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"Quindi hai finalmente deciso di ammettere che è già un po' che vivi da sola?" Ricapitola Justin, appoggiando pigramente la testa sulle mie gambe.
"Si, e l'hanno presa piuttosto bene." Confermo, passando la mano tra i suoi capelli biondi cenere, per poi scendere piano piano e accarezzare la sua schiena nuda con i polpastrelli. I mugolii sommessi che escono dalla sua bocca mi fanno divertire ma, allo stesso tempo, mi impediscono di smettere. C'è qualcosa di affascinante nel vedere come egli abbassa la guardia senza pensarci due volte per un semplice tocco insignificante.

"E di Clayton, di lui ne hai parlato? Un sacco di relazioni finiscono ogni giorno, non dovrebbe essere così terribile dire la verità." Prosegue a voce bassa, chiudendo gli occhi.
"Si, ho parlato anche di questo. Ma non mi è sembrato nessuno particolarmente sorpreso." Ammetto, sopprimendo uno sbadiglio. "Certo, il fatto che non ho spiaccicato alcuna parola al riguardo per qualche settimana, immagino sia stato abbastanza per far capire che io e Clay abbiamo preso strade diverse. In più, qualcuno ha deciso di presentarsi all'ospedale di punto in bianco qualche giorno fa, e la conferma alle loro ipotesi è arrivata. "
"Che persona orribile quel qualcuno!" Asserisce divertito, continuando a tenere gli occhi chiusi. Potrei giurare che da un momento all'altro si addormenterà in questa posizione e non ci sarà più verso di farlo spostare. "Quindi ora non è più un segreto di stato il fatto che ci frequentiamo?"
"Uhm, è un po' più complicato di così." Asserisco con fare vago, sperando che la sua evidente stanchezza gli impedisca di indagare oltre.

In qualche modo, preferirei evitare di confessargli che, quando ho affrontato questo argomento sia con mia madre che con le mie amiche, ho negato fino alla morte alcun legame sentimentale con lui. In più, ho come l'impressione che se venisse a scoprire che, oltre a ciò, per scamparmela da tutte le loro facce scettiche, l'ho anche catalogato soltanto come un "semplice amico", la sua aria serena svanirebbe nel nulla ancor prima di avere il tempo di spiegare cos'è che mi ha portata a mentire ancora.

Anche se forse la spiegazione in sé sarebbe altrettanto spiacevole. O meglio, per me è stato piuttosto imbarazzante notare le reazioni delle mie amiche al pensiero che io abbia deciso di saltare da una relazione "soffocante" all'altra. Se Justin si fosse trovato al mio posto e avesse colto lo sguardo esasperato di Ally, probabilmente anche lui avrebbe cercato di sminuire il nostro rapporto il più possibile, fino a farlo sembrare la cosa più insignificante di questo mondo.

"Perché dovrebbe essere più complicato?" Prosegue, ignorando il mio sguardo eloquente.
"Come hai detto tu, un sacco di relazioni finiscono ogni giorno. Oggi andiamo d'amore e d'accordo ma domani potremmo non volerci vedere più." Continuo sulla stessa linea, estremamente vaga. "Perché dovrei volere che loro ne siano a conoscenza se sono consapevole che quello che ci lega, qualunque cosa sia, non è nient'altro che un qualcosa di passeggero?"
"Stai usando le mie stesse parole contro di me?" Constata, alzandosi a malavoglia dal letto. Dopodiché, con tutta la nonchalance che lo caratterizza, si sbarazza dei jeans e sgattaiola tra le lenzuola come se impossessarsi del mio letto fosse la cosa più naturale di questo mondo.

"Devo assumere che tu voglia restare qui questa notte?" Gli chiedo in tono retorico, sdraiandomi accanto a lui. Ma ancor prima di avere il tempo di darmi una delle sue risposte ironiche, il mio telefono prende a squillare incessantemente, interrompendo momentaneamente la nostra conversazione dai toni rilassati. E senza neppure guardare lo schermo, essendo pienamente convinta che dall'altra parte ci sia una delle mie amiche pronta a persuadermi affinché la raggiunga in qualche club, rispondo in un tono che preavvisa la mia intenzione di restarmene a casa.

