Ti va di giocare con me per sempre?

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Gioca con me

Amaya si guardò intorno, cercando di capire dove si trovasse, ma a causa del buio non riuscì a vedere nulla.

Solo di una cosa era certa: non era più nella sua camera.

Di questo ne era più che sicura dato che, per quanto lo cercasse, non riusciva proprio a trovare il cuscino della sua waifu, che sarebbe dovuto essere lì sulle coperte o al limite per terra intorno al letto.

(Non che l'avesse più usato granché dopo aver scoperto la vera identità della ragazza che vi ci era stata stampata sopra...)

Non mi lasciare di nuovo

Sentì una strana sensazione, come un brutto presentimento.

Per questo si ritrovò ad esitare prima di infilare i piedi nelle pantofole e alzarsi finalmente dal letto.

Ma alla fine lo fece.

Arrancò in mezzo all'oscurità, facendo attenzione a non andare andare sbattere contro i mobili o le pareti e le venne una strana sensazione di deja-vu.

Era proprio come la prima volta che aveva incontrato Akari, solo che quella volta c'era stata una luce a guidarla, mentre ora era avvolta dal buio più assoluto.

Non avere paura di me

Non lo sapeva neanche lei perché si stesse avventurando per quell'appartamento che, ormai ne era più che certa, non era affatto il suo.

Sarebbe potuta semplicemente rimanere a letto e continuare a dormire.

Avrebbe potuto semplicemente aspettare che si facesse giorno per scoprire cosa stesse accadendo.

Eppure ora era lì, che tastava le pareti con entrambe le mani, alla ricerca di un interruttore.

Per qualche motivo non aveva paura, né ansia.

Era perfettamente tranquilla, completamente a suo agio in mezzo a quell'oscurità così familiare nella quale aveva vissuto fino a solo sette giorni prima.

Però c'era qualcosa che le mancava, qualcosa di cui sentiva di non poter più fare a meno.

Voglio solo poter stare con te

Perché una volta conosciuta la luce, la vera luce, poi è difficile tornare nell'oscurità e fare finta che non fosse successo nulla.

Fare finta che non fosse cambiato nulla.

Quando un anno prima Amaya aveva abbandonato la vita come la conosceva e aveva iniziato ad essere un hikikomori, non aveva mai sentito la mancanza di nulla.

Parenti.

Amici.

La luce del sole.

Nulla di tutto ciò le era mai minimamente mancato.

Le era bastato avere la TV, i suoi manga e i suoi videogiochi per essere felice.

"Non sarebbe bellissimo poter rimanere così per sempre?"

Questo aveva pensato e, a dirla tutta, ancora non aveva cambiato idea.

Voglio solo poter giocare ancora con te

Però qualcosa era cambiato.

Qualcosa adesso c'era di cui non poteva più fare a meno oltre alla TV, ai manga e ai videogiochi.

Ed é proprio questo qualcosa che stava cercando, arrancando in mezzo all'oscurità.

Perché lei era lì da qualche parte.

In qualche modo Amaya lo sapeva, nonostante non riuscisse a vedere neanche ad un palmo dal naso.

Akari era lì da qualche parte e nonostante tutto...

...Nonostante gli avvertimenti di Klint...

...Nonostante tutta la fatica che Yukio e Reiko avevano fatto per raggiungerla e portarla in salvo...

...Nonostante ormai sapesse chi fosse Akari e cosa avesse fatto...

...Nonostante tutto...

Voglio solo poterti amare

Nonostante tutto ancora non riusciva ad avere paura di lei.

Perché se pensava ad Akari non pensava alla ragazza che aveva sbraitato come una pazza contro i gemelli.

Non pensava alla ragazza che l'aveva sorpresa alle spalle mentre stava frugando nel suo armadio.

Non pensava alla ragazza che lì al cinema era scoppiata a ridere come la peggiore delle psicopatiche.

Non pensava al boss finale del videogioco che l'aveva imprigionata, forse per sempre, in quella dimensione alternativa.

Se pensava ad Akari le veniva in mente solo la sua risata, la più bella che avesse mai sentito.

O il suo sorriso, il più bello e al tempo stesso malinconico che avesse mai visto.

O quella volta che erano rimaste sveglie fino a tardi per guardare Cartoon Network.

O quando le aveva detto che le era mancata la sua allegria e lei l'aveva ringraziata, per poi baciarla sulla guancia.

O quando il giorno prima al cinema si era addormentata sulla sua spalla e lei le aveva accarezzato il capo.

Ti va...

Trovò l'interruttore alla fine, peccato solo che a quanto pare non ci fosse la corrente.

Sospirò sconsolata nel rendersi conto di ciò, poi però scrollò le spalle e aprì la porta di quella camera da letto.

Di sicuro ormai non sarebbe tornata indietro.

...di giocare con me...

Percorse il lungo corridoio tenendosi sempre affiancata alla parete, così da evitare di perdersi o andare a sbatterci contro.

C'era una stanza lì in fondo, forse il soggiorno o l'ingresso.

E lei era lì.

Girata di spalle.

Che osservava lo scorrere incessante delle lancette di un piccolo orologio a dondolo, appeso alla parete davanti a lei.

I capelli biondi, luminosi quasi quanto la luce del sole, ora nascosti sotto un grande mantello nero, che la copriva per intero, così lungo da finire perfino col toccare il pavimento.

Era il mantello che indossava sempre quando nel videogioco combatteva contro di lei.

...per sempre?

GAME OVER //Yuri//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora