PROMPT: Anidala, n°6

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N°6 -"Hai bussato alla mia porta all'una di notte perché avevi voglia di coccole?"

Anakin Skywalker/Padmé Amidala

Richiesto da: BeatriceRoss2002

Sull'Astronave Reale di Naboo, diretta a Coruscant

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Sull'Astronave Reale di Naboo, diretta a Coruscant...

Era notte fonda, ma il piccolo Anakin, rannicchiato su una poltroncina girevole, non riusciva proprio a prendere sonno. Sbatteva le palpebre lentamente, la testolina bionda abbandonata contro lo schienale e un musetto triste dipinto sul tondo visino.

I pensieri che vagavano per la sua mente come spettri erano talmente tanti e tanto invasivi che gli impedivano di chiudere gli occhi: la Forza, i Jedi, il suo futuro addestramento per riuscire a controllare il suo -- a detta del Maestro Qui-Gon -- enorme potere...

E se non fosse stato all'altezza delle aspettative? Se avesse deluso tutti?

Era successo tutto così in fretta: da un giorno all'altro era passato dall'essere da uno schiavo ad una specie di prodigio della Forza. Gli sembrava tutto così difficile da gestire, tutto fin troppo grande di lui, che dopotutto era solo un bambino e che probabilmente si sarebbe addormentato in un battibaleno se solo ci fossero state le calde e tenere braccia materne ad avvolgerlo.

Quanto gli mancava.

Aveva promesso a lei e a se stesso che sarebbe tornato su Tatooine e l'avrebbe liberata, ma sapeva anche che ci sarebbe voluto molto tempo prima che ciò accadesse.

Il piccolo si strinse nelle spalle, strizzò gli occhi e cominciò a tremare. Ma non per il freddo, come era successo poche ore prima, bensì per i piccoli singhiozzi che stava tentando di soffocare. Grosse lacrime, tanto quanto lo erano le aspettative che tutti sembravano nutrire nei suoi confronti, cominciarono a rigargli le gote paffute.

Si tirò più su la coperta che gli aveva dato Padmé e il suo naso fu pervaso da un profumo dolcissimo: di quella ragazza angelica che, in quel momento, il lato più istintivo di sé rassomigliava a una figura materna.

Piano piano, Anakin smise di piangere e gli venne in mente un'idea, un'idea che secondo lui qualsiasi bambino della sua età avrebbe allontanato subito per non mostrarsi sciocco o infantile. Eppure gli sembrava l'unica soluzione.

Saltò giù dalla poltroncina e in punta di piedi si diresse verso la cabina dove le tre ancelle della regina Amidala riposavano e bussò, senza nemmeno pensare che non necessariamente lei sarebbe venuta ad aprire.

Ma per stavolta la Forza lo assecondò. La porta automatica, frusciando, scivolò verso il muro e Anakin si ritrovò davanti proprio colei che voleva vedere, vestita con quella stessa tunica arancione che le aveva visto indosso quel giorno, e le sembrò tanto assonnata quanto bella.

«Ani...» mormorò Padmé, con quella sua voce più dolce del miele. «Cosa fai sveglio?»

Il piccolo, per tutta risposta, sembrò improvvisamente dimenticarsi di saper parlare: non aveva idea di come articolare le parole adatte. Guardò imbarazzato verso il basso, continuando ad attorcigliarsi un lembo della camicetta color sabbia e serrando le labbra.

«Che cos'hai?»

Anakin spostò di nuovo lo sguardo su di lei, senza riuscire a fiatare. Gli era sembrato tutto molto più semplice nella sua mente, chissà cosa stava pensando Padmé di lui nel vederlo così!

Ma la giovane, nel notare le guance bagnate e gli occhi ancora lucidi del bimbo, senza nemmeno bisogno di altre conferme, capì.

«Hai bussato alla mia porta all'una di notte perché avevi voglia di coccole?» gli domandò, chinandosi leggermente e poggiando una mano sulla guancia di Anakin.

Lui, rincuorato dalla domanda della fanciulla e dal sorriso che le attraversava il volto, annuì più volte e si fiondò a stringerle la vita, senza continuare a dire una parola. Anche lui sorrise nel sentire una mano di lei sulla testa.

«Vieni con me» fece Padmé dopo poco, liberandosi lentamente dalla stretta delle sue braccia.

La bella giovane e l'aspirante apprendista Jedi percorsero il corridoio fino alla cabina da cui poco prima Anakin si era allontanato ed entrambi si sistemarono su un divanetto.

Sotto la coperta, il bimbo si strinse alla ragazza, mentre la sua mano gentile gli carezzava la testa. Per la prima volta dopo la partenza da Tatooine, il piccolo Anakin si sentiva finalmente a casa: sapeva di essere al sicuro tra le braccia dell'essere umano più dolce di tutta la Galassia. La sua Padmé. Il suo angelo.

Presto, però, le sue palpebre divennero troppo pesanti da rimanere alzate. E il ciondolo che aveva regalato alla fanciulla e che distava pochi centimetri dal proprio viso fu l'ultima cosa che i suoi occhietti videro prima di chiudersi.

 E il ciondolo che aveva regalato alla fanciulla e che distava pochi centimetri dal proprio viso fu l'ultima cosa che i suoi occhietti videro prima di chiudersi

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ZUCCHERO A GO-GO WOWWW!
(Non so se avevi questo in mente quando hai richiesto l'OS, però spero che ti sia piaciuto!❤)

P.S. -- Cosa che non c'entra niente: ho molte più bozze che storie pubblicate e questa cosa mi fa salire l'ansia. Ditemi che non sono l'unica.

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