e l'altro. "Non merito tutto questo."

Così come, stando a quanto pensava lui, non si meritava una donna simile. Una donna tanto bella e dolce quanto forte, che ricambiava il suo amore al punto di andare contro tutti i pronostici e di rompere gli schemi imposti dall'alta società a cui lei stessa apparteneva, che l'avrebbero vista meglio come compagna di un qualche regnante o aristocratico piuttosto che una specie di ex-delinquente.

Ma tutti i titoli che entrambi avevano perdevano consistenza di fronte all'amore che provavano l'uno per l'altra, che poneva loro una sola imprescindibile condizione: essere semplicemente Han e Leia.

Il silenzio della notte, timidamente spezzato dai deboli versi delle creature della foresta, era tale che Han poteva ascoltare il battito frenetico di quel muscolo che era rimasto per troppo tempo indisturbato e avvizzito nel suo petto.

In quel momento che gli sembrava avere tratti onirici, il Corelliano non riusciva più a pensare al passato, agli anni di guerre, dolore, sacrifici ed amarezze, e alla consapevolezza che ne sarebbero seguiti altri per eliminare le restanti sacche dell'Impero. Era troppo concentrato ad assaporare il presente e già pregustava il futuro con lei, la donna che amava più di ogni altra cosa al mondo e alla quale non aveva poco o niente da offrire se non il suo amore...

Ah, ma guardati, Solo! Sei proprio cotto a puntino!

Ma qualunque rimprovero si fosse rivolto sarebbe stato inutile. Anzi, spensierato com'era, avrebbe senz'altro potuto dire o fare qualche follia con assoluta disinibizione -- occasione che effettivamente non tardò ad arrivare...

Sei perfetta, amore mio.

Quando si accorse di aver formulato questo suo pensiero in un sussurro, era ormai troppo tardi. Leia lo aveva sentito e aveva sollevato lo sguardo, giusto in tempo per vederlo mordersi un labbro per l'imbarazzo, comportamento che sì, Han se lo concesse, ben poco si addiceva a un uomo con la fama di guascone e seduttore consumato come lui.

La principessa arrossì e gli sorrise affettuosamente, poi si alzò sulle punte dei piedi e gli sfiorò le labbra con le proprie: indirettamente, gli stava dicendo che non c'era motivo che si sentisse a disagio.

Dei bambini, ecco come si sentivano realmente da quando si erano innamorati. Due bambini timidi e maldestri, con la costante paura di fare un passo falso e, inevitabilmente, di cadere e farsi male. Due bambini oltremodo orgogliosi, terrorizzati dall'idea di ammettere di aver bisogno di qualcun altro all'infuori di se stesso.

Ma col tempo avevano scoperto che non c'era sensazione più bella che affidarsi totalmente alla persona amata.

Spero vi siate iniettati una sana dose di insulina prima di leggere questo OS (che, nonostante lo abbia riscritto duemila volte, ha la stessa attrattività di uno sterco di Bantha ma okay)

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Spero vi siate iniettati una sana dose di insulina prima di leggere questo OS (che, nonostante lo abbia riscritto duemila volte, ha la stessa attrattività di uno sterco di Bantha ma okay).

...Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, la qui presente testina di Gundark riuscì ad aggiornare dopo un lasso di tempo che, mannaggia ai Kanjiklub, Omero ci ha messo di meno a scrivere tutta l'Iliade.

*cough tentativo di fare la simpatica miseramente fallito cough cough*

Star Wars || Raccolta One-ShotsWhere stories live. Discover now