capitolo 12

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Ed è così che inizia la mia avventura verso un buco nero.
Bloccata su una scomodissima sedia in legno e circondata da gente dall'animo eccessivamente speranzoso.
Polsi e caviglie legati troppo strette per poterle definire confortevoli, eppure abbastanza lente per far circolare il sangue.

<Non dovresti stare al castello? Ho saputo che Connor è morto.> mormoro con voce rotta.
Matt tira fuori la solita collana argento e me la sventola sotto il naso.

<Ancora? Devi provare con qualcosa di diverso. Questa stupida collana mi fa venire la nausea.>

Roteo gli occhi per l'ennesima volta.

<Voglio che mi ascolti attentamente. Il nostro rapporto è strano ed incredibile a cui non riesco a dare un nome e una spiegazione. Cos'è stato a farmi innamorare di te non saprei... forse il tuo sguardo, la tua intelligenza, la caparbietà di affrontare le situazioni e il mettersi in gioco nella vita.
Voglio parlare al tuo cuore e spero che mi risponderai con cuore. Voglio sapere perché tu fai finta di non vedere o sentire quello che provi per me. Io ti amo e so che tu ami me. Siamo due disastri, ricordi?>

Lo guardo fisso negli occhi.
Traballo.
Sono incerta, dubbiosa.
Forse è vero che l'amore è l'unico mezzo a far sciogliere qualsiasi incantesimo o maledizione.
È potente, illusorio.
Non si può scegliere di chi innamorarsi.
L'amore arriva e basta.
E non importa se è il momento giusto o no.
Se ha un carattere opposto al tuo, se ha il doppio degli anni o ne ha metà.
L'amore giunge così. Non ti chiede permesso per entrare nella parte più nascosta di te.
Lo fa e basta.
Chiudo gli occhi per far sparire tutto ed ispiro profondamente.

<Per me si tratta di qualcosa di piu dell'amore. E non potrò mai smettere di amarti.> sussurro con voce tremante.

<Ha funzionato?> chiede.

Mi guardo intorno spaesata, come se tutto intorno a me è nuovo.
Mi dimeno leggermente sotto i suoi occhi indagatori.

<Non so. Mi sembra che il mio cuore stia per esplodere.>

Corre verso di me e mi pianta i palmi sulle guance.

<Cos'altro senti?>

Scrollo le spalle.

<È tutto così confuso, improvviso. Matt, cosa mi sta succedendo?> mormoro intimorita.

Continua a fissarmi, attento.
La speranza è intimamente legata ai sensi ed è la capacità umana di riunire tutte le nostre forze e di concentrarle per riuscire a raggiungere un obiettivo.
È un sentimento che ci rende potenti.
Costruisce progetti, delinea i sogni, fissa mete e ti fa credere di potercela fare.
Serve per non arrendersi.
Calde lacrime mi bagnano il viso.
Unico segno che dimostra debolezza, insicurezza o grande forza di coraggio.

<Mi sembra che mi manchi l'aria.> continuo.

Ci sono emozioni che feriscono la nostra anima e le nostre relazioni; altre, invece che portano sollievo e conforto, aiutando ad espandere tutti i processi di crescita.
Riemergono quando siamo sintonici con la comunicazione emotiva.
Ma la loro qualità è data esclusivamente dalla consapevolezza delle necessità.
Matt si avvicina sempre più, finchè non riesco a sentire il suo respiro sulla mia bocca.

<Baciami.> dico.

Lui obbedisce all'istante.
Le nostre labbra si muovono tra di loro, naturali e bellissime.
I sentimenti che provo in quest'istante sono devastanti per me e, mentre sento un campanellino d'allarme risuonare nella mia mente, mi lascio coinvelgere sempre più.
Gli mordo il labbro inferiore con forza, succhiandolo lentamente prima di lasciarlo andare.
Si stacca violentemente.
Passo la lingua sul sangue che mi ha macchiato la bocca e sorrido divertita.

