capitolo 15

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La determinazione del sole è davvero insuperabile.
Si fa spazio tra le nuvole prepotenti.
Proprio come la mia tenacia.
Da lontano osservo un vasto numero di ragazzi, posare gli attrezzi utilizzati per l'intaccatura delle redini.
Tra di loro c'è Henry.
Roteo gli occhi, come d'abitudine.
Appena cerco di trovarmi un rifugio, il suo richiamo mi blocca.

<Maledizione.>

Corre verso me, con in mano la spada targata reale.

<Ha funzionato?> mi domanda speranzoso.

<Ovvio che no.> mormoro.

La sua espressione cambia radicalmente e impugna con forza il gladio.

<Che cosa hai fatto?>

Solita domanda.
Prendo una boccata d'aria e dico.

<Hanno distrutto parecchio?>

Mi guarda confuso.

<Cosa?>

<I demoni, hanno creato vera distruzione?>

<Cosa cazzo ti interessa?>

Gli sorrido fiera.

<Lo prendo per un si.>

Con agilità gli tiro un gancio destro, cogliendolo in pieno occhio. Nel preciso istante che lo vedo barcollare, mi sale una forte sensazione di rabbia.
Mi avvicino a lui , con tutta la forza, gli tiro un altro gancio per allontanare anche quell'emozione.
Cade a terra.
Con uno slancio si fionda verso me, mi colpisce alla gamba facendomi perdere l'equilibrio, e prima ancora che il mio corpo possa toccare terra mi colpisce con un calcio al petto, mandandomi contro un albero.
Ho la vista annebbiata e sento la testa umida, sto sanguinando.

<Proprio adesso che stavamo andando d'accordo?> mormoro soppiatta.

Raccolgo tutte le forze e mi rimetto in piedi, ignorando il dolore alla testa. Faccio un grosso respiro.
Henry è sorpreso di vedermi in piedi dopo il colpo ricevuto, ma ormai non si aspetta più di essere sconfitto. Ha abbassato la guardia.
Chiudo gli occhi e lascio trapelare la magia.
Rampicanti gli bloccano le caviglie e mi permettono di raggiungerlo sinuosamente.
Gli stringo la gola in una morsa.

<Non potete sconfiggermi.> dico con una voce alterata che risuona, secondo le corde della disciplina in tutto l'ambiente.

Con la forza rimasta gli lancio un ultimo gancio destro alle tempie, mandandolo a terra.
Mi risistemo i capelli e lo scavalco vittoriosa.
Sono spietata.
Le nuvole diventano sempre più irrompenti, tanto da oscurare completamente il sole.
Salgo la familiare collina e mi addentro nelle mura.
L'albero sembra morto.
Nessuna foglia, nessuna vitalità.
Morto.

<Lissa?>

La voce è rauca e vecchia.

<Omero!> esclamo.

<Cosa ci fai qui?>

Barcolla nella sua lunga tunica, tenuta stretta solo da una grossa cinta di cuoio scuro all'addome.

<Mi annoiavo.> Scrollo le spalle.

<Cosa ti è successo in fronte?> domanda terribilmente preoccupato.

<Mio fratello.>

<Sei sicura di star bene?> mi guarda attentamente.

Il sacerdote dei guardiani non è come il resto degli altri.
Lui vede il prana, energia vitale che circonda gli esseri viventi.
Ha una particolare sensibilità, sviluppata correttamente.
Il termine viene tradotto a volte con "respiro", ma è riduttivo e genera confusione: nel respiro il prana assume una delle sue molte espressioni, ma non è semplicemente ossigeno e azoto, non solo "aria", ma qualcosa di più sottile e pervadente, presente anche nel vuoto.
E' forse l'elemento più "difficile" da capire, perché la nostra mentalità è molto diversa da quella tradizionale e dalle altre culture che riconoscono questa forza vitale intangibile.

<Qualcosa non quadra, Omero?> piego la testa di lato e attendo la sua risposta che tarda a venire.

