IX

584 46 21
                                    



Le piccole gocce d'acqua si scontravano con la pelle diafana ed il tessuto dei vestiti di Nico.
Il ragazzo amava sentire quel liquido scorrere sul proprio corpo, circondandolo con il suo colore cristallino. E lui, non avendo la possibilità di tuffarsi in acqua, aveva trovato un compromesso temporaneo all'oceano: la pioggia.
L'acqua proveniente dal cielo si infrangeva sulla figura del ragazzo, appiccicando i vestiti a lui, come se fossero una seconda pelle.
Nico era indifferente al naso gocciolante, la bocca viola e i vestiti fradici. Era seduto, sulla sua sedia a rotelle, nel balcone che aveva trovato qualche mese prima in ospedale. Nessun tetto a proteggerlo dall'incessante caduta della pioggia. Ma a Nico andava bene così. Non gli importava poi molto della polmonite, che avrebbe sicuramente preso, restando sotto l'acqua; voleva continuare a bearsi della situazione senza essere interrotto.
Con il passare dei minuti, però, la pioggia si fece più insistente, le raffiche di vento aumentarono e le temperature si abbassarono di qualche grado. Una situazione decisamente non piacevole, considerando il clima già freddo, a prescindere, di Novembre.
Nico non riuscì a trattenere un forte starnuto. Mandò ripetutamente la testa avanti e indietro, con il tentativo di togliersi un po' d'acqua dai capelli. Si maledì da solo per l'idea geniale, poiché diverse gocce gli finirono negli occhi, e i capelli si appiattirono sulla fronte.
Nico fece un secondo starnuto, decisamente più forte del primo. Fu questo a catturare l'attenzione di qualcuno nelle vicinanze. Il ragazzo, ormai fradicio dalla punta dei capelli alle ruote della sedia, si era totalmente dimenticato della porta nascosta lungo il perimetro del balcone. Da questa, si affacciò Will, con una faccia più che confusa. Il corvino osservò bene la figura del ragazzo; tutto il corpo del biondo era avvolto da una coperta, si intravedevano solo gli occhi ed il naso. Nico guardò la faccia del ragazzo di fronte, maledicendosi da solo per aver pensato che fosse estremamente tenero.
Il biondo, intanto, osservò la scena, ma sembrò notare Nico dopo poco.

-Nico! Cosa diamine stai facendo là fuori?- disse Will, aprendo del tutto la porta e rivelando delle infradito sotto la coperta.

Nico alzò una spalla, con fare indifferente, e disse: -Tu cosa ci fa là dentro?-

Will guardò il cielo ricoperto da grandi nuvoloni scuri, poi tornò a guardare Nico. Il biondo alzò una mano e fece segno a Nico di varcare la soglia della porta.

La visuale che apparì a Nico fu la seguente: una stanza di moderate dimensioni, con le pareti di un blu tenue, un divano al centro della stanza, una piccola stufa accanto ad un vecchio televisore, qualche quadro e qualche piantana qua e là. Su una parete vi era un corridoio non molto lungo, e Nico pensò che portasse al bagno, e magari anche ad una camera da letto.

-Ehm... se vuoi posso aiutarti a metterti comodo sul divano, Nico- disse Will grattandosi la nuca, e togliendosi la coperta di dosso.

-grazie, Will- rispose il corvino, notando l'imbarazzo dell'altro e provando a fare un atto che, raramente, compieva: sorridere. Nico sentì le proprie guance tirarsi in su. Più che un sorriso, sembrava una brutta smorfia.

Will si avvicinò a Nico, prendendo la gamba e mettendosi un suo braccio sopra le spalle. Al corvino venne naturale congiungere le mani attorno al collo del ragazzo, e per questo sentì le guance pizzicare, segno che era arrostito. Nico non poté far a meno di sentire, di nuovo, quella strana sensazione di felicità e conforto.

Will posò delicatamente Nico sul divano, per poi prendere la coperta, sedersi e coprire entrambi.

Imbarazzante.

-Allora...- inizio Will, puntando lo sguardo sul ragazzo accanto, -che stavi facendo?-

-mi rilassavo- disse semplicemente Nico, facendo vagare lo sguardo nella stanza, per non dover guardare (e di conseguenza arrossire) alla vista di colui che aveva vicino.

-ti rilassavi...- disse, retoricamente, Will.

-Mh, già-

-...sotto la pioggia- Will, aggottando le sopracciglia ed avvicinandosi al ragazzo.

Nico annuì solo quando vide Will allontanarsi, per tornare a pochi centimetri da lui, dall'altra parte del divano.

-hai fame? Vuoi qualcosa da bere? Che ne dici di una cioccolata calda?-
Gli occhi di Will si illuminarono maggiormente alla parola cioccolata calda.

-Direi che una cioccolata calda, con questo tempo, andrebbe più che bene- rispose il corvino

-allora seguimi- disse Will alzandosi, -saremo cuochi per un giorno!- per poi terminare la frase.
Nico si accorse di essere rimasto da solo nel soggiorno, e che Will era andato in cucina lasciandolo sul divano. Il ragazzo non fece in tempo ad arrabbiarsi che sentì dei passi veloci, ed improvvisamente trovò la faccia di Will davanti alla sua.

-Scusa, scusa, scusa!- disse il biondo con una la faccia pentita. Will prese, di nuovo, Nico tra le braccia.

-ti prometto che non succederà più- disse Will facendosi serio e guardando Nico negli occhi, -anche perché, se ti perdessi, porteresti via con te una chiave-

Nico, alquanto confuso, domandò: -quale chiave?-

-quella del mio cuore-

L'ultima frase fu come un sussurro. Nico però la sentì, e non poté far a meno di sorridere. Sicuramente era anche arrostito, di nuovo.

Ignorò ciò che Will aveva detto, ormai abituato alle frasi da "rimorchio" del ragazzo. Nico pensava che Will si divertisse a stuzzicarlo con esclamazioni del genere; pensava che, dietro a quelle parole, non ci fosse altro che divertimento.

Errore.



*****
Heeey!
Non sono drogata, pubblico a quest'ora perché l'uscita della terza stagione di Voltron mi rende euforica :)

Le cose stanno andando troppo in fretta.
Cioè, da un capitolo all'altro me ne esco con questo.
Lasciamo stare, buonanotte!
Adieu

Blue|| Solangelo.Where stories live. Discover now