<Sei solo un ingenuo, Matt Silver.>

Mi tira i capelli.
Il dolore mi paralizza. Chiudo gli occhi e nell'oscurità improvvisa vedo un lampo. Non di dolore, però. Sembra un ricordo, una sensazione turbolenta, viva.

<Prima o poi ti stancherai.> bofonchia duro.

La testa ciondola di lato, non perchè sto per svenire ma perchè sono troppo stanca per continuare questa lotta interna.
L'emotività è una bestia. Vuole divorarmi e devo continuare a nascondermi per non essere inghiottita.
E' un cannibale.

<Sono stanca. Sono terribilmente stanca. Pretendete troppo. Alysia vuole assorbire la mia anima, la leggenda vuole che distruggo i demoni e voi che siete così ossessionati dalla mia noiosa essenza. Geleya è lì, nell'angolo, per nascondermi dalla magia di localizzazione. Non possiamo farla finita?>

<Credi che per me un gioco? Hai liberato i demoni dal controllo di Alysia, tutti quelli della Rocca sono morti. Il mondo non è tutto cattivo! >

Scoppio a ridere.

<Il mondo è una massa oscura. Non esistono persone buone, ma solo persone che si nascondono dal loro Io.> urlo.

<Ti sbagli.>

<Davvero?> piego la testa di lato e lo guardo fisso negli occhi.

<Albert.>

Sobbalzo al suono di quel nome.
Non emetto un minimo suono. Sto in silenzio e tengo gli occhi bassi.
A volte non devi semplicemente dimenticare, devi fare entrare il dolore, farlo scorrere nelle vene, fare in modo che bruci così tanto da farti rinascere dalle tue ceneri.
Ma il problema non è sopportare il cordoglio. Il problema è fingere di non averlo.

<L'amore è la più potente delle emozioni, questo la rende anche la più pericolosa.>

<Sta zitto!> urlo.

Attraverso l'irrigidimento la persona verso l'esterno sembra tranquilla e contenuta ma nel sistema nervoso ruotano ancora tutte le energie che sono state mobilitate per la lotta e la fuga.

<E' morto! Non mi importa nulla.>

<E' il tuo migliore amico, la tua famiglia. Costituisce un universo vasto e complesso la cui interpretazione è resa difficile dalla molteplicità delle sue funzioni.>

<Proprio tu vuoi parlarmi di famiglia?> sghignazzo.

<Vuoi che ti parlo della mia?>

<Non ho nulla da fare. Raccontami questa fantastica storia.>

Prende una sedia e si accomoda di fronte a me.

<Avevo 13 anni quando mia madre è morta di poliomielite, patologia virale acuta che può colpire i nervi del sistema nervoso e provocare forme temporanee o permanenti momenti di paralisi. Io e mio fratello ci siamo sostenuti a vicenda, ma questo non ha aiutato nostro padre.>

<Hai un fratello? Perchè non me lo hai detto?> chiedo curiosa.

<Perchè non li vedo da allora.>

Non ho nulla da dire.
La famiglia è un ostacolo.
Si dice che la famiglia non è tanto quella che erediti alla nascita, ma quella che ti costruisci durante la tua vita: le persone che aggreghi intorno a te per affinità elettive e comunanza di interessi, passioni, esperienze, progetti o per amore.

<Non ti ho mai raccontato nulla di loro per vergogna e per paura di risentire questo senso di abbandono. Ma con te è cambiato tutto. Tu sei la mia persona e ti rivoglio indietro.>

Scuoto la testa.

<Mi hai persa.> mormoro.

<Non ancora.>

La paura ci domina, la confusione regna incontrastata, e mentre siamo assaliti dai pensieri di dubbio , la speranza ci abbandona come in un'emorragia fulminante. Ciò che più spaventa un essere umano è l'ignoto. Ma ogni cambiamento presuppone la presenza dell'ignoto. E senza cambiamento non c'è l'evoluzione.

<Matt!> esclama Alex dall'ingresso.

Diversi passi mi arrivano alle orecchie.
Non è solo.

<Will?>  Matt aggrotta la fronte.

<Ciao, fratellino.>   

Angolo nostro 🎀
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Nashell: Il maleficio (#3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora