Chapter Four

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Il cuore martellava veloce, quasi come se volesse uscire dal petto. Voltai lentamente il mio corpo in direzione della voce che mi aveva chiamato qualche secondo prima.

“Dove sei stata? Sei tutta bagnata!” Mi limitai a guardarlo, senza rispondergli. Con passo veloce raggiunsi il comodino vicino al letto, aprendo il primo cassetto, per prendere la biancheria, avevo bisogno di una doccia per far scivolare via tutta la frustrazione.

“Vuoi restare muta per sempre? Eh?” Non risposi neanche a questa domanda. Non avevo nulla da dirgli, o perlomeno niente di carino. Aprii le ante dell’ armadio prendendo un pantalone di una tuta e una maglietta. Mi diressi verso la porta, così che potessi uscire per non vedere la sua luridissima faccia. Ma proprio quando stavo per abbassare la maniglia, la sua mano bloccò la porta, facendomi girare di scatto. I suoi occhi erano sfere infuocate. Dovevo ammetterlo, avevo paura, ma continuai a guardarlo con sfida. Ero così terrorizzata dal fatto che mi avrebbe rifatto del male..

“Togli quello mano.” Dissi con calma.

“Tu, piccola come sei, dai ordini a me?” si lasciò sfuggire una risata “Chi cazzo ti credi di essere, eh?” Strinse il mio collo con la mano libera, facendomi cadere i vestiti sul pavimento. La paura si espanse in tutto il corpo. Stringeva così forte. Aprii la bocca, cercando di respirare, ma con scarsi risultati.

“Io ti ammazzo.” Un demone. Lui era un demone, mi voleva distruggere. Mi lasciò, sbattendomi per terra e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Respirai affannosamente, avevo bisogno di aria. Appoggiai la mano al cuore. Se quando ero entrata nella stanza il battito del cuore aumentava, adesso era il contrario. Diminuiva.

Chiusi gli occhi per qualche minuto. Mi alzai dal freddo pavimento e chiusi la porta a chiave. Raccolsi gli indumenti che mi erano caduti precedentemente e gli appoggiai sul letto. Aprii di nuovo le ante dell’ armadio, tirai fuori uno zaino, e infilai qualche vestito a casaccio. Lo misi sulle spalle e aprii la finestra. Controllai che in giardino non ci fosse nessuno. Dovevo scappare, e sapevo anche dove. Scavalcai il davanzale, aggrappandomi al grande albero lì vicino e scesi silenziosamente. Attraversai il cancello e incominciai a correre verso casa del mio migliore amico.

*

La porta si aprì rivelando il dolce viso del mio angelo custode. Gli saltai addosso, attorcigliandogli le braccia intorno al collo.

“Meg.” Sussurrò il mio nome “vieni andiamo di sopra..” continuò a bassa voce. Si staccò dall’ abbraccio ed entrammo in camera sua. “Cosa ci fai qui?” domandò stupito. Chiuse la porta dietro di se e si sedette sul letto affianco a me.

“Ho saputo che hai fatto un provino, volevo sapere come è andata.. ma vedo che non sei felice di vedermi.” Sforzai un sorriso.

“Cosa? No. Non è così.. è che sono stanco.” Si difese. “Volevo solo che fossi stata lì, con me..” sussurrò alzandosi in piedi. Strinsi la sua mano nella mia, nonostante fosse più grande, e lo tirai verso di me. Incontrai di nuovo i suoi occhi color mare, e mi persi dentro.

“Scusami davvero ho avuto un contrattempo.” Mi alzai in piedi, avvicinandomi a lui.

Lo volevo. Volevo un altro suo bacio. Volevo il suo amore. Volevo essere sua.

I nostri nasi si sfiorarono. Non resistetti: le mie labbra si appoggiarono sulle sue. Un bacio passionale, dolce, pieno d’ amore. Mi strinse forte, avvicinandomi ancora di più a se. Giocai con i suoi capelli. Le nostre lingue si muovevano a ritmo di una musica che, forse, sentivo solo io: il battito del suo cuore era musica per le mie orecchie.

Indietreggiai, senza staccarmi da lui, fino a toccare il bordo del letto. Mi fece stendere e salì sopra di me, mantenendosi coi gomiti.

“Ed.. i tuoi potrebbero entrare da un momento all’ altro..” sussurrai, scrutando ogni singolo particolare del suo viso. “Non ci sono, ritornano tardi, hanno una cena di lavoro.” Rispose, affondando la testa nell’ incavo del mio collo. Piccoli baci delicati bagnarono la pelle del mio collo. Chiusi gli occhi e mi lasciai sfuggire un gemito di piacere.

“Ti voglio Meg..” disse tra un bacio e l’ altro.

Afferrai l’ orlo della sua maglia e gli e la sfilai. Il suo petto nudo era scolpito. Fece la stessa cosa con la mia maglia e la gettò sul pavimento. Sbottonai i pantaloni e li tolsi. Ero in intimo sotto di lui..

Mi sorrise e io ricambiai. Si tolse frettolosamente i pantaloni e riprese a baciare ogni parte nel mio corpo.

“Ti voglio adesso” l’ adrenalina scorreva nel mio corpo. Portò una mano sull’ orlo della mia mutandina. Mi guardò, come per chiedermi il permesso, e io acconsentii sorridendogli. Le fece scorrere lungo le mie gambe, buttandolo, poi, per terra, insieme a tutti gli altri indumenti. Fece lo stesso con i suoi boxer. Allungò il braccio verso il comodino, aprendo il primo cassetto ed estrasse un preservativo. Aprì il pacchetto e se lo infilò.

“Farà un po’ male” sussurrò all’ orecchio.

Entrò in me, piano, con delicatezza. Non voleva farmi male, come sempre del resto. Chiusi gli occhi gemendo. I suoi movimenti erano lenti. Inarcai la schiena, volevo di più. Annegò la testa nell’ incavo del mio collo. Riuscivo a sentire il suo respiro affannato.

“Non voglio farti del male” disse. “Sei l’ unica persona che non mi fa del male Ed..” affermai tra un gemito e l’ altro. 

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hooola people! :3

è la prima volta che scrivo un capitolo così, quindi mi sono superata.

Spero davvero, come sempre, che vi piaccia. 

Un enorme bacio :*

P.s: scusate per gli errori!

#ImTorn29 xx

STUCK || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora