Capitolo 13 - Beautiful disaster -

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"Cosa c'è?"
"In che senso?"
"Nel senso che abbiamo finito di fare l'amore da un po' ormai e ancora non hai aperto bocca"
"Perché mi sto godendo il momento...tu qui, nudo fra le mie braccia..."
"Mario...lo sai che non è così...non pensare di fregarmi. Ti sento sospirare...ti sento perso fra i tuoi pensieri...e sono preoccupato perché non riesco a decifrarli."
"Ma no...non devi preoccuparti...sto solo...pensando."

Claudio si tira su, si gira verso Mario e lo fissa.

"Quanto deve durare questa farsa? Mi dici che hai? Ho fatto o detto qualcosa che non ti è piaciuto?"
"Ma no! Ma che stai dicendo! Non tu almeno...forse io..."
"Mario. Sputa fuori tutto. "

Mario acchiappa la maglietta e se la infila.
Poi prende la felpa e indossa anche quella.
Claudio gli prende le mani, gliele blocca nelle sue.

"Mario"

Si guardano.

"Parla"

"Abbiamo fatto sesso senza preservativo Claudio."

Claudio molla la presa. Si stropiccia il viso.

"Ma pensa. Non me ne ero accorto. E quindi?"
"E quindi sono stato di un indelicato pazzesco. Ho scelto io per tutti e due, non ti ho nemmeno chiesto se...insomma potevo..."
"Io spero tu stia scherzando. Scherzi vero Mario?"
"No...ti ho preso alla sprovvista Claudio.
Ti stavi sciogliendo nelle mie mani, eri completamente eccitato e non ti sei posto il problema. Io uguale...ero perso sotto di te e ho agito distinto. Non va bene...dovevo chiedertelo. Eri vulnerabile e ti sei lasciato andare a me. Mi dispiace. Magari tu volevi..."
"Tappati quella bocca prima di subito o ti faccio male. Non ti azzardare proprio a rovinare una giornata così. "

Si alza e si veste.
Inizia a piegare le coperte e a cercare i pantaloni e gli slip di Mario.

"Amore ti prego torna qui. Per favore Claudio finiamo il discorso. Non ti incazzare."
"Non sono incazzato. Sono tremendamente deluso. E non c'è niente di cui parlare.
È tardi dobbiamo tornare in reparto."
"Claudio ti prego...non riportarmi in reparto così. Vieni qua...Clà..."

Claudio si ferma un attimo. Respira.
Si appoggia con la schiena al muro.
Mani in tasca.

"Cristo Mario, ma che cazzo ti passa per il cervello? Ma come...come ti vengono in mente certe cose?"
"Io volevo solo...scusami io non...fammi spiegare almeno. "
"Ma cosa c'è da spiegare? In tre minuti hai rovinato un intera serata. Mi hai fatto sentire un idiota senza controllo, uno che non si accorge nemmeno di cosa gli sta succedendo in mezzo alle gambe.
Cazzo ma...pensi davvero che non ti avrei fermato se a me non fosse andato bene?
Quindi io sarei un burattino nelle tue mani?
Mi faccio fare tutto, solo perché sono innamorato di te e mi rendi vulnerabile?
Ma quando parli, il cervello lo connetti?
Mi reputi così stupido?"
"No no no!!! Non era questo il senso del mio discorso!!! Cazzo no...hai frainteso!!"
"Si certo. Sai che c'è? Che non voglio più ascoltare nemmeno una parola. Andiamo ti rivesto."
"No tu mi devi ascoltare adesso.
Non te ne vai così.
Mi devi dare la possibilità di spiegarmi."
"Ho ascoltato abbastanza."

Si abbassa, gli infila slip e pantaloncini.
Posiziona la sedia a rotelle vicino la tenda, lo solleva e lo adagia sopra piano piano.
Mario gli trattiene le braccia e lo obbliga a guardarlo.

"Claudio ti prego. Non finiamo questa giornata così. Fammi spiegare."
"Dovevi pensarci prima. Prima di dirmi tutti quei ti amo per poi trattarmi così.
Mi sembra tutto piuttosto inutile se poi pensi questo di me."

Mario si stacca da quelle braccia in un attimo, come se improvvisamente fossero diventate lava. Ha le lacrime pronte per scendere, ma butta giù quella palla enorme che ha in gola e distoglie lo sguardo.

Fire Love Where stories live. Discover now