19- Justin

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Mi rendo conto di essere diventato estremamente paranoico quando, per l'ennesima volta nel giro di qualche minuto, mi volto per controllare che nessuno mi stia seguendo.
Questo quartiere residenziale è più illuminato della Tour Eiffel di notte e non so dire se questo debba farmi sentire più tranquillo o meno. Da una parte, ciò rende impossibile la mia intenzione di passare inosservato... ma dall'altra, ho più possibilità di capire velocemente se qualcuno dei tanti scagnozzi di Jace sta cercando di starmi alle calcagna.

Avrò fatto una mossa intelligente, lasciando la macchina a qualche isolato di distanza dalla casa di Clayton? Se si presentasse il bisogno di darmela a gambe levate alla velocità della luce, questa scelta potrebbe rivelarsi un grande errore. Ma se, invece, Clayton non avesse seguito le mie indicazioni alla lettera, potrei evitare la possibilità che Jennifer venga a sapere di cosa stiamo architettando.

Scommetto che, come prima cosa, avrebbe un colpo al cuore. Dopodiché, ritornando in sé, ci farebbe sentire due idioti, tirando fuori la capacità di usare la sua lingua biforcuta. E fondamentalmente sarebbe esattamente ciò che ci meritiamo.

Ad ogni modo, manca estremamente poco prima di scoprire come andrà a finire questa serata. In fondo all'isolato, intravedo già il cancello in ferro battuto che precede la villa di Clayton ed istintivamente prendo a camminare ancora più velocemente, rallentando il passo soltanto quando mi trovo a pochi metri di distanza da esso. Come previsto, è leggermente socchiuso e mi permette di accedere al cortile senza alcuno sforzo. E la prima cosa che noto è che nel garage aperto c'è sia la Range di Clayton che la Mini Cooper di Jennifer. Al che non posso fare a meno di farmi scappare un paio di imprecazioni, rendendomi conto del fatto che lei sia ancora qui, nonostante io abbia chiesto esplicitamente a quell'incapace di fare in modo che non si trovi nei paraggi.

Ho un'ulteriore conferma di questo primo passo falso quando sento una risata cristallina provenire da una grande finestra aperta. Ma solo dopo qualche secondo in cui sono rimasto a fissare quel preciso punto, la luce viene spenta e la finestra viene chiusa, perciò mi rendo conto di dover muovere il culo e trovare velocemente un nascondiglio.
Ma invece di fare ciò, mi accosto semplicemente alla parete esterna del garage, confidando nel fatto che sarà il buio di rendermi quasi invisibile. Inoltre, ho scelto il posto perfetto da dove gustarmi l'immagine di Jennifer in silenzio, senza essere notato. In fondo, ho l'amara impressione che è sempre così che andrà tra di noi: io che la guardo da lontano, chiedendomi cosa si provi ad essere al posto di Clayton e lei che, piano piano, si dimentica della mia esistenza.

"Grazie per avermi fatto vedere quel posto." Sento dire in una voce che a me sembra molto allegra."Giuro che non ho mai scattato delle foto così belle."
Ed io, incuriosito da queste parole, mi sporgo leggermente in avanti per riuscire a vedere meglio la scena: Jennifer sta indossando un vestito morbido nero, che si alza leggermente quando butta le mani al collo di Clayton, coinvolgendolo in un fugace abbraccio; nella mano destra sta stringendo una macchina fotografica, che poi utilizza per scattargli una foto a tradimento e successivamente, per "scusarsi", gli schiocca un bacio sul collo, ridendo di fronte alla finta espressione di disapprovazione che compare sul volto di lui.

Sembra una di quelle tipiche scenette da film d'amore, tutto rosa e fiori. Forse è per questo che sento una sensazione di nausea anche solo assistendoci di nascosto...oppure è la mia stessa gelosia che mi disgusta. Non so esattamente quale delle due opzioni sia più plausibile, ma una cosa è certa: il fastidio che provo nei confronti di Clayton sta svanendo alla velocità della luce, lasciando il posto a qualcosa di più dannoso per la mia salute mentale.

È proprio per questo che non riesco a staccargli gli occhi di dosso, essendo anche fermamente convinto che lui non abbia ancora notato la mia presenza. Ma quando egli punta, a sua volta, lo sguardo nella mia direzione,  capisco di essermi sbagliato. Il suo volto è illuminato dalla luce proveniente dal portico e la sua espressione vincente è inconfondibile. Quel maledetto sa che in questo preciso istante sarei pronto a saltargli addosso pur di non vederlo più mentre bacia Jennifer.

Phoenix Where stories live. Discover now