capitolo 54

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Dopo aver passato il recinto distrutto e aver oltrepassato la città di Albron, inizio a sentire del panico che si attorciglia al mio stomaco. L'ansia che corrode ogni angolo sano e si duplica in paranoia. Poi il terrore che qualcosa gli sia capitato mi ferisce l'anima. 
Per tutte queste ore non siamo riusciti a raggiungerlo.
Mi sento male, malissimo.
Sentirlo di nuovo lontano riapre delle ferite ben chiuse e che avrei preferito non sentire più in tutta la mia vita.
Avrei voluto tanto godermi le loro presenze senza sentirmi in dovere di far qualcosa, di essere consapevole che nessun'altro mi avrebbe tolto il bene di me stessa.
Perché loro sono la parte buona di me.
La mia famiglia, i miei amici e persino Max costituiscono una parte importante.

《Forse capisco perché nella tua visione c'ero io.》borbotta Jo da dietro Alex.
Entrambi hanno viaggiato su un solo cavallo, perciò ci siamo dovuti fermare un paio di volte per farlo riposare. Altro tempo perso.
Tutti i presenti la osservano dubbiosi. Si tiene la fronte con una mano e dubito che sia stanchezza. L'ho vista che si è riposata sulla schiena del suo ragazzo.
《Senti qualcosa?》 Chiede Alex.
Lei annuisce e scende da cavallo.
《No, sali su. Non possiamo perdere altro tempo.》esclamo.

So che non ho dovuto costringerla a venire, perché lei stessa si è ritrovata incastrata. Ha ragione, inglobo chiunque nella mia cerchia del bisogno.
Le persone si ritrovano a dover fare delle cose per me, cose che non volevano.

《Lissa, lasciala stare!》 Mi ammonisce Henry.
Anche lui scende da cavallo e raggiunge la giovane ragazza.
《È da un po' che percepisco qualcosa di diverso, ma ora è più accentuato.》borbotta.
《Vuoi riposare?》le chiede premuroso Alex.
Sento i minuti scivolarmi via e le distanze che si allungano.

L'alba è ormai giunta e riscalda l'ambiente intorno a noi. Cavalchiamo da ore in un sentiero scroscioso e buio. Sono stata così impaziente e colta dalla sprovvista che non ho pensato di fare un incantesimo di localizzazione. Ci dobbiamo solo fidare dei nostri istinti e dai nostri sensi ereditari.

《Siamo vicini a qualcosa di oscuro.》sussurra.
È tutto sbagliato.
Ci ficchiamo in cose più grandi di noi e non sappiamo gestire le complessità.

Questo non è come il "club degli strambi" o come i satanici della Rocca, noi siamo un gruppo ancor più pericoloso.
Vogliamo agire per il bene, ma dimenticando che in questo mondo nulla è davvero buono. Discendiamo da una stirpe creata da una lotta tra due dei: quello del paradiso e quello dell'inferno.
Quello buono ha creato la carne umana, ma quello cattivo ha invidiato il suo capolavoro e ha deciso di scagliarsi contro il suo stesso simile. Noi siamo il simbolo di quella lotta antica.

Siamo la ragione delle loro polemiche.
Abbiamo eredito le loro gelosie, invidie, l'egoismo e le prepotenze. Ed ecco i suoi figli prodigi.
Un'unione tra il bene e il male.

《Non ho idea dove ci troviamo, ma sono sicura che siamo vicini dal trovarlo.》dico.
《Dovremmo dividerci.》 Propone Henry.
《Cosa? Assolutamente no. Non hai mai letto dei libri non adatto ai bambini? In ognuno di loro i protagonisti decidono di separarsi e alla fine muoiono uno alla volta. Dai, non dire cazzate.》Interviene subito dopo Alex.
《Non sappiamo dove sia Albert, ma posso portarvi al fiore.》sussurra Jo che preme i polpastrelli sulle tempie.

La sento che geme dal dolore, lo fa in silenzio ma soffre.
Provo un senso di colpa terribile e le prendo gentilmente la mano.

《Non me ne frega un bel niente della visione. Benton mi ha mostrato un luogo, e sono sicura che il fiore si trovi lì. Tornate a casa.》dico rivolgendomi alla coppia.
Alex mi agghiaccia con un solo sguardo e prende a dire che non mi lascia. Non ho idea con quale emozione lo stia dicendo. Se rimane perché ho bisogno di aiuto o perché vuole starmi accanto per via di quei sentimenti che si ostina a nascondere.
《È mio amico, te l'ho detto. L'oscurità che penetra nelle ossa non è piacevole, per questo non ho nessuna intenzione che si avvicini.》
La ringrazio silenziosamente e decidiamo di proseguire a piedi.

Nashell: Il maleficio (#3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora