〚Il misterioso squarcio〛X

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[Aggiornato e revisione in corso...]

Camminavano da ore...?
Si, o almeno così pensava Ink, troppo concentrato ad ignorare quella soffocante aura bianca che lo inghiottita per intero. Si sforzava di guardare i suoi piedi avvolti dalle scarpe grigie ed azzurre, seguendo l'ombra dello scheletro nero. Error non enunciava una parola da quando avevano inizia a camminare, di tanto in tanto piccoli rettangoli bianchi dall'aura rossa/blu apparivano e sparivano lungo le sue ossa, come una luce ad intermittenza.

«E-Error...» Sussurrò un po' tremante il minore.

Il distruttore girò di poco lo sguardo, emettendo un suono simile a un mugolio interrogativo.

«Sai dove stiamo andando, vero?».

Error annuì con fare distaccato, riprendendo a guardare avanti.

«Conosco questo posto...» Sussurrò con tono amareggiato.

«Come fa a conoscerlo anche lui?» Si chiese il creatore, seguendo in silenzio il suo nuovo alleato.

[...]

Camminarono per altre 2...ore? Forse meno...forse più...
Nessuno dei due osò emettere un suono, ma quel religioso silenzio era divenuto una vera e propria tirannia agli occhi del minore.

«Ci siamo» Esclamò all'improvviso lo scheletro scuro, fermandosi di botto.

Ink per un pelo non vi andò a sbattere contro, frenando sulle punte e incurvandosi all'indietro. Quando recuperò l'equilibrio si posizionò a fianco del distruttore.
Un alto squarcio color galassia sostava a mezz'aria di fronte a loro, strani filamenti blu lo percorrevano dall'alto verso il basso, mentre altri bianchi percorrevano quella superficie nel verso opposto. Una candida luce illuminò i loro volti stanchi, desiderosi di un comodo luogo in cui riprendere le forze.

«Dai andiamo» Lo riportò alla realtà Error, incamminandosi verso lo squarcio.

Ink deglutì, incerto su cosa sarebbe accaduto una volta attraversato quello squarcio poco promettente ai suoi occhi...era così familiare...
Error, notando che il creatore non lo seguiva, si girò a guardarlo. Aveva l'aria nervosa e preoccupata, come se un assillante peso lo stesse torturando già da un bel po' di tempo.

«Fidati di me» Disse allo scheletro bianco, allungando timidamente la mano verso di lui.

Ink fissò le sue ossa sottili e ricche di solchi, dalle falangi gialle e rosse sangue al metacarpo nero pece.
Forse non era una cattiva idea.
Strinse la mano del distruttore, ora percorsa da qualche glitch involontario.

«Mi fido» Rispose, guardandolo con pupille a stella.

Error annuì, contento della scelta del minore. Entrambi si tuffarono nella strana sostanza blu galassia, era come attraversare una cascata dal forte getto schiumoso. Si sentirono per un attimo affogare e lo stomaco compì un giro completo del proprio asse. Quando furono risputati fuori dallo squarcio, ormai considerato da Ink una montagna russa a tutti gli effetti, un prato giallognolo umido di rugiada e umidità li accolse. L'impatto fu inaspettato e per buoni dieci minuti entrambi rimasero immobili a contemplare il terreno sotto le ossa.

«Siamo ancora interi?» Domandò retorico il creatore, mettendosi a sedere a gambe incrociate e grattandosi la nuca.

«Così sembrerebbe...» Rispose, più a sé stesso che all'altro, Error.

I due, un po' traballanti, si alzarono a malincuore dal terreno. Apparte una vasta distesa erbosa, priva di alcun colore, non vi erano che alberi e rocce. Una salita in pendenza sembrava l'unica strada in grado di esser percorsa.

«Andiamo di qua» Esclamò sicuro Error, riprendendo le redini di quel improbabile coppia di fuggiaschi.

Ink lo seguì senza contrabbattere.

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Hey...

Ho aggiornato...

Già...

Non ho molto da dire...

Al prossimo capitolo?

ĪĿ ᑎƐŔO DƐĿĿ'ᗩŔƇOßᗩĿƐᑎO (ƐŔŔOŔĪᑎҠ)Where stories live. Discover now