PROMPT: Skysolo, n°6

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Il ragazzo deglutisce nervosamente, poi si fa coraggio e bussa con decisione alla porta, che dopo pochi secondi si apre.

La vista di Han in solamente un paio di pantaloni di pigiama è abbastanza da fargli dimenticare tutto il discorso che si è preparato.

L'amico gli è a pochi centimetri di distanza e lo squadra confuso e assonnato dall'alto, facendo sentire il povero Luke più basso di quello che è realmente. Il suo braccio è appoggiato allo stipite della porta per la stanchezza e con una mano si stropiccia gli occhi.

Il biondino deve fare un enorme sforzo per non fissargli il torso, dai muscoli asciutti, anche se non perfettamente scolpiti.

«Ragazzo, spero tu abbia una buona ragione per venire a svegliarmi a quest'ora,» commenta Han, senza riuscire a trattenere uno sbadiglio alla fine del discorso.

Luke si tocca le guance: sono calde. Forse è pure arrossito.

Guarda per terra.

Prova a trovare le parole, ma di certo la sensazione dello sguardo impaziente del Corelliano su di sé non lo aiuta.

«Luke, se questo è una specie di scherzo...»

«Sta' zitto, Han!» sbotta il ragazzo, nel tono più sgarbato che abbia mai sentito uscire dalla sua bocca, per poi sollevare nuovamente lo sguardo.

Quello lo contempla per un po', sbigottito.

Luke si affretta a scusarsi. «Scusami, non volevo, è solo che...»

«Vuoi entrare, così ne parliamo?» chiede Han, inaspettatamente.

Il ragazzino rimane sorpreso dal fatto che sia stato proprio il Corelliano a prendere l'iniziativa. Annuisce ed entrambi, una volta dentro, si siedono su un comodo divanetto.

«Allora, qual è il problema, ragazzo?»

Luke non risponde; apre e richiude la bocca ad intermittenza, come se stia per dire qualcosa ma ogni volta si interrompa.

Colto da un'improvvisa voglia di piangere, si butta tra le braccia di Han e affonda la testa nel suo petto, iniziando a singhiozzare.

«Hey, hey, che cos'hai, piccolo?» chiede il pilota, più confuso che mai ma disposto a confortare il compagno in ogni modo possibile.

Luke sente il cuore contrarsi, ma in senso buono: anche se non gliel'ha mai detto, adora quando Han lo chiama "piccolo" ed è in casi come questi in cui il giovane non vede la differenza d'età tra lui e l'altro come un ostacolo.

Non ricevendo ancora alcuna risposta da parte di Luke, Han gli prende la testa tra le mani e la solleva, così che ora il ragazzo sia costretto a guardarlo.

Gli occhi nocciola del contrabbandiere si inteneriscono nel vedere quelli azzurri e bagnati del biondino. Come avesse a che fare con un bambino reduce di una ferita, gli sfrega i pollici sulle gote, scacciando le grosse lacrime che vi indugiano, con una dolcezza di cui si era scordato essere capace di esternare.

Dal canto suo, Luke non riesce a non pensare al fatto che non ha mai trovato Han così affascinante come in questo momento.

Non ha più dubbi ora, né le conseguenze di ciò che ha intenzione di fare lo preoccupano.

Dunque, senza pensarci oltre, pressa le sue labbra, umide e salate, contro quelle del Corelliano, ignorando tutto ciò che c'è di proibito nel sapore di questo bacio tanto malinconico quanto passionale.

Non appena il contatto tra le loro labbra si interrompe, Luke viene già investito dai sensi di colpa e prova a spiegare. «Han, io...»

«Hai bussato alla mia porta all'una di notte perché avevi voglia di coccole?» lo interrompe l'altro, con un sopracciglio inarcato e un ghigno furbetto stampato in volto.

Luke si limita a sorridere timidamente e a tirare su col naso.

Han sopprime una risata, che però è ben lontana dallo scherno, e scuote la testa, come per dire "Proprio come pensavo!"

Il ragazzo non lo dice, ma il compagno ha totalmente afferrato la questione.
In questi casi, Luke lo invidia parecchio: è quasi un dono quello di Han di capire al volo ogni situazione.
Probabilmente ci riesce perché è più grande e maturo di lui e di cose -- a detta di Han stesso -- ne ha viste tante e di curiose.

Il pilota appoggia una mano sulla nuca di Luke e accompagna la sua testa sul proprio petto.

Il biondino vorrebbe dire altro, in verità. Vorrebbe supplicare Han di non andarsene, dirgli che senza di lui sente che non riuscirebbe ad andare avanti. Ma il presente gli appare troppo dolce in questo momento per preoccuparsi del futuro. Così tace, beandosi del contatto tra lui e il pilota.

«Sogni d'oro, piccolo,» mormora ad occhi chiusi, carezzando con una mano la schiena e con l'altra i capelli dell'altro.

La voce così rassicurante di Han, il battito del suo cuore, il petto che si alza e si abbassa in sincrono con la respirazione, il profumo della sua pelle... Sono tutti fattori questi che riescono a calmare Luke in breve tempo.

A fargli dimenticare la triste sorte che aspetterà lui e il Corelliano.

E a fargli venire sonno.

Matilda, io ti odio/amo, perché da shipper cronica di Hanleia quale sono non avrei mai pensato di dirlo

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Matilda, io ti odio/amo, perché da shipper cronica di Hanleia quale sono non avrei mai pensato di dirlo... MA LA SKYSOLO È TROPPO KIUT! ❤

Boh okay, a parte questo, spero la OS ti piacci: è la prima volta che scrivo di questo "genere" di coppie, non so se è venuto tutto un po' troppo MAIUNAGIOIA lol... 😂💕

Star Wars || Raccolta One-ShotsWhere stories live. Discover now