CAPITOLO 3.

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A Marta non raccontai dell' incontro con Davide perché non le piaceva come persona e non era mai riuscita a perdonare quello che mi aveva fatto. Lei era convinta che io e Marco c'eravamo lasciati per quelle foto, anche se si sa in realtà la storia è un altra.

Il giorno seguente me lo riconderó per sempre, perché per un momento mi è parso di vivere in un film, in cui noi tutti eravamo degli attori spostati da qualcuno di superiore a noi.
Io ero a letto quando il citofono suonó e Maria andó ad aprire.
"Mi scusi stavo cercando Chiara o Marta? Abitano ancora qui?" chiese una voce famigliare alla porta.
"Sì, Marta è al lavoro e Chiara è a letto, la vado a chiamare se ha bisogno." disse Maria gentilmente.
"No passerò un altra volta, grazie!" E senti la porta chiudersi.

Quella voce però era troppo famigliare che saltai giù dal letto e corsi alla finestra a vedere chi era.
"Porcaaaaa " esclamai quasi urlando.
Ero in piagiama ma ne fregai di tutto e corsi fuori dall' appartamento in ciabatte e rincorsi la persona in questione.
"Giacomo!!!" Urlai andandogli incontro.

Non mi disse niente, sì voltó e mi venne incontro abbracciandomi fortissimo.
Mi era mancato. Cazzo quel ragazzo, era il meglio per Marta. Erano perfetti insieme.
Se non fosse stato per lui io e Marco ci saremmo mollati dopo un mese, è stato sempre presente ed è stato un amico leale, sincero e quando sbagliavo mi sgridava.

"Ma che ci fai qui??" Dissi sconvolta.
"Volevo vedervi, o meglio sono venuto qui per te!" Disse seriamente.
"Che succede?" Chiesi preoccupata.
"Hai un attimo per parlare?" Mi chiese prendendosi per un braccio.
"Certo, vuoi venire su? Però tra poco Marta torna e non so in che rapporti siete rimasti. Se vuoi andiamo in un bar tranquillo qui vicino" gli dissi.
"Sì, Marta non vorrei vederla subito, non vorrei scombussolarle la giornata, o addirittura rovinargliela. Se non è un problema andiamo qua vicino." Mi disse un po' imbarazzato.
" Ok, vado a cambiarmi velocemente,se vuoi salire." dissi andando verso le scale dell' appartamento.
"No ti aspetto qui." Mi disse e si sedette su uno degli scalini iniziali.

Andai in appartamento, mi misi la prima cosa che trovai nell'armadio, mi pettinai, un filo di mascara e rossetto e scesi immediatamente.
Insieme andammo in un bar lì vicino, ma Giacomo non spiaccicava più parola.
"Che succede?" gli chiesi un po' agitata.
" Ho fatto una cavolata e non sapevo con chi parlare. Mi sento tremendamente solo. Ho perso Marta, ho perso te. " disse mettendosi una mano tra i capelli.
"Ma che hai fatto?" chiesi ancora piu preoccupata.
" Sai mi sono lasciato con Marta perché la verità è che lei aveva rischiato di prendersi incinta e io le avevo detto chiaro e tondo che non volevo un bambino. Fortunatamente poi si è rivelato un falso allarme ma tra noi qualcosa si era inclinato e poi è andato sempre peggiorando, fino a lasciarsi. Da lì in poi ho perso la testa, ho iniziato a farmi, ma farmi di cose pesanti Chiara. Ho iniziato a bere, e per un primo momento Marco stava con me, poi si è rifiutato di essere mio complice, e ha cercato di farmi uscire da quel circolo ma avevo perso la testa." mi disse non fissandomi mai negli occhi.
" Sono andato con ragazze di cui non ricordo nemmeno il volto, e ogni sera ero fatto, dopo lavoro uscivo e andavo in giro fino alle quattro della mattina. Marco ora non mi rivolge più la parola perché una di quelle tante ragazze è stata sua cugina Claudia. Io non ricordo che è successo, so che la mattina seguente mi ero svegliato nel letto accanto a lei e lei era cosciente. "
Io me ne stavo zitta perché non sapevo proprio che dire.
" Quello che ci tengo a dire è che non l ho costretta a venire a letto con me, anche lei lo ha voluto ma Marco pensa che sono stato un porco a aprofittarmi di lei. Lei ora non mi parla più, più che altro perché la mattina dopo le ho detto tutta la verità e mi reputa un malato. "
Fu in quel momento che alzò lo sguardo e continuó " è da un mese che sono pulito, che non bevo e non tocco droga. Ho gettato via tutto. Non è facile, ma per il mio bene e quello delle persone che mi stanno attorno lo devo fare"
" Giacomo che ti posso dire, sono davvero scioccata! Mai avrei pensato che ti saresti ridotto così male. Mi dispiace non esserti stato accanto, ma quando tu hai chiuso con Marta io facevo parte di quel mondo e tu facevi parte di quello di Marco e non riuscivo a ritornare a Milano, a venire dove tutto è iniziato. " gli dissi cercando di giustificare il mio comportamento.

" Marta come sta?" mi chiese poi un po' timidamente.
" Beh, quella che hai visto prima è la sua ragazza" gli dissi seccamente.
"Ah" disse. " Forse lasciarvi è stata una cosa sbagliata per entrambi, vi siete davvero rovinati" dissi tristemente.
"Comunque " continuai " sei qui di passaggio?" gli domandai.
"No, volevo allontanarmi da lá per un po' di giorni, alloggio in un B&B vicino all' Università.
"Ok, allora possiamo stare un po' insieme in questi giorni e parlare e recuperare quello che abbiamo perso."
"Sì ne sarei davvero contento. A volte ho davvero paura di ricadere in quel vortice che mi ha rovinato quella bellezza che avevo nella mia vita." mi disse amareggiato.
"Non lo farai Giacomo, sei forte, sei uno dei ragazzi più in gamba che abbia mai conosciuto e ti starò accanto ora e mai più toccherai quella merda!!" gli dissi convinta.
"Grazie!" E mi abbracció.

Poco dopo tornai in appartamento ma non raccontai nulla a Marta. Sapevo che riparlare di Giacomo l'avrebbe fatta star male e non era quello che avrei voluto.
La sera mi ero accordata di andarlo a trovare per andare fuori a mangiare verso le 20 e infatti mi stavo preparando per l occasione.
Quando lo raggiunsi sotto la sua stanza mi fece entrare perché era in ritardo.
"Sei la prima ragazza che arriva puntuale a un uscita!" Disse lui sorridendo.
"E tu sei il prima ragazzo ritardatario!" Gli dissi.

" Come va?" Poi mi chiese seriamente.
" Tutto bene, un po' stanca te?" Gli risposi.
"Bene, glielo hai detto a Marta?" Chiese arrivando subito al punto.
" Non ancora, non voglio farla star male. " Gli dissi.
"Forse hai ragione." E chiuse il discorso.

La sera la passammo in un pub, dove inizialmente prendemmo entrambi qualcosa di analcolico ma poi stupidamente siamo passati al vino, e non una ma due bottiglie.
Lo so, da un ex drogato che si scola una bottiglia di vino non è il massimo, sono stata io sciocca a permetterglielo.

Camminando al ritorno e un po' barcollando Giacomo mi chiese " e tu come stai?"
" Sto dai" gli dissi.
"Ragazzi? Marco?" Mi chiese più precisamente.
" Dopo Marco nessun altro." dissi ridendo, ma era una risata amara.
"Cioe non sei andata più con nessun altro ragazzo?" Chiese sbalordito.
"Non pensi che siano domande un po' intime queste."dissi io ridendo. Non ero sobria.
"Lo so, ma cazzo Chiara ti sei vista? Appena ti ho vista stamattina ho pensato che avrei voluto sbatterti al muro e scoparti se solo non fossi la migliore amica della mia ex e l ex fidanzata del mio migliore amico." Disse battendo il pugno sul lampione.
Io ero molto alticcia ed era da molto tempo che un ragazzo non mi dimostrava questa voglia verso di me e stupidamente risposi : "Ah si? Addirittura? Cosa mi faresti?" dissi sfiorandogli con la mano un braccio.
"Beh" disse intrappolandomi nel muro e sussurandomi nell' orecchio " prima di tutto ti spoglierei, e ti bacerei da testa a piedi " e si avvicinò a me.
Da quella posizione sentivo il suo membro farsi duro contro di me, e questo mi eccitatava parecchio.
"Però poi queste cose non si possono dire, devi provarle. " Disse staccandosi.

Ero diventata rossa, era preso talmente dalla foga che mi portó in camera da letto ma in un momento di lucidità, mi fermai e dissi "NO!" E mi scansai.
"Giacomo non possiamo farlo, e i motivi lo sappiamo entrambi" dissi sistemandomi i pantaloni.
"Ma dobbiamo fregarcene" disse tirandomi di nuovo a se.
"Non ti ricordi Marta? La tua ex ragazza, la mia migliore amica? Quella con cui abito? E quella da cui tornerò poi? " Gli dissi.
" Lo so" disse e si allontanó.
Sì andò a sedere su un divano li in camera e con sguardo perso guardó il pavimento.

"Stasera ho sbagliato tutto" mi disse dandosi colpetti sulla testa.
"Non hai sbagliato niente, è successo"dissi io giustificandolo.
"No, invece ho bevuto e non dovevo farlo e stavo approfittando di te"mi disse guardandomi con occhi persi.
"Per aver bevuto ok, però ti sei fermato e non hai oltrepassato il limite e non ti stavi aprofittando di me, anch' io stavo per cedere questa sera." Dissi alzandomi e andandomi a sedere vicino a lui.

Lui alzò lo sguardo e mi guardó " scusa" disse.
Gli sorrisi. Però qualcosa successe e lui lì si avvicinò lentamente guardandomi sempre negli occhi e appoggio le sue labbra sulle mie. Inizió a baciarmi con delicatezza,poi infiló la lingua e mi avvinghió più stretta a se, e mi feci trasportare da quel bacio, da quell' emozione.
Era così dolce, forte e delicato che quando ci staccammo nessuno dei due disse più niente.

"Devo andare" dissi alzandomi. Non aspettai nemmeno una sua risposta e uscí dalla porta.

Quando entrai in casa, mi chiusi in camera e mi buttai a letto.

THEY ARE BACK.Where stories live. Discover now