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"Quando mi hai chiesto di passare questa notte insieme a te, avresti potuto almeno nominare il fatto che la mattina successiva avresti lavorato." Gli rinfaccio per l'ennesima volta da quando siamo saliti nella sua Camaro.
"No, altrimenti l'avresti usato come scusa e non avremmo mai passato del tempo insieme, solo noi due." Ribatte, accarezzandomi brevemente la coscia nuda, totalmente incurante dello sguardo di disapprovazione che gli lancio.

Non che il suo tocco mi dispiaccia. Nonostante le sue continue battute e comportamento un po' troppo libertino per i miei gusti, ogni sua carezza, sulla mia pelle, mi appare blanda, come se stesse toccando una bambola di porcellana e avesse paura che essa possa sgretolarsi tra le sue sue mani forti.
Ma se il problema non è il suo tocco blando, non posso dire altrettanto di quel retrogusto amaro che mi resta in bocca ogni volta che il mio subconscio mi urla di smettere di comportarmi come una ragazzina ingenua che improvvisamente inizia a sviluppare un'attrazione morbosa per i ragazzacci inaffidabili.

"E comunque, è solo questione di qualche ora. Devo soltanto scartare un paio di libri e sopravvivere ad una noiosissima riunione. " Mi rassicura, distogliendo brevemente lo sguardo dalla strada, in modo da lanciarmi un veloce ed ammaliante sorriso.
Unendo le mani in grembo, resto in silenzio e comincio ad osservare le strade che prendono già a risvegliarsi sotto il cielo dipinto di un azzurro pallido, che piano piano sta assumendo sfumature pastello. L'ultima volta che ho visto l'alba ero troppo alticcia per apprezzarne la bellezza, ora invece mi sento attratta da quest'immagine come una falena di fronte ad un fiamma.

Dentro di me, sento nascere di nuovo la voglia di riprendere la mia Nikon, abbandonata ormai da qualche mese in una delle tante scatole piantate in garage, ed immortalare questi piccoli dettagli della vita che mi riscaldano il cuore.

È strano che improvvisamente io senta il bisogno di riprendere a fare qualcosa che ho lasciato cadere nel dimenticatoio per mesi e mesi. Non riesco a spiegarmelo, ma, allo stesso tempo, provo una piacevole sensazione di impazienza.
Durante il periodo del liceo, consideravo la mia macchina fotografica un'amica, tanto quanto Ally. Era una parte di me, la mia più intima confidente, che mi aiutava a conservare i momenti per me speciali. Quei momenti che, ogni tanto, rischiavo di mettere da parte, per poi lasciarmi sopraffare solo dagli aspetti negativi della vita.

E poi è iniziato il college, che si è portato dietro mille cambiamenti: al duo Jen-Ally si sono unite Jocelyn e Alexandra; Clayton è entrato a far parte della mia vita, monopolizzando totalmente il mio cuore; ai soliti corsi interminabili si sono aggiunte le ore di stage che poi si sono trasformate in un vero e proprio lavoro. Da qualche parte, in questo lungo cammino, senza rendermi conto, ho abbandonato la mia Nikon su uno scaffale pieno di cianfrusaglie... ho abbandonato la mia passione, senza chiedermi nemmeno per un misero secondo se questo non fosse un vero e proprio torto nei confronti di me stessa, di quella Jen, perennemente alle prese con le sue diete strane, che si era promessa di non lasciarsi stravolgere la parte migliore di sé, nemmeno quando le ondate di novità sarebbero state troppo potenti.

"Hai ancora paura che qualcuno ci veda insieme?" Mi stuzzica Justin, interrompendo il filo di ricordi che hanno iniziato a fare capolino nella mia testa. Guardandolo stranita, noto finalmente che la sua macchina si è formata in un vialetto familiare, e non posso fare a meno di chiedermi per quanto tempo io abbia guardato nel vuoto senza rendermi conto che fossimo già arrivato alla destinazione.
"No, immagino stiano ancora dormendo tutti." Ribatto dopo qualche altro secondo di silenzio, recuperando la pochette e il vestito dai sedili posteriori. Senza aggiungere altro, chiedendomi se sia giusto fiondarmi direttamente in casa o restare ancora qualche minuto in compagnia di Justin, apro lo sportello e scendo lentamente dalla macchina.
Quando lui si affretta ad imitare la mia azione, la decisione sembra essere stata autonomamente dalle mie gambe, che si stanno rifiutando di muoversi anche di un solo centimetro.

Phoenix Where stories live. Discover now