<Hai utilizzato tutto il tuo spirito?>

<Non completamente.>

<Non vedo nessun'aurea.>

<Perchè in effetti non c'è niente da vedere.>

<Che cosa ti è successo, bambina mia?>

<La vita è fatta di scelte.>

Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia.

<Tutti siamo diversi l'uni dagli altri; chi è debole e chi forte; chi gentile e chi maleducato; e chi ha un'anima misteriosamente potente e chi invece no. Il mio destino non mi ha voluto bene e mi ha inviato una stronza dai capelli rossi, con tutta la voglia di prendersi quel potere.>

<Ti ha rubato l'anima?>

Mi giro verso di lui e lo fisso incredibile.

<Quanto posso essere sciocca da far credere questo? La mia anima è nascosta in un posto davvero sicuro.> dico.

Lo sguardo di Omero passa a rassegna sul mio corpo, finchè non si ferma in un punto ben preciso: la mia mano.

<Il miglior nascondiglio è sempre davanti ai nostri occhi.> mormora appiattito.

<Vedi qualcosa di incomprensibile?> domando soffusa.

<Il tuo anello è di una forma davvero caratteristica. Il cristallo, però, è piccolo per contenere un'anima tanto ricca.>

<Beh.. Allora è una fortuna che ne è rimasta solo poca.>

L'aura appare come una foschia di luce o di un colore che circonda qualcosa.

<Lo sai che non posso lasciarti vivere? I segreti funzionano solo se uno dei due muore.>

Trasale leggermente.

<Non temo la morte.>

Corrugo la fronte colpita.

<Ma vuoi davvero farlo?> chiede.

<Non provo assolutamente nulla.> dico fredda.

<Bambina mia, è vero che intorno a te non vedo alcuna luce. Ma infondo percepisco del dolore. E' ancora vivo, fresco.>

<Nella mia mente c'è solo l'idea di bruciarti vivo.>

<Ti sbagli..> sussurra perso.

<Davvero?>

Improvvisamente Omero inizia a tossire compulsivamente.
La mancanza d'aria è forse una delle peggiori torture esistenti.
Il cervello cerca ossigeno, e il corpo lentamente cala verso il suolo.
Nulla può sbloccare questa sensazione.
E' come un attacco di panico.
Il fiato diminuisce. Il petto si comprime.
Cerchi di prendere una boccata d'aria ma ti senti sempre più soffocare.
Non riesci a concentrarti, a respirare.
La gola si fa secca.
Il corpo cede.
Almeno finchè l'ossigeno non passa nuovamente nei polmoni.

<Forse hai ragione.> dico. <E' molto probabile che riesci a vedere qualcosa infondo, ma non è il dolore, è la goduria della morte.>

Con i miei lunghi stivali alti gli giro in tondo.

<Voglio confessarti il mio piano, solo perchè ho voglia di dialogare ancora un pò.>

Mi accovaccio di fronte a lui.

<Presto il nuovo Re salirà al trono. E tutti sappiamo quanto potere esercita sulle milizie. In tal proposito, il mio caro e dolce suocero, richiamerà tutti gli eserciti e i gruppi volontari al castello. Non ci saranno più spedizioni. I demoni saranno liberi di abbattere, demolire, cancellare ogni barlume di speranza. Nelle quattro Terre regnerà solo paura e libertà svincolata.>

Aggiungo distanza tra noi due.

<Forse questo ti brucerà un pò.>

Chiudo gli occhi e ispiro energia mistica.

<Incendia.>

Una scia di fuoco si genera magicamente dalle punte delle mie scarpe e si trascina lentamente fino al corpo passivo di Omero.
Ho capito che il fondo non è una linea piatta su cui sbattere e fermarsi, ma un immenso vuoto dove continui a cadere senza mai trovare la fine.
Rivolgo lo sguardo all'albero.

<Cenere alla cenere.>

Nashell: Il maleficio (#3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora