Capitolo 7

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«Sono venuta a vestirmi qua» affermò Edith con disinvoltura varcando la soglia di casa.

Era arrivata a prelevarmi per uscire.

«Ma ti avevo detto che sarei rimasta dentro».

«Buonasera signor Zaccagnini» salutò mio padre ignorandomi totalmente.

«Ciao Edith».

«Per lei va bene se porto sua figlia a fare un giro?» domandò a Zeno senza giri di parole.

«Considerando che oggi non ha avuto un attimo di tregua, credo possa esserle concesso» replicò sorridendo.

Sapeva che non avevo bisogno del suo consenso per fare qualcosa, ma gli piacque essere considerato. Inoltre lo appagava che qualcuno si interessasse davvero a sua figlia.

«Sapevo che era dalla mia parte» rispose Edith soddisfatta tirandomi verso la mia stanza.

«Dove ve ne andate?» chiese Jacopo incrociandoci nel corridoio. Camminava per casa in pantaloncini e credeva che la sua bella presenza gli avrebbe garantito una risposta soddisfacente.

«In un posto dove tu non sei invitato!» replicò Edith sgarbatamente ed entrando in camera gli sbatté la porta in faccia senza ritegno.

«Donne!!!» lo sentimmo affermare stizzito.

«A te deve mancarti qualche rotella».

«Dio ma che fisico ha tuo fratello!!!».

«Parlando di cose serie, dove hai intenzione di portarmi?» chiesi placando i suoi bollori.

«A ballare».

«A ballare?».

«Cos'è sei allergica alla musica?» mi attaccò.

«No, ma...».

«Basta con questi "ma" Emma, andiamo solo a divertirci un po'. Hai sgobbato per tutta la giornata, avrai diritto a qualche ora di libertà!?!» mi rimproverò stravaccandosi sul letto.

Ormai era di casa.

«E cosa metto?».

«Apri quell'armadio da brava ragazza, ti trovo io qualcosa di adatto all'occasione».

«Sei sicura sia la cosa giusta?».

«Non ti sto mica portando a rapinare una banca! Basta vivere a metà. Sei una ragazza, ci sarà tuo padre a badare ai tuoi fratelli» rispose captando la natura della mia preoccupazione.

«Fammi vedere cosa offre la tua fashion house!» ironizzò alzandosi per spalancare l'armadio.

L'apertura di quelle ante e pochi secondi bastarono per farla innamorare dei miei abiti. Non avrebbe scommesso un euro su di me, eppure la stupii. Non mantenevo solo i buoni vecchi valori da donna del sud, ma anche quelli da ottima italiana. Avevo uno spiccato buon gusto per la moda.

«Tu hai tutto questo ben di dio e non sai cosa indossare?» sostenne sgranando gli occhi. In quel momento Edith sembrava la versione colorata di Alice nel paese delle meraviglie.

«Sarò ancora vergine, ma sono esattamente come tutte le donne» sostenni stringendomi nelle spalle.

L'autoironia degli ultimi tempi iniziava a piacermi. Ero sempre stata una tipa spinosa e finalmente diventavo più malleabile.

«Cioè è possibile che tutta questa bella roba abbia ancora il cartellino del prezzo?» chiese Edith furente. «Tu stai fuori. Tu non stai per niente bene, fosse la verginità il problema!!!».

A due passi da teWhere stories live. Discover now