"Pronto?" Tono, beccandomi uno sguardo divertito dalla parte di Justin. Immagino abbia capito fin troppo bene che in questo preciso istante preferisco restarmene a letto con lui, piuttosto che andarmene da qualsiasi altra parte.
"Jen, sono Clayton." Sento ribattere in tono pacato, e per qualche secondo resto interdetta. È già passato un po' dall'ultima volta che ho sentito la sua voce.
"Clay, ciao, è successo qualcosa?" Riesco a rispondere in fine, notando i movimenti lenti con cui Justin si accinge ad alzarsi dal letto, per poi piazzarsi di fronte alla finestra che dà sulle strade perennemente trafficate della vivace New York..
"No, volevo sapere soltanto come sta Emily. È ancora all'ospedale?" Mi chiede, e io sto per rispondergli prontamente, ma vengo interrotta da una voce femminile che gli dice qualcosa così velocemente che non riesco nemmeno ad intercettate una singola parola.
"No, l'hanno rilasciata un paio di giorni fa. Ora sta bene." Ribatto, cercando di nascondere il divertimento nella mia voce. "Lo sai quanto può essere paranoica mia madre quando si parla di Em."
"Ti ha chiamato soltanto per chiederti di Emily?" Ci interrompe Justin in modo stizzito, e non ho dubbi che Clayton l'abbia sentito, a giudicare dalla risata che rilascia. In più, le sue successive parole, non lasciano più alcuno spazio alle incertezze: da entrambe le parti c'è qualcuno che preferirebbe che noi due non parlassimo affatto.

"Ascolta, è chiaro che momentaneamente siamo entrambi in compagnia." Ribatte divertito, pronunciando più lentamente le ultime parole. "Quindi la faccio breve. La prossima settimana ritorno a New York per un paio di giorni e mi piacerebbe rivederti, un po' perché abbiamo qualcosa in sospeso e un po' perché mi manchi davvero."
"In questo caso, ci vediamo presto." Confermo senza pensarci due volte, sorridendo come se davvero potesse vedermi.
"A presto, Jen!" Si congeda, mettendo fine alla chiamata.

Quando smetto di fissare lo schermo del cellulare, incontro lo sguardo freddo di Justin che non accenna a diventare meno di pietra nemmeno quando gli lancio un sorriso rassicurante. Qualcosa mi dice che il suo cambio repentino d'umore non abbia a che fare soltanto con la gelosia, ma stento comunque a credere che si senta così minacciato da Clayton.

"Clay tornerà la prossima settimana." Lo informo, convinta che la sua espressione non potrebbe diventare più cupa di così. E invece, insieme al suo sguardo glaciale, ora devo fare i conti anche con la sua mascella serrata che indurisce ulteriormente i suoi tratti del viso.
"Ma solo per un paio di giorni." Aggiungo, in attesa di una sua risposta.
"Perché deve necessariamente ritornare allora?" Chiede, e io non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
"Non lo so, Justin. Forse c'è ancora qualcosa che deve risolvere qui." Ribatto alquanto divertita, nonostante il suo viso non lasci trasparire alcun miglioramento nel suo umore. "Perché è così terribile il pensiero che lui voglia ritornare per un paio di giorni?"
"Sei sicura che si tratti soltanto di un paio di giorni e che, in realtà, non voglia tornare e riprendere il suo posto?" Replica in tono di sfida.
"Sei assurdo." Lo apostrofo di fronte a queste sue teorie senza senso. "Non tutti sono così complottisti."
"E poi non capisco perché sei così contenta di rivederlo." Prosegue imperterrito, facendomi pensare che ormai sia letteralmente impossibile convincerlo a ragionare lucidamente.
Ed è per questo che quando vedo la velocità con cui inizia a rivestirsi, non preferisco alcuna parola, pur sapendo che da lì a poco se ne andrà su tutte le furie.

C'è qualcosa che mi impedisce di lasciarmi andare in chissà qualche sproloquio per aggiustare i suoi nervi e il suo umore tempestoso. Forse sarà il fatto che non mi fido ancora di lui, o forse semplicemente la voglia di impegnarmi in qualcosa di più grande è finita nel preciso istante in cui io e Clay abbiamo intrapreso strade diverse. Non saprei esattamente dire cosa sta succedendo dentro di me. C'è un po' troppa di quella confusione che mi ha sempre contraddistinta per poter capirci qualcosa, però io so di essermi affezionata a Justin. Lo sento da come improvvisamente il mio umore migliora ogni volta che ce l'ho intorno. Ma, allo stesso tempo, mi piace tenermi al riparo, mi piace non lasciar trasparire troppo per non sentirmi esposta, in pericolo.

La ricetta perfetta di una storia destinata a finire ancor prima di essere veramente nata.

E probabilmente sta iniziando a capirlo anche lui, perché dopo avermi lanciato uno sguardo eloquente, come se volesse chiedermi di dire qualcosa, se ne va con la stessa velocità con cui prima si è infilato nel mio letto.

N.a
La sentite questa fine che si sta avvicinando, piano piano? Io si, e vi avverto che stanno per arrivare dei capitoli abbastanza movimentati. 😂

P.s: Buon Anno, bellezze! Vi auguro il meglio per questo nuovo capitolo che si sta per aprire nelle vostre vite (da notare il gioco di parole 😂) .

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